capitolo 75

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Dopo pranzo mi vado a cambiare, sarei uscita con Pietro. Aveva saputo del mio permesso e voleva vedermi.

Mi misi dei pantaloncini di jeans neri strappati e un top bianco.

-io esco!- urlai sbattendo la porta di casa con al seguito Anya.

Mi diressi al parchetto, dove il ragazzo aveva chiesto di vederci.

Appena arrivai lo vidi subito, seduto sull'alto muro che si guardava attorno. -scendi o resti lì come un avvoltoio?- lo presi un po' in giro. Lui ridacchiò e con un salto da gatto scese provocando un forte boato.

-ciao Gajarella- mi stampò un bacio sulla guancia.

-famme capi', tutte vuje Ricci usate chiste nome pe chiama' 'e guaglione?- risi. -mh...si, e lei chi è?- chiese dando una carezza sulla testa del cane. -Anya- lui si chinò per accarezzarla.

Dopo una decina di minuti cominciammo a camminare per le strade di Napoli.

-allora, come sta mio fratello?- mi domandò. -bene, sta molto bene, oltre che fuma come una ciminiera- scherzai. -è dipendente da quelle cose, abbiamo provato a disintossicarlo ma è più complicato del previsto- rise lui.

-siete amici? Parlate molto?- -oh si, è diventato praticamente mio fratello, non facciamo altro che stare insieme, è una persona diversa con me- pensai al ragazzo...

-in che senso?- -nel senso che se con gli altri è scorbutico, scazzone e risponde male a tutti, con me è dolce, carino e mi parla sempre bene- dissi sorridendo.

-gli sei entrata nel cuore- lo guardai interrogativa. -Ciro è, come dire, una persona che non si fida di nessuno, è per questo che è così con tutti. Da quando il suo migliore amico ci ha traditi è diventato così, perché prima era molto più gentile. Ma le uniche persone con cui è diverso siete tu, Edoardo e Rosa- sapere che sono importante per lui mi rende super felice.

-Rosa?- chi è? -si, Rosa Ricci, nostra sorella, dovresti conoscerla. Siete molto simili, testarde, autoritarie e se volete qualcosa la ottenete- deve volere molto bene a sua sorella, per come sorride quando parla di lei.

-se vuoi te la faccio conoscere- mi propose e io annuì volentieri.

Arrivammo difronte a una casa, era molto grande, forse fin troppo per i miei gusti.

-sono qua! E ho portato una persona!- urlò il ragazzo chiudendo la porta alle nostre spalle. Subito una ragazza, alta poco più di me, ci si avvicinò e baciò sulla guancia Pietro.

I lunghi capelli scuri e perfettamente piastrati le arrivavano poco sopra la metà schiena, aveva grossi orecchini e molte collane al collo.

-Rosa, lei è Gaia- disse e lei mi squadrò da capo a piedi.

-Gaia Esposito?- disse scioccata. -si- annuì non capendo. -quindi sei tu la famosa ragazza che ha fatto innamorare Conte- ok... imbarazzo. -ehm... può darsi ma abbiamo chiuso io e lui- dissi visibilmente a disagio.

Lei mi sorrise rassicurante. -vieni, ti facciamo conoscere nostro padre- disse Pietro portandomi in sala.

Sul lungo divano in pelle era seduto un uomo, era molto grosso, sembrava avesse davvero tanti muscoli, la barba rasata era scura ed era pelato.

-chi è?- chiese brusco. -Gaia, Gaia Esposito- rispose Rosa. L'uomo spalancò gli occhi. -Gaia, non ti ricordavo così, sei cresciuta- disse alzandosi e venendomi incontro.

-sono cresciuta? Lei... lei mi conosce?- chiesi non capendo. -ma certo, tutti qua ti conoscono- disse lui facendomi sedere.

-papà, raccontagli tutto- disse Pietro capendo che non stavo seguendo.

L'uomo sospirò prima di raccontare una lunga, lunga storia.

-i Ricci e la tua famiglia sono sempre stati, da anni, molto amici, collaboravamo per vendere ed eravamo un gruppo molto unito. Io e tuo padre eravamo molto amici, il capo di un un clan nostro nemico ha ingaggiato 3 uomini per... beh, far sparire tuo padre- mi vennero i brividi, ripensai a quel terribile momento, io ero lì. Ero lì mentre uccidevano mio padre.

-Quando fu annunciata la morte di Richard, tua madre decise che la tua famiglia si sarebbe levata per sempre dalla camorra, incolpando noi Ricci per la morte di tuo padre-

-è per questo che Francesco vi odia a morte, pensa che papà sia morto per colpa vostra- ora si collega tutto...

-esattamente, da quel giorno i Ricci e la tua famiglia sono sempre stati nemici, non abbiamo mai osato torcere un capello a voi Esposito, Ciro ci ha costretti a farlo- I due ragazzi stavano in silenzio, ascoltavano attentamente la storia.

-perché?- domandai. -Sin da piccoli Ciro ti ha sempre voluto bene, tu non te lo ricordi perché ero molto molto piccola ma lui si ricordava di te. Appena sei diventata una ragazza e lui ti ha conosciuto meglio ci ha ordinato di non toccare la tua famiglia ne tanto meno te. Sei diventata la sua seconda sorellina- mi posò una mano sulla spalla.

-quindi, lui mi conosceva, ma perché faceva finta di niente quando sono arrivata al carcere?- ho troppe domande, troppe cose che non so. -perché ti avrebbe spaventata secondo lui. Una innocente ragazza conosciuta dal figlio del boss di Napoli- sospirai.

-e questo è tutto- guardai Don Salvatore. -grazie- dissi. L'uomo mi strinse in un abbraccio caloroso, mi accolse come se fossi sua figlia. Ora so tutto, e posso riappacificare le due famiglie.

-spero di rivederti presto Gaia- Rosa mi strinse sulla soglia della porta. -anche io, ci vediamo- uscì dalla cosa accanto a Pietro, aveva insistito ad accompagnarmi per sicurezza.

-e ora sai tutta la storia- ridacchiò Pietro. -io non ci posso ancora credere, sembra tutto così surreale- risi mentre camminavamo per le strade di Napoli.

Parlammo a lungo, molto a lungo.

-Ricci ma buongiorno, cosa ci fai in giro con la piccola Esposito?- 


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora