capitolo 42

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Il taxi si fermò difronte a una casa molto graziosa, non era eccessivamente grande. Era a due piani ed era colorata di bianco, sul davanti c'era un portico in legno vecchio e ai lati 4 alti cipressi, il giardino era decorato da un gazebo sotto il quale ci stavano dei divanetti e delle aiuole.

Camminai lungo il sentiero e poi bussai alla porta. -arrivo!- una voce melodiosa provenne da oltre la porta.

Poi una giovane ragazza spuntò dalla porta. Era davvero bella, i lunghi capelli castani, tendenti al moro, erano legati in uno chignon disordinato e dei bellissimi occhi color ghiaccio.

-posso aiutarti?- mi chiese interrogativa. -sei Nina? La moglie di Carmine Di Salvo?- chiesi gentilmente. -si, come lo conosci?- mi chiese con una nota di preoccupazione. -sono Gaia Esposito, sto all' IPM con lui e avendo avuto il permesso mi ha chiesto di venire da te e vostra figlia per vedere come state- chiesi donandogli uno dei più grandi sorrisi. 

-scusami, entra pure- mi fece spazio ed entrai. La casa era molto bella, i, divano in pelle bianco difronte a un bel camino e sopra una tv. Al centro ci stava un box, al suo interno c'era una piccola bimba seduta che giocava con le costruzioni di gomma. Mi si illuminarono gli occhi.

-vuoi qualcosa da bere?- mi chiese lei. -no grazie, sono apposto-

Ci sedemmo sul divano e lei prese in braccio sua figlia. Era bellissima, identica al padre. -quindi sei tu la famosa Futura di cui parla tanto tuo papà- dissi con una vocina mentre la bimba mi stringeva il dito. -parla di lei?- chiese quasi in lacrime. -assolutamente si, parla di voi due, di quanto vi ami e di quanto voglia vedervi- dissi e le scese una lacrima. -vuoi prenderla in braccio?- mi chiese e io sorrisi come una bambina a Natale. La presi e la appoggiai sulle mie ginocchia mentre giocava con la mia collana. -ti piace piccolina?- risi leggermente. 

-come sta Carmine?- mi chiese. -lui sta bene, abbiamo legato molto e mi parla tantissimo di voi. Vi ha descritto talmente volte che ti aspettavo proprio così- lei rise contagiandomi. 

-è una bambina troppo carina Futura, è uguale a lui- dissi guardando ogni particolare del dolce faccino della bimba.

Parlammo tantissimo, gli mancava molto Carmine. Erano bellissimi insieme, sono la coppia perfetta.

-grazie ancora di essere passata Gaia- disse mentre mi accompagnava alla porta con in braccio la sua creaturina. -ma figurati, farei di tutto per Cà- risposi. -io ora vado o mia mamma si preoccupa- dissi uscendo. -aspetta, puoi dare questo a Carmine?- mi porse una busta marrone ben sigillata. -ma certo, ci vediamo Nina- lasciai un bacino in fronte alla bimba e me ne andai. 

Mi ero innamorata di Futura, una bimba così bella.

Decisi che prima sarei passata al molo.

Andai lì e mi sedetti sul bordo facendo penzolare le gambe, guardai verso l'IPM e sorrisi ripensando alla busta.

Le onde del mare oggi erano molto basse, l'acqua cristallina mi sfiorava a mala pena i piedi e la leggera brezza mi portava indietro i capelli. 

respirai quell'aria di mare, da qua si sentiva ancora meglio.

Restai lì per un po' prima di prendere la strada per tornare a casa a piedi.

Passeggiavo davanti ai negozi pensando a tutto. Non mi accorsi nemmeno che andai a sbattere contro un ragazzo.

-scusa- dissi senza alzare lo sguardo. -amore?- quella voce. Quella maledettissima voce. -Alessandro- feci un passo indietro puntando gli occhi su di lui. -Amore tutto bene? Che hai?- provò a toccarmi il braccio ma mi spostai. -amore?- mi chiese. -non chiamarmi amore- dissi secca. -posso sapere cosa ti prende?- allungò una mano verso il mio viso ma gliela spostai bruscamente. -che mi prende? Alessandro, sai benissimo il motivo- dissi cercando di non piangere. -no che non lo so- finto tonto. -e quel video in cui ti limonavi una tipa? Eh?- alzai leggermente la voce, lui sbiancò. -Gaia, posso spiegarti- tentò un altra volta di toccarmi il braccio. -non toccarmi- lo fulminai con lo sguardo. -non hai nulla da spiegare- dissi io facendo un altro passo indietro.

-Gaia, per favore, io non volevo...- disse lui -e allora perché l'hai fatto? Se non vuoi una cosa non la fai- alzai la voce. -gaia devi credermi- sentivo gli occhi inumidirsi. -Alessandro lasciami in pace, hai buttato due anni nel cesso- provai a trattenermi. -Gaia- -Vattene ti ho detto- alzai ancor di più la voce ma lui mi si avvicinò.

-ha ritte ca te ne e ji', nun tiene sentuto?- una voce alle mie spalle. Alessandro sgranò gli occhi e se ne andò a gambe levate. Mi voltai e trovai un ragazzo moro e alto. Aveva un volto familiare. -tutto bene?- mi chiese. -si grazie- risposi. Il suo sguardo mi ghiacciò completamente. -ma tu sei Gaia Esposito?- mi domandò quasi stupito. -s..si perché?- non sto capendo. -io sono Pietro, il fratello di Ciro. Penso che lo conosci molto bene- mi allungò la mano facendomi l'occhiolino. gliela strinsi guardandolo in modo strano. -jamme gajarella, sto scherzando- rise lievemente. 

-comme sta Ciro?- mi domandò mentre ci incamminavamo uno affianco all'altro verso un parcheggio. -sta appost, si fa rispettare- dissi soltanto. -ovvio, è un Ricci- rise lui facendo ridere pure me. 

-vuoi nu passaggio?- mi chiese infilandosi un casco appoggiato alla sua moto, una Kawasaki Ninja verde e nera. -si grazie- mi porse l'altro casco e salimmo. Strinsi le braccia attorno al suo busto e dopo avergli detto dove abitavo mi portò a casa. Ho sempre amato andare in moto, mi faceva sentire libera.

-eccoci qua- spense la moto togliendosi il casco. -grazie- dissi per l'ennesima volta porgendogli il mio. -basta ringraziarmi gajarella- rise ancora. Aveva un sorriso smagliante.

-ci vediamo in giro- mi sorrise prima di ripartire sulla sua moto.

Entrai in casa e non salutai nessuno se non Anya e corsi in camera mia.

mi misi il pigiama ma bussarono alla mia porta.

-Gaia, sono io. Posso entrare?- mi chiese. -si- dissi sbuffando. Lui entrò, aveva ancora i capelli bagnati ma si sedette sul mio letto affianco a me.

-ascolta, io non volevo parlare male di Ciro...- -ma l'hai fatto, non vuol dire che se tu hai dei problemi con i Ricci devo averli anche io- ok questa era cattiva.

-hai ragione, ti chiedo scusa. Ma ti prego Gaia, stai attenta, non mi fido molto- disse lui. Capì che era solo molto preoccupato per me. Un po' mi sto pentendo di avergli parlato così male. -va bene- gli sorrisi prima di stringerlo tra le mie braccia.

Dopo aver parlato mi andai a fare una doccia ma quando uscì trovai un messaggio sospetto.

*numero sconosciuto*

Gajarella domani passo a prenderti, alle 5:30 sotto casa tua

Mi raccomando, puntuale


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora