8. Mike, l'uscita, il bacio.

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Sono le sette, dovrei uscire con Mike ma non ne ho per niente voglia. Ormai ho accettato.

"Sei sicura di uscire?" Mi chiede mia madre ad un tratto, facendomi voltare dalla sua direzione.

"In realtà non ne ho per niente voglia, ma magari mi distraggo un po' e conosco meglio Mike." Mento, che poi è una mezza verità.

Ridacchia. "Secondo me lo stai facendo per un certo Brian."

Ma questa donna legge nel pensiero? Mi sorprende ogni giorno di più.

"Cosa? Ma che ti salta in mente?" Mento in tono teatrale, facendo finta di essere scioccata dalle parole che ha appena pronunciato, e per il nervoso stringo i bordi della mia maglietta.

"Tesoro mio, ti conosco come le mie tasche, sei mia figlia, credi che non capisca quando menti?" Mi sorride. "Quindi, ti piace?" Domanda poi sussurrando, come se il tizio appena nominato da lei fosse qui e potesse sentirci da un momento all'altro.

Mi piace?

"Io..." Sbuffo guardando ovunque, tranne che nei suoi occhi. Quando guardo qualcuno negli occhi non riesco a dire una bugia. Sto per rispondere, ma il campanello mi salva.

"Il campanello. Deve essere Mike." Dico cambiando di scorso. Mia madre scuote la testa sorridendo mentre prende dal tavolo una rivista, cominciando a leggerla.

"Ehi." Sorrido al mio amico, una volta aperta la porta.

"Ehi, Jackie. Pronta?" Mi domanda alzando gli angoli della bocca e porgendomi una rosa. Ma come fa a sapere che adoro quei fiori?

Però, si è vestito anche per bene. Non l'ho mai visto così: indossa una camicia blu, dei pantaloni neri e delle scarpe sempre nere.

"Grazie." Sorrido e prendo la rosa. Mi giro verso mia madre che fa una faccia sorpresa, poi sorride. "Un secondo che la metto su un vaso." Informo Mike. Poi, rivolta a mia madre: "Ci pensi tu?"

"Sì, Jacklyn." Risponde, lasciando sul tavolo la rivista. Prende il fiore, lo guarda, sorride e poi va in una camera mia per metterla da qualche parte.

"Andiamo?" Mi domanda Mike, sempre sorridente. "Sei bellissima." Aggiunge poi, facendomi arrossire.

"Certo, e grazie. Mamma, stiamo uscendo."
Urlo da giù.

"Okay, divertitevi e fate attenzione!" La sento dire dal piano di sopra. Mi mette in soggezione.

"Mamma!" Urlo, scocciata. Lei e le sue raccomandazioni. Capisco che si preoccupa per me, però esagera così. "Allora, dove andiamo di bello?" Chiedo dopo essermi chiusa la porta dietro le spalle.

"Per ora andiamo in quel parco che hanno inaugurato da poco, poi andiamo in piazza e magari dopo andiamo a mangiare una pizza. Ti va?" Dice tutto d'un fiato.

"Sì, sì. Va benissimo." Rispondo sorridendogli.

Mentre ci incamminiamo, lui inizia a parlare del suo cane, di sua sorella piccola che strilla e di suo cugino che viene dalla Germania a cui è molto legato. Capisco che vuole parlare, però così diventa noioso!

Non faccio a che pensare alle parole che ha detto mia madre. 'Ti piace?' Non ci avevo mai pensato. L'ho sempre considerato come un amico, almeno fino al giorno in cui l'ho rincontrato. Poi è diventato come un perfetto sconosciuto. E lui come mi considera?

Di sicuro ora mi odia, e anche io. Io lo odio. Odio il suo splendido sorriso, odio il modo in cui mi tratta, odio i suoi splendidi occhi, odio quelle splendide labbra che hanno cercato di baciarmi ma che io ho respinto.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now