capitolo 12

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Stavo uscendo dalla sala quando il comandante mi fermò. -Pino ti cerca, o forse cerca solo Anya- mi fece ridere. -digli che vado dalla direttrice e poi passo a salutarlo- dissi superandolo.

-allora, com'è andata la prima seduta con Ciro?- mi chiese la direttrice. -meglio di quel che pensavo, però c'è molto lavoro da fare con lui- dissi io. -va bene, ti lascio, ci vediamo domani- disse lei. -a domani direttrice-.

Dopo averla salutata andai nella piazza dove mi aspettava Pino. -ciao Anya- disse lui mentre il cane gli saltava addosso. -grazie eh- dissi scherzosa. -we belle- disse Carmine venendo ad abbracciarmi. -ciao Cà- ricambiai mentre mollavo il guinzaglio per lasciare andare Anya con con Pino. -ue Piccrè, seje benuta cca a salutarmi?- mi voltai e vidi Edoardo affianco a Ciro. -ciao Edoà- dissi soltando.

-cos'è chesta freddezza, poco fa nun iri accussi'- rise lievemente Ciro ottenendo un occhiata confusa da Edoardo. -allore piccrè, comme staij?- chiese cambiando discorso. -smettila con quel nome Edoardo- risposi abbastanza incazzata. -piccrè raje, smettila ch'è belle comme nome, soprattutt' pe te- disse sussurrandomi l'ultima frase. 

-ij vache, Anya jamme- chiamai il cane salutando i ragazzi e poi passai in mezzo a Ciro ed Edoardo.

Ciro mi prese il braccio bloccandomi e avvicinandosi al mio orecchio. -ce verimmo dimane gajarella- e mi lasciò un leggero bacio sulla guancia. Per un attimo tutto il corpo mi si riempì di brividi.


Tornata a casa decisi di farmi un lungo bagno essendo a casa da sola.

Presi l'asse che usavo sempre e ci appoggiai su il computer e una birra.

Accesi l'acqua calda e nel frattempo mi spogliai. Mi fermai davanti allo specchio guardando ogni singolo tatuaggio che ormai era indelebile sulla mia pelle.

Ero minorenne quindi ho sempre dovuto aver bisogno del consegno di mia madre che non esitava a farmeli fare.

Quando la vasca fu piena mi immersi fino alle orecchie godendomi la mia serie tv e l'acqua bollente sul mio corpo.

Improvvisamente mi venne in mente Ciro.

Volevo sapere di più di lui...

Mentre pensavo a lui con in sotto fondo le voci della serie mi addormentai con la testa appoggiata al muro della vasca.


-papà ci sei? Vieni!- urlai dal molo che si affacciava sul mare. -arrivo tesoro!- disse correndomi incontro. Aveva il suo bel sorriso stampato in faccia.

Ma c'era qualcosa di strano...

Il molo in legno iniziò a diventare morbido, come se fosse un materasso.

Poi in lontananza vidi 3 uomini, vestiti interamente di nero e armati di pistola. 

-papà! Papà!- cercando di avvisarlo che quegli uomini gli stavano andando addosso. Lui si voltò di scatto.

Il primo uomo gli saltò addosso facendolo cadere in acqua. Mi inginocchiai davanti provando a cercarlo. Mi voltai e i due uomini erano alle mie spalle.

Uno mi afferrò il collo portandomi sott'acqua insieme a lui. Mi dimenai cercando di tornare in superficie mentre la luce del sole diventava sempre più debole.

Gli occhi si chiusero e le mie urla non le sentì più. Avevo perso le forze per liberarmi dall'uomo.


-Gaia! Gaia svegliati!- sentì qualcuno che mi tolse dall'acqua e iniziai a fare grandissimi colpi di tosse vomitando acqua.

-brava, buttala tutta fuori- disse massaggiandomi la schiena.

L'acqua ormai si era raffreddata da tempo e io tremavo, ma non dal freddo.

-tieni- Riccardo mi porse l'accappatoio poi si voltò mentre me lo mettevo. Mi sedetti sul water mentre lui mi pettinava delicatamente i capelli bagnati.

-l'ho sognato ancora- dissi con voce tremante. -se non ci fossi stato tu cosa mi sarebbe successo?- gli chiesi girando lo sguardo vero di lei. -non pensarci adesso- mi diede un delicato bacio sulla guancia. Poi prese il phon e iniziò ad asciugarmi i capelli.

 Finito di sistemarmi e mettermi il pigiama volai in camera stendendomi sul letto e in pochi minuti tutto divenne nero.

AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora