33. Verità sconvolgenti.

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//Vi consiglio di leggere il capitolo mentre ascoltate questa canzone...mi dileguo e buona lettura!❤//

"Allora, ci vieni oggi alla festa?" La voce di Betty mi arriva alle orecchie come se fosse un eco. Continuo a picchiettare la penna sul banco nervosamente, pensando a quello che era successo ieri sera. A lei non ho ancora detto nulla.

"Mi senti?" Mi scuote per le spalle.

"Eh? Cosa?" Balbetto; poi scuoto la testa, come per liberarmi da ogni pensiero che mi turba.

"Allelujah!" Grida, esausta. "Ti ho chiesto se oggi ci vieni alla festa."

"Che festa?" Chiedo, cadendo dalle nuvole.

"Oh mio Dio." Si lamenta, portandosi una mano sulla fronte. "Te l'ho detto cinquanta volte: oggi a scuola fanno una festa di beneficenza, in modo che tutti i soldi raccolti e che spenderemo comprandoci le cose da mangiare che troveremo nei corridoi verranno poi messi da parte e dati alle famiglie senza tetto."

"Oh." Riesco a dire.

"Quindi? Ci vieni oppure ti devo costringere? Decidi, ti accontento in tutti e due i casi." Dice ironicamente.

"Io..." Sbuffo, guardandomi intorno "Non lo so, poi ti faccio sapere."

"Ma che hai?" Mi chiede, preoccupata.

"A te non interessa, no?" Le ricordo, sorridendole in tono di sfida. Lei sbuffa e siede al suo posto senza dire nulla.

***

Passate finalmente le cinque ore di scuola, tutti si accaniscono alla porta come cani affamati e intenti a sbranare chiunque gli stia ostacolando. Io rimango dietro: tanto ormai inizio ad abituarmi.

Una volta superato il labirinto di alunni per uscire dal padiglione, noto un'auto. E fin qui, niente di strano. Continuo a camminare, seguita poi da Betty.

"Ehi." Mi chiama, correndomi dietro. "Mi dispiace, ho sbagliato quando ho detto che non mi interessava. A me interessa e, anche se hai una testa dura e non mi ascolti mai, ti aiuterò a scoprire che nasconde Brian...ora mi dici che hai?"

Apro la bocca per risponderle, ma dopo sento il suono di un clacson e la richiudo. Mi giro dalla direzione dell'auto e quando il finestrino si apre, riconosco Leon che mi saluta con la mano, accompagnato da un sorriso grandissimo.

Ricambio anche io facendo un cenno della mano. A quel punto, lui esce dalla macchina e viene verso me e la mia amica.

"Leon." Lo nomino, abbracciandolo.

"Jack. Da quanto tempo, non mi hai più chiamato."

"Lo so, ma in questo periodo stanno succedendo parecchie cose strane che mi hanno scombussolata un po'."

"D'accordo. Vuoi che ti accompagni a casa?"

"Uhm..." Guardo Betty che annuisce. "Va bene." dico infine. Abbraccio la mia amica e le sussurro che le avrei raccontato tutto per telefono. Lei se ne va e salgo in macchina con Leon. Gli spiego la strada prima di partire -dato che ormai ho imparato a memoria e lui mette in moto.

"Allora, come va?" Mi chiede.

"Tutto bene." Rispondo, guardando dal finestrino tutto il paesaggio che scorre davanti a me.

"Non ti credo." Mi contraddice, puntando i suoi occhi color cioccolato sui miei e ritornando a guardare la strada che scorre davanti a noi.

"Invece è la verità." Insisto.

"Va bene, farò finta di crederci." Mi sorride, ritornando a guardare la strada davanti a lui. Sospiro e continuo a guardare il finestrino.

"Sei di questa scuola? Uhm, gira qui." Suggerisco e lui esegue il mio comando.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now