capitolo 76

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Quella voce...

Il panico mi assalì, aspettando di voltarmi per confermare le mie ipotesi.

-cosa vuoi?- rispose brusco il ragazzo al mio fianco. Mi voltai ed era lì, davanti ai miei occhi, con quel suo ghigno in volto.

-comme seje belle- disse squadrandomi da testa a piedi. Pietro mi spostò leggermente indietro rispetto a lui. -lasciala stare- ringhiò. 

I suoi occhi erano come delle trappole, ti guardava e ti immobilizzavi, come se avesse degli strani poteri magici.

-jamme, na accussi' belle e dolce guagliona ca sta co Conte- perché questa frase mi suona così dannatamente familiare. -Ti ho detto di lasciarla stare Ares- a sentir pronunciare il suo nome, in quel modo così brusco mi fece venire la pelle d'oca.

Ares alzò le mani in segno di difesa, alcune ciocche gli ricaddero sul volto ma lui non le scostò.

-sei andato a fare vista a Demo? Non so come se la possa cavare in quell'inferno a Poggioreale- scherzò lui. Demo era quello che ci aveva provato con me alla Tavolata, ma non mi convinceva molto.

-vattene via traditore di merda- urlò Pietro. -io traditore? Demo vi stava mettendo nella merda totale, sarei io il traditore ora?- fece diversi passi avanti. Il mio cuore cominciò a battere fuori dal normale.

Anya, tra le mie gambe, ringhiò minacciosamente facendo bloccare il moro difronte a noi. -che cagnolino aggressivo che abbiamo- ghignò. Mi verrebbe solo da sputargli in faccia.

Ares mi puntò gli occhi addosso, sorrise maliziosamente. le due ciocche nere di capelli gli tagliavano lo sguardo. 

Quello... quello sguardo. Era così familiare, così... così lui.

E alla fine capì. Spalancai la bocca. Mi suonava così familiare la sua voce, la sua frase, il suo ghigno. C'è l'ho sempre avuto davanti e non me ne sono mai accorta, come posso essere così stupida.

-sei tu- sussurrai. -eri tu quello della Tavolata, Demo non c'entra nulla, Demo è innocente- alzai la voce. Entrambe mi guardarono, avevano espressioni differenti. Ares era soddisfatto, Pietro confuso-ci sei arrivata- rise lui. Pietro mi guardò per cercare spiegazioni-

Demo non ci ha mai provato con me, io non so minimamente chi sia Demo, so solo che era Ares che ci provava con me, ha messo nei casini un ragazzo innocente. 

Ma quindi... Edoardo aveva ragione. Lui non ne sapeva niente, Ares ha incastrato tutti quanti, ho permesso a una persona terribile di mettersi in mezzo tra me ed Edoardo.


Poi realizzai... Se Demo era innocente...

secondo te perché Stefano voleva ammazzare Riccardo?

-glielo hai ordinato te- abbassai lo sguardo scioccata. -hai detto tu a Stefano di uccidere mio fratello- le parole mi morirono in gola. Non pensavo che fosse una persona così spietata.

-esatto, sono stato io- disse vittorioso. -potevamo finirla lì, molto semplicemente. Ma poi sei arrivata tu, brutta carogna a rovinare tutto. Ora Stefano è al posto di Riccardo- ero impotente, non sapevo più cosa fare. Mi ero completamente immobilizzata. -perché- domandai lievemente, avevo pure perso la voce -avevo dei conti in sospeso con la tua famiglia, soprattutto con tuo padre-.

Così come sentì mio padre alzai il viso di scatto. I miei occhi andavano a fuoco, no, non è possibile.

-non è vero, non lo hai fatto- sentivo gli occhi bruciare.

-invece si, l'abbiamo fatto eccome. Fatto fuori uno, ne mancano ancora 3- ridacchiò.

Pietro provò a coprirmi, ma volevo finire quella discussione. Arrivare al fine della storia.

Il clan di Ares aveva ucciso mio padre, voleva uccidere mio fratello. Vuole fare fuori la mia famiglia.

Ma glielo impedirò, a costo della mia vita.

-direi di cominciare subito- nel mentre in uno scatto veloce si spostò le mani dietro alla schiena estraendone una pistola.

Pietro si mise difronte a me, coprendomi completamente. -ca vuo' fa' Ricci- sghignazzò lui. Mi stava assalendo il panico completo. Non riuscivo a muovermi. Sembrava che il diavolo si fosse impossessato di Ares. O forse il diavolo era lui.

-levati Ricci- ordinò secco. -mai- rispose lui. -ok, come vuoi- poi un colpo. Un urlo straziante, sangue ovunque.

Il corpo di Pietro mi cadde addosso ricoprendomi di sangue.

-Pietro!- urlai, sentì gli occhi bagnarsi e poi le guance.

Il ragazzo era davanti a me, accasciato a terra che si contorceva dal dolore. Piangevo implorando che arrivasse qualcuno, chiunque, ad aiutarmi. Anya aveva preso ad abbaiare come una matta, magari riuscirà ad attirare gente nel piccolo vicoletto in cui siamo.

-ti prego Pietro resisti- singhiozzai disperata nel intento di cercare dove Ares lo aveva colpito. Mi teneva la pistola puntata addosso. Quindi è così... per me è finita. A breve mi sparerà e finirà tutto quanto.




AMORE PROIBITO {Edoardo Conte}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora