13. Perdere la lucidità.

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"Brian, appena scendiamo ti ammazzo!"
Sta guidando velocissimo e ho una paura tremenda. Mi stringo a lui più forte che posso, mentre il vento mi schiaffeggia la faccia, facendo muovere i miei capelli nell'aria.

"Jacklyn, ora mi schiacci." Grida Brian, fermandosi sul primo marciapiede che trova.

Mi stacco e gli punto il dito contro, una volta alzata dalla moto. "Tu sei completamente pazzo. Lo sai che ho avuto il trauma da bambina, e a te non importa nulla. Ti odio, Brian!" Lo sgrido, tirandogli dei pugni sul suo petto.

|FLASHBACK

"Principessina mia." Sentii una voce chiamarmi da lontano, e subito mi girai verso l'uomo che mi aveva dato quel soprannome.

"Papà, da quanto tempo." Lo salutai e aspettai che venisse verso di me per abbracciarlo.

"Mi sei mancata tantissimo, pensavo sempre a te e a tua madre, non vedevo l'ora di rivedervi." Mi spiegò, sorridendomi e nascondendo la testa nei miei capelli.

"Anche tu mi sei mancato tantissimo, papà." Gli confessai, sorridendo a mia volta.

"Per recuperare il tempo perso, ti porto a fare un giro in auto, in un posto bellissimo, solo io e te, okay?" Propose, abbassandosi alla mia altezza.

"Sì! Brian, a te non dispiace, vero?" Gli chiesi, girandomi dietro di me, in modo da vederlo.

"No, no, è più importante tuo padre." Disse sorridendo. Era così dolce. Era.

"Grazie mille." Dissi dandogli un bacio sulla guancia.

Lo salutai ed entrai in macchina con mio padre. Ero così entusiasta, da una settimana e mezza non lo vedevo per colpa del suo lavoro, e finalmente mi portava a fare un giro. Mi era mancato tantissimo.

Iniziò ad accelerare, ma non avevo paura: era sempre stato prudente e lo sarebbe stato anche quella volta.

O almeno era quello che pensavo. Iniziò ad andare velocissimo, finchè vedemmo davanti a noi un'auto che correva ancora più veloce di noi svoltare nella nostra direzione e proprio difronte.

Mio padre cercò di fermarsi, ma prima aveva accelerato così tanto che non riuscì, e quell'auto non era di meno. Iniziai ad avere paura, lui ne aveva più di me, e l'unica cosa che mi disse fu:

"Copriti bene gli occhi e la testa, Jackie!"

"Papà e tu, come ti ripari?" Gli chiesi, con le lacrime agli occhi.

"Non pensare a me, salvati." Furono le uniche parole che mi disse.

Poi, quello che successe dopo me lo ricordai a rallentatore. Le due macchine si scontrarono, io ero uscita dall'auto prima dell'incidente dalla finestra, ma caddi a terra e colpii forte la testa. Mio padre cercò di fare lo stesso, ma non fece in tempo e venne colpito.

Ci trovammo tutti e due in ospedale, fortunatamente non era nulla di grave, l'altro signore coinvolto nell'incidente era in coma ma poi si riprese, e gli fu data una multa perché risultava ubriaco e quell'auto non doveva essere lì.

Io avevo preso una botta in testa ma non era niente di grave, ero rimasta ricoverata per un po'.

Non facevo altro che piangere, ero rimasta traumatizzata. Mio padre aveva un po' di cicatrici che i dottori guarirono subito.
Quel giorno fu il più brutto della mia vita, e da allora, ogni volta che qualcuno guida veloce, ho paura.

|FINE FLASHBACK.

Ricordare quello che successe quel giorno mi fa sentire malissimo.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now