3. Voglia di tornare indietro.

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Può essere che con il tempo le persone cambino. C'è chi in meglio, c'è chi in peggio.

Io, però, credo di essere rimasta sempre la stessa: sono testarda, non mi sono mai tirata indietro per una sfida e sono sempre scappata di fronte a ciò che non sopporto, come sto facendo in questo momento.

Forse, quel ragazzo non è quel Brian. Forse è un suo coetaneo che gli somiglia.

Certo, con il suo stesso nome, i suoi stessi occhi e i suoi stessi capelli...magari un gemello separato dalla nascita. Mi schernisce la mia fastidiosa vocina interiore e con un movimento della mano scaccio via tutti i miei pensieri, sbuffando.

Non so cosa pensare, mi sta scoppiando la testa. Finalmente, poi, arrivo a casa: voglio solo stare un po' in pace.

"Ehi, Jackie. Già tornata?" Dice mia madre appena mi chiudo la porta alle spalle.

"Sì." Le rispondo freddamente e scappo in camera. Appena dentro mi butto sul letto con la grazia di un ippopotamo e mi raggomitolo su me stessa, dopo aver preso le cuffie e l'Mp3 per deprimermi ancora peggio.

***

Qualche canzone più tardi, la porta della mia camera si apre. Mi appoggio sui gomiti e alzo la testa per vedere chi sia. Perchè devono sempre farmi visita quando voglio stare senplicemente da sola?

"Ehi, amica." Mi abbraccia Betty, scompigliando i miei capelli già messi in malo modo.

"Ehi." Le dico in tono distaccato, cercando di sorridere. La stringo forte a me e, quando si stacca, mi guarda da capo a piedi.

"Che hai?" Domanda, accorgendosi della mia espressione nauseata e dallo stato in cui mi trovo.

"Niente di che, ascoltavo solo la musica mentre ero distesa sul letto." Le sussurro, schiarendomi poi la voce.

"Sei sicura che non ci sia nient'altro?" Ancora con i suoi occhi curiosi, mi scruta attentamente e passo una mano sulla fronte.

"Parla prima tu." Le sorrido facendole spazio sul letto e togliendomi le cuffie ancora poggiate sulle orecchie.

"Va bene. Oggi c'è una festa, anzi: l'inaugurazione di un nuovo parco." Mi informa.

Inarco un sopracciglio. "E quindi?"

"E quindi non abbiamo nulla da mettere." La guardo male e lei invece mi guarda con l'aria di chi aspetta una reazione da parte della vittima in questione, che sarei io.

"E chi ti ha detto che verrò?" Rispondo con aria di sfida.

"Ma tu ci vieni e basta." Dice con un sorrisetto che mi fa venire voglia di ucciderla, se non fosse mia amica.

"No, sono stanchissima." Affermo, guardando per terra.

"Come mai?"

Così le spiego tutto di questa mattina.

"Wow. Perchè non lo hai abbracciato? Io al tuo posto avrei fatto i salti di gioia." Ancora quel tono di incomprensione nella voce che mi fa arrabbiare.

"Tu non capisci. Non può essere lui. Lui non è lui perchè lui non è com'è lui. Hai capito?" Sbuffo alzando gli occhi al cielo.

"Ma se non hai capito nemmeno tu." Dice infastidita e divertita allo stesso tempo.
Sbuffo per la quarta volta e affondo la faccia sul cuscino.

"Dai, esci! Almeno ti diverti un po' e ti dimentichi di tutto per una sera." Cerca di convincermi.

"Sai che forse hai ragione?" Mi sorprendo di me stessa, mentre mi alzo dal letto e mi metto in piedi.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now