capitolo 41

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Oggi Lino venne a svegliarmi presto, finalmente avevo un permesso.

Mi alzai facendo il più piano possibile e poi andai in bagno a cambiarmi mettendo dei ciclisti corti, un top nero e una felpa con la cerniera. Presi le ultime cose e poi uscì dalla cella.

Il mio sguardo si posò sul volto angelico, stava riposando beatamente. Mi avvicinai e gli spostai i capelli dalla fronte posandoci un bacio delicato.

Mi allontanai e uscì accompagnata da Lino.

-Vuoi far colazione?- mi chiese Beppe. -no tranquillo, la farò con mio fratello- risposi mentre ci dirigevamo verso il cancello.

Salutai Beppe che mi fece uscire e subito riconobbi la macchina di mio fratello.

Lui era appoggiato al cofano mangiandosi le unghie, non appena sentì lo strido del cancello si voltò verso esso. Sul suo volto comparve un sorriso fino alle orecchie.

-Gaia!- urlò correndomi incontro. -Franci!- urlai a mia volta. Gli saltai in braccio allacciando le gambe al suo busto e lui mi sorresse stringendomi i fianchi.

-mi sei mancata tata mia- disse con voce piena di gioia. -pure tu, tantissimo- risposi lasciandogli un bacio sulla fronte.

Una volta saliti in macchina ci dirigemmo verso casa nostra. Avevo la felicità a mille, il cuore che sembrava stesse esplodendo e gli occhi quasi lacrimavano.

Parcheggiammo e subito entrai in casa.

-mia bellissima!- urlò Riccardo stringendomi più che poteva. Io feci la stessa cosa e sentì due lacrime di gioia colare dal mio viso. -madonna non sai quanto mi mancavi- disse lui. -tesoro mio- la splendida voce di mia mamma mi fece staccare da mio fratello e mi avvinghiai a lei come se stessi per cadere.

-come sei bella amore della mamma- mi guardò da testa a piedi con un sorriso enorme. 

Poi finalmente vidi quella matassa di pelo scendere le scale di fretta e furia per poi fare un salto atterrandomi tra le braccia. -bimba mia- iniziò a leccarmi tutto il viso mentre scodinzolava talmente tanto da non riuscire a stare ferma.

-gli sei mancata pure a lei- disse Riccardo chinandosi. -anche voi mi siete mancati tantissimo- mi abbracciai ancora una volta-.

Dopo un oretta passata a raccontagli una parte delle cose iniziammo a preparare da mangiare.

-poi Carmine è un botto simpatico, parliamo tantissimo ed è dolcissimo- dissi mentre giravo il ragù in pentola. -poi c'è Edoardo- i miei occhi si illuminarono e le labbra di incurvarono. Mia mamma mi guardò chiudendo i palmi in dei pugni e mettendoli sui fianchi. -chi è questo Edoardo- rispose avvicinandosi. Aveva notato la mia faccia e forse aveva capito.

-è un ragazzo in cella con me, mi ci sono affezionata tantissimo e mi ha aiutata un sacco quando ho scoperto del tradimento- dissi anche l'ultima parola con il sorriso.

-e c'è qualcosa?- domandò quasi emozionata. -no mamma,  no, ti pare?- dissi, sembravo impanicata. -mh... ok- ripose lei piazzando i piatti sul tavolo.

Dovevo dirglielo di Ciro? 

Questa domanda mi frullava in testa, infilai la forchetta in bocca e masticai il pezzo di carne.

-mamma, devo dirvi una cosa- dissi. L'ansia stava salendo. -dicci- continuò Francesco. -dovete sapere che, oltre a Edoardo... in cella ho pure un altra persona- arrotolai il tovagliolo al dito. -chi è questa persona?- insistette Riccardo. -Il figlio di Ricci, Ciro- risposi io d'un fiato. I loro sguardi si tramutarono in un espressione indecifrabile. Arrabbiati, tristi, preoccupati. -C'è tu mi stai dicendo che dormi con Ciro Ricci? Il figlio del boss di Napoli?- domandò Francesco leggermente irritato. -Franci...- la mamma gli posò una mano sul braccio per tranquillizzarlo. 

-quello dovrebbe starsene in isolamento a vita, così come il resto della sua famiglia di merda- lui è quello che aveva sempre avuto molti più problemi con i Ricci, non ho mai capito il motivo.

-si, cosa c'è di male. Non mi ha mai toccato- mi dà fastidio che parli così di Ciro. -Gaia, ma ti rendi conto che quello potrebbe ammazzarti da un momento all' altro senza accorgertene?- la sua voce si stava alando. -ragazzi, per favore- disse la mamma. -no io ora finisco di parlare- rispose alzandosi in piedi. -che problemi hanno? Tu non puoi restare con lui giorno e notte, ti ammazzerà di sicuro- era molto nervoso, lo notavo dagli occhi sgranati. -e per quale motivo sentiamo?- risposi. Mi stavo alterando pure io. -Perché quello è un ragazzo pazzo, un assassino. Così come il resto della sua famiglia. Dovrebbe solo morire- alzò di tanto, ma tanto la voce. In quel momento non ci vidi più. Ero accecata dalla rabbia. -cosa stracazzo hai appena detto?- sbottai battendo la mano sul tavolo. -Gaia, Francesco- Riccardo stava cercando di calmarci, invano. -che è un assassino, deve morire quello- rispose senza peli sulla lingua. -non provare mai più a parlare così di lui! Sono stata chiara!?- urlai alzandomi in piedi facendo tremare il tavolo. 

-Gaia! Ma che cazzo hai nel cervello? I Ricci sono tutti psicopatici!- alzò il braccio. -Niente e nessuno ti dà il diritto di parlare così di Ciro, non lo conosci, io si invece. Non ha fatto nulla- ormai ci stavamo urlando in faccia. Mi faceva male, ma i miei amici non si toccano.

-ma ti rendi conto di quello che stai dicendo!? Cosa ti fanno a quel carcere eh? Ciro è un assassino, punto!- -ma che ne sai?! Che ne sai tu!- sentivo gli occhi umidi. -Lo so e basta!- non era normale vedere mio fratello che mi urla addosso così. -Pure io ho ucciso una persona ma a me non mi dai dell'assassina! Ma a lui si e questo perché ti sta sul cazzo. Ma devi capire che non puoi etichettare una persona in questo modo senza conoscerlo!- sbattei violentemente la mano sul tavolo facendo sobbalzare il resto dei familiari. 

-Ma si può sapere cosa diamine ti dicono all'IPM per farti sparare queste cazzate?- -Tu non devi parlare così di Ciro, ne degli altri miei amici del IPM? Sono stata abbastanza chiara o te lo devo far capire con le brutte maniere- feci qualche respiro prima di andarmene in camera.

Ho esagerato? Non lo so, ora voglio solo staramene tranquilla e non pensarci più. Mi faceva male urlargli addosso ma non mi ha dato altra scelta.

Mi tastai la tasca alla ricerca del mio telefono ma al suo posto trovai un bigliettino.

Sopra c'era un indirizzo. Nina!.


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora