capitolo 45

972 25 0
                                    

I ragazzi si stavano avviando alla mensa ma io aspettavo Edoardo. Lo sentì buttare fuori il fumo e poi si girò appoggiando la schiena al davanzale. Mi puntò gli occhi addosso congelandomi. Il fatto che quegli occhi avessero visto una donna nuda, nonché sua moglie mi fece rabbrividire.

-cosa ce facive co 'o Piecuro- mi domandò aspirando. Mi avvicinai a lui. -ammo ritte e Nina e Futura, comme mai?- mi parai di fronte a lui. Lui girò il viso verso il posacenere e spense la sigaretta. -accussì- mi puntò gli occhi sui miei. Sentivo lo stomaco in totale confusione. -ok- risposi solamente. Molto fredda come risposta. Lui si mise dritto. -che tieni?- mi domandò -nulla- risposi con stesso tono freddo. Feci per andarmene ma lui mi bloccò per un polso mettendomi al suo posto facendomi premere la schiena sul davanzale.

-nu' nce credo, dimmi cosa tieni- mi bloccò tra il suo corpo e il muro. Il leggero venticello che entrava dalle sbarre mi solleticava il collo provocandomi i brividi. -non ho nulla- dissi scrollando le spalle. Lui fece passare le mani sui miei fianchi accarezzandomeli leggermente causandomi ennesimi brividi e farfalle.

Avvicinò il suo viso al mio ma io lo ritirai indietro. -Piccrè, dimmi cosa tiene o nun te lascio ji'- il suo tono si indurì leggermente. -vallo a addummana' a tua moglie- dissi secca. Il suo sguardo divenne vuoto improvvisamente. -ammente tu si' cca co nu altra, essa site casa a pensarti assaij, probabilmente- alzai di poco la voce scatenando quella rabbia che avevo. Provai a staccarmi dal muro ma lui mi respinse nuovamente lì. 

-c re? Si gelus?- sul suo volto comparve un ghigno. -nun ne trove 'o motivo rate ca seje sposato co na donna ca tene nu criatur a grembo- quando finalmente riuscì a liberarmi dalla sua presa uscì dalla cella andando in mensa.

-scusa Beppe, non mi sentivo molto bene- dissi sedendomi al tavolo. -tranquilla piccrè- mi donò un grande sorriso e cominciai a mangiare.

Non appena si allontanò guardai tutto il gruppetto. -vuje 'o sapivere vero?- dissi brusca senza però alzare la voce per non far sentire. -pecche' nun me 'o avite ritte primma?- comtinuai io perdendo la pazienza. -che cosa?- domandò Pino non capendo. -Edoardo è sposato e avrà nu figlio e ij 'o scopro mo- abbassai la voce. -cazzo- sussurrò Ciro. 

-come sei venuta a saperlo?- domandò Pirucchio abbassando lo sguardo. -ringrazia toje frate- sorrisi falsamente guardando Ciro. -anzi ringrazia 'o guaglione ra Tavolata di Rocco- il silenzio calò.

-forse senza e isso ij fosse cca a illudermi ncoppa o guaglione ca probabilmente me piac- fissai il cibo che avevo sul vassoio. -Gaia, amma fatte pe te- il moro mi posò la mano sul braccio cercando i miei occhi. -Edoardo vole lasciare Carmela- -non ci credo- cominciai a giocare con la forchetta mentre lui provava a convincermi. 

Poco dopo il sottoscritto arrivò in mensa e si sedette.

FU una cena molto silenziosa, nessuno parlava e stava per i fatti suoi.

-ragazzi, in sala comune, sta sera starete con le ragazze- Beppe ci condusse alla sala.

Subito notai che nell'angolo ci stava il pianoforte. L'avevano spostato non tanto tempo fa così che anche nell'ora di svago potessimo suonare.

Mi sedetti sul divano dal lato del bracciolo e accanto a me si mise Ciro. Mi prese le gambe facendomele distendere su di lui. -mi conosci bene- scherzai. Lo faccio ogni volta. Arrivarono pure le ragazze accompagnate di Liz. La donna mi si affiancò e la salutai. -ei, come stai?- mi chiese gentilmente. -bene dai, questi due giorni di libertà mi sono piaciuti, mi hanno fatto capire molte cose- tutti sapevano a cosa mi riferivo. -ottimo devo dire-

Per una mezz'ora buona parlammo tutti insieme, ignoravo Edoardo, e lo avevano notato. Però i miei occhi restavano puntati sul piano forte. 

-vai- mi incitò Ciro. -Mh?- chiesi -vai  a suonare, forza- -no dai- -dai Gaia, ti prego- insisteva lui. Sbuffai divertita prima di alzarmi sotto gli occhi di tutte le ragazze e mi sedetti difronte all'enorme bellezza.

Tutti si zittirono e io posai le dita sui tasti pensando alla canzone da suonare. 

Feci un grande respiro e poi cominciai a suonare "equilibrio mentale" di Ultimo.

Come fosse un sedativo mi tranquillizzai all'istante, incredibile come dei suoni così delicati mi calmassero.

tutti i miei pensieri si scaricarono sui questi tasti che schiacciavo come una piuma che cade sull'acqua. Sentivo gli sguardi di tutti addosso, soprattutto il suo.

Quegli occhi verdi... non smettevano di osservarmi. Quegli occhi che mi causavano mille sensazioni.

Alzai lo sguardo dai tasti guardando ogni persona. Ciro sorrideva fiero, Liz si stava per metter a piangere, il comandante, Beppe e la direttrice erano molto stupefatti, le ragazze quasi invidiose e poi lui.

Aveva un sorriso, un leggero sorriso ma che trasmetteva più di mille parole. Capivo che era deluso da se stesso, come lo ero io. Mi aveva nascosto di essere marito e quasi padre. Ma in quegli occhi leggevo qualcosa che non avevo mai letto, li aveva lucidi, come se... non lo so... come se avesse appena visto l'amore della sua vita.

Ritornai con gli occhi sul piano. Nella mia mente riecheggiavano le parole di Niccolò, andavano in perfetto ritmo con le note.

Poi mi ricordai di mamma, spero che pure lei stia suonando adesso, lo spero davvero tanto.

Quando finì la canzone la sala si inondò di applausi e fischi. Arrossì leggermente prima che Carmine urlò -un altra!- risi -ditemi quale e ve la suono- iniziarono a sparare ogni canzone fino a trovarne una che andasse bene per tutti.

Continuammo così fino alle 23, loro chiedevano io suonano.


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora