capitolo 60

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Ci stavamo dirigendo tutti nella sala comune dopo la cena.

Attaccato a me ci stava Edoardo, non voleva più scollarsi per non lasciarmi sola, amavo questo suo lato protettivo.

Mi diressi già verso il piano forte, ormai ogni volta che eravamo qua suonavo e cantavo insieme a Cardio.

Passai in mezzo alla sala, accanto alla poltrona dove stava seduto Ares.

Un contatto gelido, sul dorso della mia mano, mi la fece spostare bruscamente. Mi girai e lo vidi lì seduto che mi guardava con un ghigno. Quel gesto era perfettamente voluto. 

Le sue mani erano dei cubetti di ghiaccio, questo ragazzo è strano.

Cardio mi invitò a raggiungerlo.

Quest'ultimo, infatti, si mise al mio fianco e decidemmo quale canzone cantare.

Alla fine optammo per 7 years, di Lukas Graham.

Guardai le facce di tutti, aspettavano ansiosi, ma con i sorrisi, che iniziassimo. Iniziai a schiacciare come se al posto delle dita avessi delle piume i tasti bianchi componendo la delicata melodia della canzone.

-It was a big-big world, but we thought we were bigger, pushing each other to the limits, we were learning quicker, by 11, smoking herb and drinking burning liquor, never rich, so we were out to make that steady figure- Cardio aveva una voce melodiosa, soprattutto su questa canzone. 

Ci guardavano interessati, la direttrice era seduta sulla poltrona e solo ora la notai. Aveva un enorme sorriso in volta e gli occhi lucidi.

Mi aggiunsi pure io e la canzone venne 5 volte meglio, tutto molto delicato, intonato e classico. 

-Soon, I'll be 60 years old, my daddy got 61, remember life and then your life becomes a better one, i made the man so happy when I wrote a letter once, i hope my children come and visit, once or twice a month- andavamo perfettamente a tempo con la musica.

Alzai lo sguardo incrociandolo con quello di Edo, stava muovendo le labbra come per cantarla ma senza far uscire un sibilo. teneva in volto un enorme sorriso, sembrava fiero.

Ricambiai riuscendo pure sta volta a perdermi nei suoi bellissimi occhi.

Mi sentivo però uno sguardo bruciare addosso nonostante fosse gelato. Mi girai e non smetteva di staccarmi gli occhi di dosso, sembrava un fantasma, gli occhi azzurri, quasi bianchi, facevano un effetto strano.

Mi feci scrollare queste sensazioni sulla schiena e ritornai a concentrarmi sui tasti che stavo premendo.

-Once, I was seven years old- quando finimmo la canzone dal pubblico si innalzò un enorme insieme di applausi, la direttrice sembrava contenta. SI era emozionata a vederci.

Abbracciai Cardio prima di raggiungere Ciro ed Edoardo sul divano, mi misi tra di loro appoggiandomi con la schiena al ragazzo dagli occhi verdi e mi mise un braccio attorno al collo.

-siete bellissimi a cantare- mi disse Ciro riferendosi a me e Cardiotrap. Risi. -mi sento offeso- mise il broncio il moro. -dai smettila,  sapimme tutte ca site vuje dduje e cchiù belli- scherzò l'altro moro pizzicandomi la gamba coperta dalla tuta grigia.

Risi ancora rilassandomi sotto il tocco delicato di Edo sulla mia guancia. 

Pochi istanti però lo sentì irrigidirsi, girai lo sguardo e vidi che Ares si stava dirigendo nella nostra direzione.

Si piazzò difronte a me. -vuoi qualcosa?- chiesi notando che restava in silenzio. -si, amma parlà- mi ordinò. -lasciala stare Ares- sputò acido il ragazzo dagli occhi verdi.

-di cosa vuoi parlare- chiesi, non volevo alzarmi da lì. -solo noi due- continuò. Edoardo si stava irrigidendo sempre di più, si stava innervosendo. -vattene ti ho detto- ordinò più brusco. -Edo, calmo- dissi mettendomi seduta. -quindi vieni o no?- domandò spazientito. -ok- feci per alzarmi ma mi bloccò. -dove vai?- mi domandò con la paura negli occhi. 

-torno subito- lo rassicurai. -si tranquillo, torna subito- mi fece un occhiolino. Sentì lungo tutto il corpo brividi. Gli lasciai un bacio sulla guancia e poi ci mettemmo in una zona un po' isolata, mi ci aveva portato lui per non farci vedere.

Lui si appoggiò al muro incrociando le braccia. 

-allora? Di cosa volevi parlare?- gli chiesi, stavo già perdendo la pazienza. Lui passò il suo sguardo ovunque, si morse il labbro inferiore e poi soffermò gli occhi sul tatuaggio della rosa. 

-quindi?- insistetti io. Riportò i suoi occhi glaciali sui miei, venni investita da un freddo della madonna.

Lui negò con la testa. -nulla, volevo solo staccarti da quei due- che nervoso sto ragazzo. -finalmente siamo soli, e possiamo rivolgerci parola- sul suo volto comparve un ghigno malizioso mentre allungava la mano verso la rosa provando a sfiorarla ma gliela spostai bruscamente.

Fece girare un altra volta gli occhi sul mio corpo tenendosi quel maledetto ghigno e si morse ancora il labbro inferiore. Improvvisamente la paura mi assalì, cosa voleva fare.

-che caratterino- continuò. MI girai per andarmene ma mi afferrò il braccio da dietro tirandomi indietro. Mi impancai, perché ho voluto venire, non potevo restarmene lì.

-lasciami- gli ordinai strappando via il polso dalla sua presa e me ne ritornai dagli altri. Sentivo però il suo sguardo sul mio sedere e questa cosa mi mise in imbarazzo.




AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora