capitolo 58

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POV'GAIA

Battevo ripetutamente il piede a terra attendendo Liz che venisse a prendermi. Dopo una settimana di inferno finalmente tornavo fuori dalle mie vite.

Avevo accanto il borsone ed ero stra in ansia. Sembrava che questi brevi minuti non passassero, fino a quando la porta in ferro non venne aperta dalla donna che mi accolse con un enorme sorriso.

-dai vieni- rise leggermente vedendo la mia euforia.

La seguì per tutto il corridoio con la borsa sulle spalle mentre parlavamo di come stesse andando nell'ala B. Non ci vedevamo da molto se non per portarmi da mangiare.

-ti lascio in mano a Lino- fuori dalla porta che portava alle celle maschili ci stava l'uomo che mi accolse con un bel abbraccio. -ci sei mancata- disse lui.

Mi portò nella mia cella. Subito il mio naso incanalò il buonissimo profumo dei due ragazzi.

-Ciro, te l'ho riportata- Il moro si voltò, era appoggiato alla finestra con i gomiti. Appena si voltò mi tuffai nelle sue braccia. -Gajarella- mi disse. -ciao brutto mio- avevo un sorriso a 49 denti mentre stringevo sempre di più il suo busto.

-mi sei mancata molto- mi sussurrò lasciandomi un bacio in fronte.

-Gaia- l'inconfondibile voce di Pino mi fece staccare da Ciro e abbracciai il ragazzo. Salutai tutti i ragazzi con baci e abbracci, ma mancava lui.

-dov'è Edo?- chiesi, la nostra cella stava diventando un po' piccola per tutti ma vabbè.

-è in doccia il tuo amore, sta tornando- scherzò Pirucchio.

Pochi istanti dopo sbucò dal corridoio lui in pantaloncini e senza maglia che si asciugava i capelli con un asciugamano.

Spalancò gli occhi non appena mi vide seduta sul letto.

-piccrè- mi alzai di botto correndogli in contro e gli saltai addosso. Strinsi le gambe sul suo bacino mentre circondò i miei fianchi con le mie braccia tenendomi sollevata.

Infilò il viso nell' incavo del mio collo, arrotolai le braccia al suo.

Sembrava non ci vedessimo da mesi, mi era mancato troppo. -me seje mancata assaij piccrè- mi sussurrò. -pure tu tantissimo- lo obbligai a guardarmi negli occhi, finalmente potevo tornare a perdermi in quelle due pozze.

Gli sorrisi, un sorriso estremamente sincero, lui ricambiò ma fummo interrotti.

-se la smettete di fare i piccioncini grazie, le sconcerie un altro giorno- cardio ci tirò un cuscino e lui mi mise giù. Ci andammo a sedere sul letto, o meglio, io sdraiata con la schiena al muro, lui tra le mie gambe a pancia in su con la pancia appoggiata al mio stomaco. Gli infilai le dita tra i capelli iniziando  a snodarli e attorcigliarli alle mie dita.

-no ma è terribile, non passava più il tempo, mi sembrava di diventare pazza ogni minuto di più- dissi ripensando alla brutta esperienza dell'isolamento.

-si, è proprio brutto- concordò Edoardo. Lui è andato in isolamento per 3 settimane per aver picchiato Beppe un anno fa.

-Ragazzi, cosa ci fate tutti qua. Andate nelle vostre celle- Lino cacciò tutti i ragazzi che se ne andarono non prima di aver sbuffato e insistito, ma Lino li obbligò.

Almeno stavamo io e i ragazzi da soli.

Mi sedetti sul davanzale, il moro dagli occhi pece mi porse una sigaretta che non rifiutai.

-è cambiato qualcosa?- chiesi -Sei stata via una settimana, non un anno- rise Edoardo prendendomi in giro.

-vado a pisciare- Ciro saltò giù dal letto entrando nel bagno. -fine, dicevano- scherzai.

Lui si chiuse dentro. Il moro non esitò un istante prima di mettersi davanti a me. Mi posò le mani sulle ginocchia allargandole permettendogli di mettersi tra le mie gambe.

Fece poi scivolare le mani sulle cosce provocandomi le solite stranissime sensazioni. 

Gli misi le mani sul collo avvicinandolo ancor di più a me, sorrise a quel gesto. -che c'è? Pensavi che fossi una ragazzina innocua?- gli sussurrai avvicinandomi alle sue labbra, alternava gli occhi dalla mia bocca ai miei occhi. 

Lui ridacchiò sulle mie labbra, si inumidì la bocca con la lingua, strinse la presa sulle mie cosce e dovetti mordermi il labbro inferiore per trattenermi.

Stanca mi avvicinai di quel poco che bastava per far unire le nostre labbra in un bacio molto approfondito. Si spinse ancor più tra le mie gambe fino a  far sfiorare le nostre parti intime.

Mi prese il labbro tra i suoi denti mordendolo delicatamente, iniziai ad ansimare. Non riuscivo più a tenermelo dentro.

Mi chiese l'accesso che gli diedi senza pensarci due volte e le nostre lingue iniziarono una danza folle.

Allungò le mani sul mio sedere portandomi più attaccata al suo corpo.

Iniziava a mancarmi il respiro ma me ne fregai godendomi finalmente le sue labbra dopo giorni.

SI staccò, capì però che non voleva dal suo sguardo desideroso.

-c re piccrè? staij perdendo 'a nostra scommessa?- mi guardò malizioso. Mi avvicinai pronta per baciarlo di nuovo. Lui si aspettava ciò ma a pochi millimetri mi bloccai. -nu mma nnamoro e chilli già occupati- lui alzò le sopracciglia e questa volta fi lui a posare le sue labbra sulle mie in un veloce bacio a stampo.

Quel sorriso che avevo su da ormai un po' scomparve non appena il mio sguardo passò alle spalle di Edoardo. 

Lui si girò non capendo.

Sulla soglia c'era un ragazzo appoggiato al muro, teneva le braccia incrociate al petto e un sorrisino indecifrabile sul volto.

I capelli erano scuri come la notte, spettinati e ancora bagnati.

Mi posò gli occhi addosso ma capì che li teneva sul mio corpo da un po' ormai. Rabbrividì a quel tocco invisibile, i suoi occhi erano qualcosa che non si poteva capire. Sembrava il diavolo, un diavolo chiaro.

Abbassai lo sguardo non riuscendo più a trattenerlo sui suoi occhi ghiacciati.

-ma che carini- sorrise falsamente. -vattene Ares- Edo mi strinse come per fargli capire che non doveva toccarmi.

-presentami la ragazzina- mi indicò con lo sguardo. Bruciava sulla mia pelle. Edoardo si stava innervosendo, lo notai da come il respiro stava diventando pesante.

-ti ho detto di andartene- alzò la voce di poco ma lui non si schiodò da dov'era.

Grazie a dio la porta del bagno si aprì rivelando il boss.

-Ares, levati- Ciro lo sguardò, sembrava volesse ucciderlo da un momento all'altro, lui si raddrizzò scomparendo poi dietro al corridoio.

-chi è?- chiesi a Ciro. -nessuno- mi rispose brusco.

C'è qualcosa in quel ragazzo che non quadra.





AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora