capitolo 61

867 25 0
                                    

Ritornai in cella insieme agli altri, Ciro si diresse alle docce mentre io entrai nella stanzetta insieme a Edo.

Avevo ancora le immagini di Ares che mi guardava con quegli occhi e quel sorrisino, sapevo che voleva fare qualcosa ma non so cosa.

Edoardo mi prese il polso facendomi girare e me lo ritrovai a pochi centimetri da me. 

-e cosa avite ritte- mi domandò facendo scivolare le sue mani sui miei fianchi. Il mio cervello andò in tilt. Lo guardai negli occhi mentre sorridevo. 

-a te cosa mporta- lo sfottei un po'. Lui mise un finto broncio. Ridacchiai posando le mani sul suo collo, mi avvicinai al suo viso provando a baciarlo ma si spostò leggermente indietro. 

-finchè non me lo dici non ti dò il bacio- stronzo. Sbuffai. -ok, abbiamo parlato di quanto io fossi bella- -si sapeva già- rise. Arrossì leggermente. Questo ragazzo è incredibile. -seriamente, cosa vi siete detti- lui divenne serio. Mi portò più vicino a lui.

-ha detto che voleva solo staccarmi da voi due, poi me ne sono andata- dissi sinceramente. Tralasciamo la parte in cui mi ha toccato ok? -ere accussi' difficile dirlo?- alzai gli occhi al cielo e finalmente unì le nostre labbra in un bellissimo bacio.

Mi aggrappai ancor di più al suo collo come se non volessi lasciarlo andare. Approfondimmo il bacio mentre mi faceva fare dei passi indietro.

Circondò i fianchi con tutte le bracci portandosi più verso di me. CI staccammo per pochi secondi per riprendere fiato, in quei brevi secondi lo guardai, un sorriso. Un sorriso sincero, che faceva capire tutto. -stai perdendo- mi sussurrò. -smettila scemo- riunì le nostre labbra un altra volta. 

Le nostre lingue cominciarono a danzare e a toccarsi insistentemente, come se fosse la cosa più indispensabile del mondo.

-Li ho beccati!- l'acuto voce di Pino fuori dalla porta attirò l'attenzione di tutti.

Senza staccare i nostri corpi ci voltammo e ridemmo vedendo il ragazzo impazzire, Totò dietro di loro stava per svenire dalla felicità, Pirucchio saltava insieme a Pino mentre Carmine e Chatillo erano molto scioccati.

-non ci credo, finalmente!- urlò il ricciolino facendoci scoppiare a ridere.

-finalmente cosa?- domandò Ciro con accanto Cardio, erano entrambe a fare la doccia e non avevano capito.

-Li ho beccati limonarsi- Pino era emozionatissimo. Come se nulla fosse ritornai a baciare Edoardo, sorrisi sulle sue labbra. Tanto ormai non si poteva più nascondere.

Ciro baciò il suo rosario ringraziando il signore.

-ora vivrò sereno per il resto dei giorni- Pirucchio fece ridere tutti.

-si ok, ma ora via dalla mia cella- ovviamente il boss rovinò tutto. -guasta feste- Edo gli tirò un pugno scherzoso sulla spalla e lui finse che gli avesse sparato.

-Non fare l'attore, mai- lo presi in giro notando come recitava male, ma molto male.

Per tutta la sera parlai tantissimo con i due, sono grata di averli conosciuti, senza di loro non so come avrei fatto, davvero.

-notte- salutai il ragazzo con un veloce bacio a stampo. -diabete- ci derise Ciro.

Risi e poi chiusi gli occhi aspettando di addormentarmi.




La mattina dopo Lino venne a svegliarci con la sua solita delicatezza, e ovviamente il primo ad alzarsi fu Edoardo.

-ma non puoi dormire una volta ogni tanto- gli lanciai addosso il cuscino mentre frugava nell'armadio.

-no- ridacchiò prima di tirare fuori dall'armadio una tuta nera e la felpa dello stesso colore.

-forza o vi tiro giù a calci- ci minacciò. Sbuffai e poi decisi di alzarmi.

Mi misi dei leggins e una felpa bianca dell' off white rubata a Ciro.

Mi lavai velocemente il viso e legai i capelli in uno chignon disordinatissimo. Insieme all'uomo scendemmo in mensa per fare colazione.

-Totò, dormito bene?- domandò Pino ridendo. Il ragazzo aveva delle occhiaie che arrivavano ai piedi e lo sguardo visibilmente stanco.

-povero, non prenderlo in giro- lo difesi io. Pino mi rise in faccia ma io lo fulminai.

-si, non ho dormito sta notte- si appoggiò al tavolo coi gomiti appoggiandoci poi la testa. -piccolo lui- feci il labbruccio accarezzandogli i capelli, era distrutto.

Una volta aver finito di fare colazione uscimmo in cortile, io mi sedetti sulla panchina, sullo schienale dietro di me Edoardo e accanto a me Totò. Stava davvero crollando dal sonno povero.

-vieni qua, appoggiati- gli spostai delicatamente la testa in modo che si appoggiasse alla mia spalla. 

Si sistemò per bene e poi smise di muoversi, immobile.

Stavamo parlando tutti tranquillamente, però mancava lui. Non c'era, solitamente se ne stava in disparte, sta volta però non c'era proprio. 

Questa cosa mi puzza.


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora