capitolo 46

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-madonna mi sono divertita tantissimo- dissi ridendo come una pazza in cella. -sembri ubriaca- scherzò Ciro mentre barcollavo dalle risate.

Mi lasciai cadere a peso morto sul mio letto e Ciro accanto a me mentre Edoardo entrava in bagno. -te piac  vero?- mi sussurrò il moro al mio fianco. -chi?- sapevo che si riferiva a Conte. -Gesù Cristo, e chi essa parla'?- girai lo sguardo verso di lui. -no, nun me piac- ritornai a fissare il soffitto. -e allore pecche' ce seje rimasta malemente?- mi domandò alzando le sopracciglia. Perché ci sono rimasta male se non mi piace?

-pecche' nun è giusto ca fa accussi' cummico ma fore tene na' moglie- -se vabbè- sospirai...

Non capivo, ogni volta avevo le farfalle nello stomaco, quando mi guardava con quegli occhi poi, madonna mia mi faceva svenire. Sentivo che provavo qualcosa ma non so che cosa... 

Sentivo le palpebre abbassarsi da sole, il corpo rilassarsi e la voce di Ciro che si faceva sempre più lontana.

Poi finalmente caddi in un sonno troppo profondo con l'immagine di Conte impressa in mente.

POV'EDOARDO

Oggi mi aveva ignorato completamente, dovevo parlarci, e anche il prima possibile. Deve capire che a me non mi importa di Carmela, voglio lei. 

Mi ha fottuto il cervello quella ragazzina. Come diamine sia possibile?

Mi rinchiusi in bagno con un dolore al petto. Me la immaginavo ancora, seduta davanti a tutti mentre suonava, sembrava davvero una sirena, era perfetta.

Lì sentì parlare ma non distinguevo le parole, provai a ignorarli e mi lavai infilandomi i pantaloncini che usavo per dormire.

Quando uscì dal bagno li vidi entrambe sdraiati sul letto di Gaia, lui teneva la testa appoggiata alla sua spalla. Dormivano beatamente entrambe, sembravano due fratelli. Per un istante invidiai Ciro, volevo essere io al suo posto.

Li guardai, erano così dolci e bellini insieme, lei aveva il viso rilassato, un lieve sorriso e la mano sotto al collo del ragazzo. 

Sorrisi a vederli, tirai via la coperta dal letto di Ciro provando a coprire entrambe, non volevo svegliarli, dormivano così bene. 

-statt'accuort ca so' geloso- sussurrai al orecchio di Ciro. Le sue palpebre vibrarono. -staje cheto, nun te fotto 'a guagliona- mi disse con voce mezza addormentata. Ghignai e mi misi sul mio letto. 

Vidi il peluche di Gaia a terra, lo raccolsi e me lo appoggiai al petto stringendolo. Profumava di lei, inalai quantità disumane del suo profumo fino ad addormentarmi con lei nella mente.




-Sveglia! Forza!- la noiosa voce di Lino mi obbligò ad aprire gli occhi. Davanti a me vidi una bella immagine. Gaia era sdraiata a pancia in su mentre Ciro la stringeva all'altezza della pancia. Dormivano beatamente come la sera precedente. Io stringevo ancora il peluche di Gaia al petto come un bimbo.

Mi stropicciai gli occhi facendo versi strani. -Edoà, fai piano- disse Ciro stringendo ancor di più Gaia. -frate- lo chiamai. La mia gelosia si fa vedere. mh?- lui si girò e lo guardai male segno che aveva capito. Per ripicca si strinse ancora di più guardandomi con sguardo malefico. -stronzo- ridacchiai fissando le doghe del letto sopra al mio.

-Volete svegliarvi o restate a letto ancora per molto?- la voce di Pino ci vece girare verso la porta della cella, era lì sulla soglia ad aspettarci.

-arriviamo- ed eccola lì. Mezza addormentata e con tutti i capelli arruffati. Sorrisi automaticamente a vederla. frugò nell'armadio e poi rientrò in bagno. presi una tuta grigia e una maglietta bianca. Mi vestì e aspettai Ciro e gaia che una volta pronti scesero insieme agli altri.

Mi ignorava ancora, faceva finta di nulla ma sapevo che c'era rimasta male, e anche tanto. Non volevo farla star male, anzi è l'ultima cosa che avevo intenzione di fare ma sono stato stupido, dovevo dirglielo prima. Forse ora mi parlerebbe ancora.

Scesi e le ragazze erano già giù a fare colazione. 

Mi sedetti insieme agli altri dove regnava, ancora, il silenzio. 

Inzuppai i biscotti nel latte.

Tra poco faceva più rumore una piuma che cadeva. 

-c'è molta tensione in aria zuccheri filati- Totò e le sue uscite tattiche, aveva detto la frase con un tono come nei film horror costringendomi a sputare il biscotto in un fazzoletto prima di soffocarmi. Ciro spruzzò il latte che aveva in bocca in faccia a Pino che stava respirando con calma per evitare di far uscire il the dal naso ma fu abbastanza impossibile dato che tutti scoppiammo a rider e lui lo risputò nel bicchiere per evitare di fare la mia stessa fine.

-Totò ti amo- scherzò Gaia mentre si riprendeva dalle risate. 

Questa scena aveva fatto davvero ridere, pure Beppe stava ridendo vicino a noi.

Incominciammo a parlare del più e del meno tranquillamente, come sempre, se non per il fatto che io e lei non ci rivolgevamo parola.

Totò cosa farei senza di te.


AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora