capitolo 2

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Oggi è il fatidico giorno del colloquio con la direttrice dell' IPM. Sono quasi le 15 e sto finendo di prepararmi per incontrarla.

Misi addosso dei semplici jeans a zampa di elefante e una maglia nera con delle palme che infilai in essi. Ai piedi misi le Af1 e legai i capelli in uno chignon, presi la borsa nella quale misi la museruola di Anya, qualche premio, documenti e quant'altro.

-Gaia, dobbiamo andare- mi disse Francesco, mi avrebbe accompagnato lui. Legai Anya e salì in macchina mentre il panico si impadroniva del mio corpo.

-oh tata calma, è un colloquio, quelli non ti faranno nulla- mi mise una mano sulla gamba facendomi i grattini per calmarmi, funziona sempre.

Una decina di minuti dopo eravamo davanti al carcere. Era un enorme struttura dalle mura rosse.

Feci un grande respiro pronta a scendere, Francesco mi avrebbe aspettato qua.

-coraggio amore mio- mi diede un bacio in fronte e scesi con al fianco Anya.

Andai al cancellone dove c'era una donna ad aspettarmi, aveva una coda che bloccava i capelli castani ondulati.

-Gaia Esposito?- mi chiese -si, sono qua per il colloquio- dissi mentre mi faceva entrare. -prego entra pure, io sono Liz, e lei è Anya giusto?- mi chiese accarezzando il fianco della cagnolona. -esatto, se serve ho qua la museruola...- mi bloccò prima di finire la frase. -Non ti preoccupare- mi fece un grande sorriso. Notò, però che mi guardavo attorno. -stai tranquilla, i ragazzi sono dentro al campetto e non possono uscire- mi rassicurò. -seguimi, ti porto dalla direttrice- la seguì per tutto il tempo.

Passammo accanto a un campetto recintato da una rete dentro al quale ci stavano un po' di ragazzi che non appena mi videro si attaccarono curiosi alla rete. -chi è chesta comandà?- sentì una voce abbasta profonda. -torne a juca' Ciro- disse l'uomo. -maddai comandà, ditemi solo comme ve chiamate 'a gajarella- insisteva il ragazzo. Girai leggermente lo sguardo notando che non mi staccava gli occhi di dosso. -fra è 'o cane anti droga, staij zitto- disse un altro -cazzo me tenene beccato allore- disse quello che ormai avevo capito si chiamasse Ciro. -smettetela ragazzi- li rimproverò il comandante.

Una volta entrati nel ufficio della direttrice una donna bionda sulla 40ina.

-direttrice, Gaia Esposito- disse lasciandomi lì Liz.

-prego accomodati Gaia- mi accolse con un enorme sorriso.

-allora, sei qua per il lavoro giusto?- mi chiese sfogliando diversi documenti. -esatto- risposi soltanto. -in cosa vorresti cimentarti?- mi domandò. -Pet Therapy. lavoro con Anya da un bel po' su questa cosa e cercavo da tempo un modo per usare questa dote sua- dissi.

-bene, credevo fosse l'opzione più scartata e invece. Comunque, puoi scegliere 4 giorni a settimana che più preferisci. Inizialmente lavorerai con le ragazze, almeno ti metti a tuo agio, poi quando ti sentirai pronta potrai iniziare con i ragazzi. So che non sarà semplice, potrai chiedere in qualsiasi momento e qualunque cosa tu voglia. Noi saremmo sempre qua a disposizione- mi sorrise ancora di più.

 -vorrei chiederle di parlarmi in modo anche sintetico delle persone con cui lavorerò, almeno so già su cosa affronterò- chiesi gentilmente. -certamente, allora ogni settimana lavorerai con una persona nuova e ogni volta ti informerò bene su quella persona. Sostanzialmente le ragazze sono calme, amichevoli e ti faranno sentire a tuo agio. Coi ragazzi invece dovrai essere più paziente, sono più agitati, nervosi e impulsivi. Ci sarà sempre il comandante e Liz fuori dalla sala per qualsiasi cosa- annuì ascoltando ogni sua parola. 

