9. Pericoli nell'aria.

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Mentre camminiamo a passo veloce, troppo veloce, continuo a ripensare a Brian. Chissà se si è arrabbiato con me o con Mike. Sono sicura che lo sarà con me, ormai lo conosco. A distogliermi dai pensieri è Mike stesso.

"Chi era quello?" Dice con una voce mista tra la rabbia e il nervosismo.

"Un mio amico." Sbuffo, scocciata. Che si faccia i fatti suoi, è troppo impertinente.

"Vi ho visti appiccicati prima, non credo sia solo un tuo amico." Sputa acido.

"Mike, mi stava solo abbracciando. E poi a te io non devo riferire proprio nulla, non sei mio padre." Dico fermandomi di scatto e incrociando le braccia al petto, per niente pentita di ciò che ho appena pronunciato.

"Invece lo voglio sapere." Dice, fermandosi anche lui davanti a me, ma di qualche passo.

"Beh, non ne hai il diritto. Ti conosco sì e no da qualche anno, lui lo conosco da tutta la vita." Lo difendo senza sapere il perché.

"Sai perchè lo voglio sapere?" Mi chiede, avvicinandosi pericolosamente e ignorando quello che ho detto poco fa.

"P-perchè?" Dico un po' spaventata, e ho paura della possibile risposta.

"Perchè sono ossessionato da te, Jack. Mi fai impazzire." Mi confessa, avvicinandosi alle mie labbra, presa alla sprovvista. Ad un tratto sentiamo un rumore, e cerco di girarmi da un'altra parte con quella scusa.

"Che è stato?" Domando, cercando di cambiare discorso, e spero proprio che capisca il mio disagio e che vada a controllare chi sia o cosa sia stato a procurare quel rumore.

"Non lo so e non mi interessa.- taglia corto e impreco mentelmente. -Jack...voglio sapere se anche tu provi quello che provo io per te." Dice, disperato.

"Mike. Voglio che mi ascolti fino in fondo senza interrompermi. Mi dispiace tanto, ma non è la stessa cosa per me. Se vuoi, potremmo rimanere amici. Non vorrei perdere la tua amicizia perchè sei davvero un caro amico, non offenderti." Cerco di dirlo nel modo più cortese possibile, perché mi dispiace se lui ci resta male.

"Non posso accettare solo questo. È colpa mia, vero? È per come sono fatto che non mi vuoi." Dice triste, abbassando lo sguardo.

"Non è questo, Mike. Non pensarlo neanche. Io credo che quando una persona si innamora, si innamora e basta. Non importa del carattere, del fisico o di altre qualità che potrebbero descrivere il tuo ragazzo modello. Ti innamori e basta, Mike. È così che funziona." Cerco di farlo ragionare. "Voglio che rimaniamo solo amici, Mike." Ripeto.

"Non voglio rimanere solo un amico!" Sbotta arrabbiato, mentre si avvicina. Indietreggio, quindi sbatto contro un muro e lui mi blocca. Cerco di scansarlo ma lui non mi lascia andare.

"Lasciami, Mike!" Mi dimeno, e leggo ancora quello sguardo disperato nei suoi occhi.

"Sta zitta." Mi intima, avvicinandosi ancora una volta alle mie labbra. Mi giro e il bacio arriva sulla guancia. Prende, così, il mio viso tra le mani e cerca di tenerlo fermo nonostante le mie suppliche, cercando di avvicinare le nostre bocche.

"Mike ti prego lasci-" non finisco la frase che mi sta baciando. Non rispondo, perciò si arrabbia e si stacca.

"Mi stai facendo arrabbiare, Jackie." Dice duro, e pronuncia il mio soprannome con tale ostilità da farmi rabbrividire.

"Anche tu!" Dico tirandogli un pugno in piena faccia, -piano perchè mi dispiace fargli davvero male- e mi libera. Inizia a inseguirmi e io scappo. Quando credo di averlo seminato, mi fermo riprendendo fiato, ma poi me lo ritrovo davanti.

Ho bisogno di te. [#1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora