capitolo 7

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Parlammo tanto di Tyson e della sua famiglia. Pino era sono molto ferito, nient'altro.

-Posso farti una domanda?- chiesi e lui annuì -Hai mai fatto agility con Tyson?- -ogni tanto lo facevamo, lui lo ama- disse -ti va se andiamo fuori e gliene facciamo fare un po'?  Così si tiene anche in forma- scherzai io. Lui accettò entusiasta.

Visto che dentro al campetto ci stavano i ragazzi la facemmo nella piazzetta.

-con lei devi portare molta pazienza, deve capire le cose con calma ma poi vedrai che appena le capisce sarà magnifica- gli lasciai in mano il guinzaglio e i premi.

-iniziamo con un po' di esercizi base, come Lunedì- gli proposi.

Iniziò con seduto, terra, l'otto, zampa destra e sinistra, rotola e altri comandi base. -bravo, Tyson sa fare l'orsetto?- gli chiesi -si e anche molto bene- sorrise al solo suo nome. -ti va di insegnarglielo a lei?- i suoi occhi si illuminarono e accettò più che volentieri. Ridacchiai leggermente a vedere il suo entusiasmo. 

Insieme provammo a insegnargli l'orsetto. -ottimo. Pazienza e voglia, con lei servono solo queste due cose-

Spesso scoppiavamo a ridere perché faceva molto ridere Anya ma alla fine riuscì a farlo perfetto.

-bravissima Anya- Pino si inginocchiò e Anya gli saltò addosso. -piano a non fargli male piccola peste- dissi ridendo -tranquilla, anche Tyson lo fa sempre- gli si era sdraiata completamente addosso e aveva appoggiato la testa sul suo petto e lui gliela accarezzava.

Mi sedetti a gambe incrociate vicino a loro. -siete proprio carini insieme- dissi accarezzando il fianco del cane. -è una cagnolina perfetta. Mi ricorda tantissimo il mio bestione- disse guardando il cielo. -lo rivedrai presto, fidati- dissi.

-prendete il sole qua?- chiese divertito Beppe. -quasi quasi- rise il ragazzo. Anya si alzò correndo e scodinzolando incontro a Beppe. -vi consiglio di ritornare dentro però, ci sono i ragazzi e non sembrano molto felici- ci disse sotto voce Beppe. Infatti erano tutti alla rete da un po' di tempo a  guardarci immobili.

Uno di fianco all'altro passammo accanto al campetto per ritornare dentro. -ue piccrè comme jamme? tutt' apposte?- mi chiese ironico il ragazzo. -nun ce sta malemente Edoà- dissi passandogli davanti mentre si leccava le labbra.

20 minuti dopo avevo finito l'incontro con Pino e andai dalla direttrice.

-miglioramenti?- mi chiese. -tantissimi, sono molto fiera anche se lo conosco da poco- dissi con sempre il sorriso che ormai ogni volta non si toglieva più. -sono felice dai- la salutai e feci per uscire dal cancellone ma una voce mi richiamò ma sta volta non era quella di pino.

-te ne vaje già via gajarella? resta ancora nu poche cca cu nuje- disse Ciro. -nah grazij preferisco turna' a casa mij- dissi facendogli togliere quel sorrisetto dal volto. -viene cca nu attimo?- mi invitò ad andare alla rete cosa che feci.

Era attaccato con le mani alla rete mentre i suoi occhi non si scollavano da me. -te piace stare co Pino o' pazzo eh?- disse divertito -su raje nun fa' 'o geloso, toccherà pure a te primma o po'- dissi con il medesimo sorriso. -ij geloso e pino 'o pazzo? nun ricesse- fece una risatina. -Ciro, lascia andare Gaia, non ne può più di te!- il comandante lo richiamò. -stemmere solo parlanne comandante, nulla e ca- gli rispose senza guardarlo perché teneva gli occhi incrociati ai miei.

-te aggio ritte e lasciarla stare povera- disse il comandante cacciandolo dalla rete. -ce rivediamo gajarella- disse allontanandosi. -è una pressa quel ragazzo- disse lui. -non fa niente, anzi meglio, lo conosco dipiù e saprò meglio come comportarmi quando dovrò occuparmi di lui- dissi. -ora io vado, ce verimmo Giovedi comandà- lo salutai e uscì da lì salendo in macchina con Francesco e gli raccontai tutto.

-facciamo un salto da Stefano, vieni?- mi chiese Francesco. -si dai, perché no- finì di mangiare e poi andai insieme a loro dal mio migliore amico.

Bussammo e subito ci fece entrare.

Dentro stavano già Roberta e diversi suoi amici.

-we stronzo- lo salutai con un bacio sulla guancia.

-ciao stronzetta mia- ricambiò con il bacio. Mi sedetti sul divano con accanto lo sgorbio che mise un braccio sul divano dietro le mie spalle.

-come va la tua esperienza in carcere Gaia?- mi chiese Roberta. -sei in carcere?!- chiese scioccato uno. -no, faccio una specie di pet therapy con i ragazzi- dissi -a okok, no pensavo di avere una criminale affianco- scherzò lui facendo ridere tutti.

Per tutta la sera risi e mi divertì con il gruppo


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora