59. La distanza, una vecchia amica.

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"Ehi, ti serve aiuto?" Sento battere due dita sulla mia schiena. Quando mi giro, trovo Brian che mi guarda aspettando una risposta.

"Beh, sì. Non fa scendere la merenda e ho già pagato." Sbatto con forza i pugni sul distributore del cibo, sperando che ciò che ho ordinato scenda per magia.

Deve essersi rotto, di nuovo. Negli ultimi due mesi è successo almeno una ventina di volte: non serve proprio a niente.

"Vediamo..." Si fa spazio, rifà il numero che si trova sotto alla brioche che voglio prendere, rimette i soldi e, dopo averlo colpito ripetutamente, scende giù.

Rimango sbalordita. Perché per me le cose sono tutte impossibili e per gli altri semplicissime?

La prendo, ringraziandolo. "Un secondo. Quindi, visto che i miei soldi sono rimasti lì, tu li hai spesi per prendere la mia merenda..." Gli faccio notare, bloccandolo, visto che stava andando via.

"Ma davvero? Te ne sei accorta presto, molto perspicace." Dice con sarcasmo.

Faccio un sorriso falso. "Spiritoso. Aspetta qui, ti do i soldi indietro." Frugo nella tasca dei miei jeans, ma lui mi blocca.

"Sai cosa voglio?" Mi chiede, avvicinandosi a me. Degludisco.

"Brian, ti ho detto che..." Sbuffo, ma non mi lascia parlare.

"Jacklyn, quante volte te l'ho detto? Quando ci sei di mezzo tu, io non mi arrendo mai." Mi fa l'occhiolino e se ne va prima che possa dirgli qualcos'altro.

Mi metto una mano sul viso e ritorno nella mia classe proprio quando suona la fine della ricreazione. Prima di entrare, però, noto Freddie che consola Betty, quasi in lacrime.

Vorrei avvicinarmi per sapere cos'è successo e ho paura che sia accaduto qualcosa per via di Kevin, ma preferisco lasciarli soli. Così, dubbiosa, ritorno in classe.

***

Mentre vado verso la mia amica che è di nuovo con Freddie, vedo Julie avvicinarsi a noi, anche lei sull'orlo delle lacrime come lo era stamattina Betty.

"Che è successo?" Chiediamo tutti e tre in coro, preoccupati.

Singhiozza. "D-devo partire." Si asciuga le lacrime.

"E quindi? Non dovresti essere felice? È bello viaggiare!" Le dico, non capendo cosa vuole dire.

"Per sempre." Aggiunge, guardando tutti negli occhi. Si sofferma su Freddie che la guarda triste.

"Cosa? Dove? E...e perché tutto così presto? E perché?" Il fiume di domande mi esce in un solo secondo.

"L'hanno deciso i miei. Lì c'è tutta la mia famiglia, inoltre mio padre qui è stato licenziato e cerca lavoro...'la Germania è perfetta', dice. 'Lì ti aiutano, ti sostengono, ti pagano bene'; 'conosciamo la lingua tedesca, tanto' e cose così. Io però non voglio lasciarvi, ragazzi!" Singhiozza ancora.

"In Germania? Addirittura!" Ripete Freddie, sbalordito.

Vado verso di lei e l'abbraccio, anche io in lacrime. A me si uniscono mio fratello e Betty, trasfondormandolo in un abbraccio di gruppo.

"Non puoi convincerli a restare? Potrà trovare qui qualche lavoro e magari lo pagheranno profumatamente." Domanda la mia amica che è stata in silenzio dall'inizio.

"Lì ci sono tutti i miei parenti, anche se lo troverebbe, non lo prenderebbe e andremmo lo stesso." Le risponde Julie, tirando su col naso.

Non può andarsene.

"Non puoi andartene." Dice Freddie dando voce ai miei pensieri, abbassando lo sguardo. Si vede che prova qualcosa per lei, e i miei sospetti mi dicono che prova qualcosa anche per Betty. O magari è solo un ottimo amico.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now