-non per metterti ansia ma ti voglio informare già adesso almeno ti prepari psicologicamente- mi disse facendosi improvvisamente seria. La guardai preoccupata. -in questo carcere c'è Ciro Ricci, uno dei ragazzi con cui lavorerai- sgranai gli occhi a sentire quel nome. -quel Ciro? Figlio di Don Salvatore Ricci?- chiesi in ansia. Lei annuì dolcemente. -purtroppo si, ma se non te la senti non sei costretta a lavorarci, pensaci- mi disse. -va bene-.

-adesso però mi servono i tuoi documenti- disse prendendo un blocco di fogli sfogliandoli uno ad uno. Li estrassi dalla borsa porgendoglieli.

Circa 40 minuti dopo, passati a compilare moduli, parlare del mio metodo e di Anya, la direttrice chiamò Liz.

-benissimo Gaia, ti ringrazio tantissimo di aver accettato e cercheremo in tutti i modi di farti sentire a tuo agio, ci vediamo sabato per il primo incontro con i ragazzi- mi disse alzandosi seguita da me.

-la ringrazio, arrivederci- dissi stringendole la mano prima di essere scortata fuori da Liz.

-allora, hai ottenuto il lavoro?- mi chiese mentre andavamo verso il cancello. -direi di si, sono in ansia ma voglio aiutarli- dissi con un sorriso. -sono felice, noi saremo sempre qua per ogni cosa- mi disse fermandosi davanti al cancello.

-comandà è e nuova cca 'a gajarella co 'o cane anti-droga- disse sempre lo stesso ragazzo. -Ciro hai scassat 'o cazz, non è un cane anti droga- disse il comandante tirandogli uno scappellotto e staccandolo dalla rete. 

Per un istante mi venne da ridere e Liz lo notò. -fanno sempre così quando vedono persone nuove, soprattutto ragazze belle come te- arrossì un po' al suo complimento. -vedrai che si rimetteranno a porto- disse rassicurandomi. -adesso vai che c'è qualcuno che ti aspetta- disse guardando le spalle mie e salutando Franci che aveva tirato giù il finestrino.

-ci vediamo sabato Gaia- disse dandomi un abbraccio che ricambiai subito.

Uscita dal carcere feci un grande respiro pensando che sabato sarei ritornata qua.

Salì in macchina con un mezzo sorriso. -allora? Non sei più disoccupata?- mi chiese scherzando e mettendo in moto la macchina. -esattamente, sabato farò il primo incontro e poi ogni settimana lavorerò con un ragazzo diverso, inizialmente starò con le ragazze per ambientarmi meglio- dissi quasi felice.

-bene dai sorellina, ti porto qua io- disse girando nel vialetto di casa.

La sera raccontai tutto a mia mamma e Riccardo, feci chiamata con Roby, Stefano e Alessandro.

-quindi farai da psicologa a dei pazzi criminali?- mi chiese Roberta in videochiamata. -ma ti pare? Fa da psicologa a degli assassini- scherzò Stefano. -non sono assassini, hanno commesso errori come pure voi li avete commessi, non bisogna etichettarli in questo modo senza conoscere la loro storia- mi bloccai subito notando come avevo preso la difesa di ragazzi che nemmeno conoscevo. 

Mamma e la direttrice mi hanno fatto il lavaggio del cervello.

-loro sono in carcere. noi no- continuò Roberta. -hanno risentito più di voi ma sono comunque ragazzi, hanno sbagliato ma rimedieranno- dissi io. -si va bene l'importante è che non ti fai pestare- disse Stefano -nah, ci saranno le guardie, però ho ansia a lavorare con il figlio di Ri...- mi stoppai prima di finire la frase, non volevo dirglielo, o almeno per ora...

-di?- chiese curioso Alessandro. -n...nessuno, ora devo andare che mi sta chiamando mia mamma- dissi chiudendo il pc senza salutare.

Mi buttai sul letto infilandomi sotto le coperte con ancora la felpa e chiamai Anya che si sdraiò accanto a me.

E da qui, la mia vita cambia...



AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora