capitolo 51

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Aprì lentamente gli occhi, ero sudata marcia. La maglietta del pigiama sembrava appena uscita dalla lavatrice. 

Mi alzai dal mio letto non sentendo più la presenza di Edo, infatti era andato nel suo letto. Era tutto buio, eccetto la luce della luna.

Andai in bagno per lavarmi la faccia ma avevo ancora troppo caldo.

Così andai davanti alla finestra per prendere aria, mi piazzai lì mentre il leggero venticello mi trapassava la pelle.

Mi sentivo svenire, avevo un caldo incredibile e avevo sonno ma non riuscivo a dormire.

-Piccrè che ci fai sveglia?- la voce impastata del moro mi fece sobbalzare.

-avevo troppo caldo per riuscire a dormire- gli risposi sinceramente. -vieni- si sedette sul letto battendo una mano sulle sue gambe e io mi avvicinai.

Mi prese i fianchi, ebbi la pelle d'oca a quel tocco. Mi appoggiò sulle sue gambe facendomi mettere la testa al suo petto. Mi sentivo cadere, come se avessi perso tutte le forze. Mi posò una mano sulla fronte. -cazzo ma sei bollente, hai la febbre- disse lui.

Mi stradai sul suo letto, lui si alzò guardando nell' armadio. -tieni metti questa, la tua è bagnata fradicia- mi porse una sua maglietta che misi mentre lui andava in bagno uscendone con uno straccio bagnato.

Me lo posò in fronte e poi si sdraiò accanto a me.

Col il suo fiato sul collo e una bella sensazione di freschezza riuscì a riaddormentarmi.



POV'EDOARDO

-Edo, svegliati, Lino è passato 5 minuti fa a chiamarci- La bruttissima voce di Ciro mi fece spalancare gli occhi.

-arrivo- mi alzai stando attento a non svegliare la principessa che dormiva tranquilla nel mio letto. -che ha?- mi chiese il mio amico indicandola con la testa. -sta notte si è svegliata che aveva la febbre alta e aveva sudato così tanto da bagnare la maglietta- dissi. Nel frattempo mi cambiavo.

-Ah ok, poi gli faccio portare da Lino un the caldo e qualcosa da mangiare- disse lui.

Uscimmo senza svegliarla e scendemmo insieme agli altri.

-ma Gaia?- chiese Beppe. -Gaia sta notte aveva la febbre, non sta molto bene- risposi spalmandomi della nutella sui pancake che ci avevano preparato. -vado a vedere come sta- lo bloccai subito. -sta dormendo, lasciala in pace- dissi ripensando al fagiolino custodito tra le coperte mie.

-ti preoccupi proprio tanto per quella eh- mi prese in giro. -ma smettila

Dopo la colazione diedi a Lino qualcosa da far portare alla ragazzina, poi andammo in sala comune per svagarci.

-partitina?- chi propose Cardio indicando il biliardino.

-frate nun te conviene, ij e Ciro insieme simme imbattibili- risi io - va bene, accetto la sfida- Io e Ciro ci mettemmo da una parte, Cardio e Pino dall'altra.

Tirammo la pallina cominciando a farla girare e colpirla con gli omini.

Ammetto che era forte in porta ma non ci batteva. -Lino ha detto che Gaia si è svegliata- Beppe spuntò dalla porta. Girai lo sguardo. Ma subito Cardio segnò. Mi voltai non capendo. -attento Conte, mai staccare lo sguardo dal gioco- e mi fece l'occhiolino.

Gli feci il dito medio e ricominciammo la partita.

-Pirù, prendi il mio posto, io vado a vedere come sta Gaia- disse Ciro mollando la partita. -frate, non mi tradire accussì però- li derisi. 

Lui chiese a Beppe il permesso e poi accompagnato da Lino salì.

POV'CIRO

-Lino, mi accompagni da Gaia?- chiesi all'uomo e lui mi portò nell' ala B.

-vi lascio le celle aperte, chiudo a chiave solo la porta d'ingresso- mi disse facendomi entrare e io annuì sapendo che non saremmo usciti dalla nostra.

Entrai e la vidi seduta sul mio letto, probabilmente per guardare il mare e stava inzuppando la brioche vuota nel thè caldo.

-hey- la salutai facendola sussultare leggermente.

-ciao Ciro- mi fece un po' di spazio sul letto e salì affianco a lei. guardava il mare, era totalmente innamorata, come se fosse la sua anima gemella.

Gli posai con gentilezza la mano sulla fronte, aveva ancora un po' di febbre. Notai il termometro affianco a lei. 

-quando l'hai provata?- chiesi. -subito dopo essermi svegliata, ne avevo 38,6- rispose. -ti ha dato la tachipirina?- annuì mentre si portava alle labbra la tazza.

-riprovala- gli porsi il termometro e se lo infilò sotto l'ascella.

In quei brevi minuti in cui aspettammo che suonasse fissammo entrambe il mare. Non riuscivo a  capire il motivo per la quale fosse così presa, è una semplice distesa d'acqua, nulla di che.

-37, 4 si è abbassata- dissi riponendo l'aggeggio nella scatolina.

-io ora vado, tu riposa per bene- gli lasciai un bacio in fronte e poi si coricò a letto.


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora