capitolo 18

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-Gaia, tutt' apposte? Còs'è succèss cu Cirò? l'abbiam sentuto urlare e sbatter 'e porte- disse Pino venendomi incontro. Gli strinsi le braccia attorno al corpo mentre lui al mio collo. Poggiai la testa al suo petto. 

-ha scazzàt e ha tiratò nu' pacchero o' comandànt- dissi soltanto. -ma pecché ha scazzat?- mi chiese Edoardo venendoci incontro. -mo' aro' stà?- mi chiese ancora. -ra chillu ca' teng capitò o' portàn in isolamènt- risposi solo.

Vidi il ragazzo mettersi le mani nei capelli.

-e' polsì comm stanne?- mi chiese Pino prendendoli delicatamente e analizzandoli. - cazzo Gaia, oltre a averti molestato te 'e tene pure conciati accussi', pecche' nun 'o denunci?- disse Pino notando che erano diventato veramente viola. 

Appena sentì la prima frase vidi Edoardo sgranare gli occhi. -cosa te ha fatte chille strunz?- chiese avvicinandosi. -steve pe stuprarmi- risposi abbassando lo sguardo per non incrociare i suoi occhi verdi.

-cazzo- lo sentì bisbigliare a denti stretti tirandosi i capelli.

Pino mi mollò i polsi e io gli andai vicino mettendogli una mano sul braccio. -edo mo sto appost, staij cheto- gli dissi con tono calmo. -Piccrè, te steve molestando aia' denunciarlo- disse spostandosi bruscamente. -nun pozz- dissi abbassando di poco la voce. -Pecche' nun puo'!? tu aia' cazzo! aia'! o 'o faje tu o 'o facce ij!- mi urlò addosso. Mi allontanai di scatto. Anya mi si parò davanti iniziando ad abbagliarli addosso.

Abbassai la testa. Lui si bloccò vedendomi così. -scusa, nun vuleve urlarti 'ncuoll- disse facendo un passo avanti. 

Il cane si calmò spostandosi da mezzo alle mie gambe.

Lui mi circondò le spalle con le sue braccia. Io le strinsi attorno al suo busto appoggiando la fronte al petto. Sentì il suo mento posarsi sulla mia testa e cominciò a passare le dita tra i miei capelli.

Riuscivo a sentire battere il suo cuore, batteva velocemente, troppo velocemente.

-nisciuno adda' toccarti, tant' meno chillu omm e' merda- mi sussurrò. A quella frase strinsi ancora di più le mie braccia attorno a lui.

-si o' rifà aia' dirmelo. Ok?- disse staccandosi quel tanto per potermi guardare negli occhi.

Annuì solamente. Poi sentì le sue labbra posarsi sulla mia fronte in un delicato bacio. Con quel gesto mi sentivo protetta...

-mi dispiace interrompere questo momento molto carino ma, prima che il comandante vi veda, Gaia ti vuole la direttrice- mi disse Liz. -arrivo- dissi staccandomi dal ragazzo senza prima però avergli donato un sorriso.

-direttrice, mi voleva vedere?- chiesi bussando. -si Gaia, vieni pure- mi sedetti difronte a lei. -come, purtroppo, hai potuto assistere alla scena, Ciro ha aggredito Massimo, non prima di avergli urlato contro e aver sbattuto diverse porte preso dall'ira- disse lei dispiaciuta. -non ti chiederò il motivo, conosco quel ragazzo ed è molto irascibile, ma volevo informarti che starà in isolamento per 3 settimane e quindi non verrai per tale tempo qua, però se vuoi ti concedo un ora e mezza a settimana per passare a salutare i ragazzi, ho visto che bell'rapporto avete creato- disse sorridendomi. -la ringrazio- dissi prima di salutarla e di andarmene.

Stranamente fuori dal carcere non ci stava l'audi nera di Francesco bensì la skoda kamiq grigio topo di Alessandro.

Salì sulla macchina.

-ciao amore- disse lui dandomi un bacio veloce. -hey, come mai oggi sei venuto tu?- domandai mentre metteva in moto la macchina.

-non posso andare a prendere la ragazza mij dal carcere- chiese ridacchiando.

Poco dopo gli arrivò una chiamata. Subito prese il telefono rispondendo.

-pronto? No ora sono lei, si non preoccuparti, va bene, due minuti e sono da te, a dopo- la chiamata durò all'incirca 45 secondi, -chi era?- chiesi. -un mio amico, mi ha detto che devo andare da lui- rispose imboccando l'ultima strada che avrebbe portato a casa mia. -ti lascio che devo correre, ci vediamo- mi diede un altro bacio veloce e senza nemmeno salutarmi sfrecciò via non appena scesi.

Entrai in casa e trovai i miei familiari intenti a prepararsi.

-dove andiamo?- chiesi slacciando il guinzaglio del cane. -pensavamo di andare fuori a cena, vai a prepararti, veloce- disse mia mamma spingendomi verso la camera.

decisi che avrei indossato un semplicissimo leggins con sopra la felpa bianca rubata ovviamente a Francisco.

Mi sistemai i capelli e fortunatamente la piega era durata. Misi le scarpe e presi la borda mettendoci dentro lo stretto necessario.

-io sono pronta- dissi scendendo le scale e trovai mia mamma con addosso un bellissimo vestito di seta rosso fuoco fino al ginocchio aderente e sopra una giacchetta in pelle che richiamava il tacco nero di velluto a punta. I capelli li aveva legati in uno chignon disordinato ma elegante e anche lei aveva la borsa ma rossa.

-sei bellissima mà- disse Riccardo scendendo le scale.

Lui addosso aveva un paio di jeans neri e una semplice camicia bianca con sopra la giacca in pelle.

Francesco invece indossava jeans bianchi e una felpa verde chiaro, molto easy come outfit.

Una volta pronti salimmo sulla honda bianca di mia mamma per dirigerci al ristorante.

Una volta arrivati ci fecero sedere e mentre aspettavamo i nostri piatti ordinati parlammo tanto.

-ma lo sapevate che il canguro ha trovato la tipa?- disse Riccardo sconvolto. -ma si serio?- disse mia mamma.  -assolutamente, essa bellissima comm o'sole, gentile, educata, isso par nu' cess e maleducato- spiegò il biondo. -tò na' foto- disse lui passandogli il telefono. Lei, bellissima, bionda, occhi azzurri, snella e pelle perfetta, lui, pieno di brufoli, capelli unti e mal curato.

-massi si l'è pigliato sul pecché è ricco- disse la donna al mio fianco.

Amavo fare gossip con lei, era a dir poco divertentissimo.

Per tutta la sera ero felice...


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora