capitolo 35

1K 28 0
                                    

Lino ci svegliò molto più presto del solito. Oggi saremo dovuti andare in barca come promesso. -dai alzatevi o vi faccio alzare io- disse Edoardo iniziando a fare casino pur di metterci in piedi. -Ciro! Spegnilo!- ordinai al ragazzo mettendo la testa sotto al cuscino ma che, nel giro di mezzo secondo, mi venne tolto. 

-non ti sopporto- sbuffai, mi degnai di guardare quel essere vivente che mi tormentava già di prima mattina. Mi decisi ad alzarmi, presi le cose che avevo preparato la sera precedente e andai in bagno a cambiarmi.

Mi misi un costume blu ti Tommy Hilfiger, la parte sopra aveva un elastico con il marchio che si incrociava sul davanti e la parte sotto era simile alle mutande di victoria secret.

Uscì dal bagno per prendere qualcosa da mettere sopra e trovai i due ragazzi imbambolati a fissarmi.

-tutt' apposte?- chiesi divertita. -mh?- disse Edoardo risvegliandosi dal suo stato di trans. -aggio ritte, tutt' apposte?- ripetei ancora più divertita. -assolutamente si- disse Edoardo tirando uno schiaffo sulla spalla a Ciro. Lui si coprì la bocca con la mano e sussurrò qualcosa con le parole "ti uccido" senza poi capire il continuo. -va bene frate, non tocco ne guardo- disse Ciro alzando le mani in segno di difesa.

Misi dei pantaloncini dell'Adidas fino a poco sopra il ginocchio e un top bianco. 

Rubai una felpa a Edoardo, nera con la cerniera e andammo in mensa a fare colazione.

-come sei raggiante oggi zucchero filato- disse Totò facendo spazio al tavolo. -grazie scemo- ridacchiai mettendomi accanto a lui. Oggi l'aria era molto amichevole, tutti parlavamo  e ridevamo. 

Mangiai qualcosa velocemente e poi uscimmo salendo sul furgoncino messo a disposizione dal istituto.

-che bello- dissi guardando l'alba dal finestrino. Era davvero presto, infatti non c'era anima viva in giro.

Il tragitto durò circa 20 minuti, poi scendemmo su un piccolo porto. La barca davanti a noi era abbastanza grande, c'era la cabina del comandante e tutt'attorno uno spazio enorme dove poter prendere il sole  rilassarsi. Ai lati ci stava una specie di panca con dei cuscini dove sedersi.

-prego- disse il comandante facendoci salire uno alla volta.

-la parte davanti è mia!- dissi lanciandomi sulla punta della nave. Mi aggrappai alla ringhiera osservando il mare, oggi era molto calmo, abbiamo fatto bene a uscire oggi.

Una volta saliti tutti la barca partì dirigendosi verso il centro del mare.

-Gaia, vieni a giocare?- domandò Pirucchio indicando le carte. -dobbiamo finire il torneo- disse Edoardo. -va bene, scontro vincente, Sannino vs Conte- mi avvicinai ridendo. Edoardo mi fece sedere tra le sue gambe, appoggiai la schiena a lui e mi mise le braccia attorno ai fianchi.

La partita cominciò tra scleri e risate varie. Naturalmente stava vincendo Conte, a carte era imbattibile.

-butta questa- gli indicai una carta e lui la mise per terra. Poi la mise Sannino. Andarono avanti così, ogni tanto consigliavo qualcosa al ragazzo e facevamo punti.

-23 a 17 Pirucchio, anche sta volta porto a casa la vittoria- disse vantandosi Edoardo. Appoggiò il mento sulla mia spalla ridendo in faccia al ragazzo davanti.

-avevi lei che ti aiutava, non vale- disse -anche se sta partita avessi vinto te non recuperavi tanto eh- lo prese in giro ancora, lui sbuffò prima di scoppiare a ridere.

-Edo, Gaia, Pirù!- Ciro urlò i nostri nomi indicandoci con la testa il mare. Subito capimmo e iniziammo a svestirci. -no ragazzi, non in acqua!- Beppe provò a fermarci ma noi ci lanciammo a peso morto in mezzo al mare.

Appena riemergemmo Beppe e il comandante ci stavano guardando divertiti. -Perché non venite anche voi?- gli propose Totò. -dai risalite- restammo ancora per un po' in acqua a schizzarci e fare gli stupidi prima di salire sulle scalette e metterci al sole ad asciugarci.

Eravamo tutti vicini sopra un tappeto di asciugamani. Li avevamo uniti tutti per stare vicini.

-quella assomiglia a un albero- disse Pino indicando una nuvola in cielo. -a me sembra più un cane- disse Pirucchio. -quella invece sembra una di quelle cose per andare nello spazio- disse Edoardo indicandone un altra.

Eravamo vicini, più precisamente io i piedi da una parte e lui dall'altra, tenevo la testa appoggiata alla sua spalla e lui la testa appoggiata alla mia. -navicella Edoà- lo corressi ridendo. -si vabbuo chella cosa llà- rise pure lui. Girai lo sguardo verso di lui ritrovandomelo a pochi centimetri di distanza. I suoi occhi, avevano qualcosa che mi attirava magicamente. Sarà quel verde particolare.

Sorrisi e lui ricambiò.

-ma Gaia, questo tatuaggio?- mi domandò Ciro sfiorandomi l'anca.

Avevo nascosto quel disegno dall'inizio, ma ora era inevitabile che si vedesse.

Avevo nascosto quel disegno dall'inizio, ma ora era inevitabile che si vedesse

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

-l'ho fatto a 15 anni- dissi. Il ragazzo al mio fianco alzò la testa per osservarlo e poi la riportò dove prima.

-Una tigre come quella di Edo- sottolineò Pino.

Vero, non ci avevo fatto caso.

-siete fatti l'uno per l'altra- scherzò Ciro ridendo e facendo ridere gli altri. Probabilmente arrossì un po'.

-però hanno ragione- mi sussurrò all'orecchio. Mi girai per guardarlo e aveva il solito ghigno sul volto. Alzai le sopracciglia e ritornai a guardare le nuvole.


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora