36. Tutto finito.

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JACLYN'S POV

"Sicura di stare bene?" Mi chiede per la milionesima volta Brian.

"Sì, stai tranquillo." Lo rassicuro, sorridendogli. È così carino e dolce, ed è mio. Solo mio. Amico, eh.

"Te l'ho detto che per un attimo ho avuto davvero paura di non ritrovarti più?" Confessa, di nuovo.

"Sì, me l'hai già detto." Ribadisco, scocciata. Capisco che si preoccupa per me, ma non può dirmi ogni secondo la stessa cosa!

Ripenso a prima: l'uomo pelato mi aveva trovata, io mi ero girata impaurita e, appena ha cercato di prendermi il polso, hanno sentito qualcosa. Credevano fosse la polizia -cosa vera, in effetti-, e sono scappati via, fregandosene di me, per salvarsi la pelle.

Brian mi stringe forte la mano e faccio lo stesso, come per rassicurarlo che non l'avrei lasciato, poi arriviamo di fronte ad una macchina della polizia.

"L'ho trovata, ragazzi. È con me." Grida Brian, felice.

"Davvero!? Che fortuna! Sali in macchina. Devi aver affrontato abbastanza rischi, ragazzina." Mi invita un uomo. Annuisco e salgo al sedile posteriore insieme al ragazzo che, per la seconda volta, mi ha salvata la vita.

"Sono contenta che mi abbia ritrovato." Gli sorrido, poi gli passo una mano sulla guancia.

"Ti troverò sempre, ovunque tu sia." Mi sorride, abbracciandomi.

Gli sorrido anche io e chiudo gli occhi, stanca. È tutto finito, finalmente è tutto finito.

"Dove sono i due uomini?" Chiedo con un sussurro.

"Li abbiamo qui dietro, stiamo aspettando che arrivi un'altra macchina in modo da portarli dentro, arrivare in caserma ed arrestarli." Risponde il poliziotto.

Annuisco e mi appoggio alla spalla di Brian. Lui sorride e mi lascia un bacio tra i capelli.

"È tutto okay, ragazzina?" Domanda l'uomo.

"Sì, grazie per tutto." Rispondo. Per tutta risposta mi sorride rassicurandomi e a quel punto arriva un'altra macchina. I due uomini che riesco a vedere solo ora entrano in macchina con le manette.

Dopo un po', l'auto in cui ci siamo noi e l'altra partono. Mi rilasso, ancora appoggiata a Brian.

"Bliuble." Sussurro all'orecchio del mio amico.

Mi prende la testa tra le mani e mi sorride. "Cosa?" Chiede, contento. "Te ne sei ricordata?"

Annuisco, ricambiando la sua espressione. "Sì. Mentre ero sola e nascosta, ci ho pensato ed ho avuto un flashback di noi due da piccoli che pensavamo ad una parola magica per uno spettacolo di maghi che avremmo fatto." Spiego, e lui mi riempie di baci su tutto il viso, senza farmi respirare.

"Basta!" Ridacchio e Brian, per tutta risposta, mi stringe a sé e nasconde il capo tra i miei capelli. "Sono così contento, combina guai." Sussurra.

Quando arriviamo vicino alla scuola scendo e mi sento libera per la prima volta dopo tutto questo tempo. È stata dura, ma alla fine ce l'abbiamo fatta.

Ma neanche il tempo di ritrovarmi con i piedi per terra che Betty, mia madre e papà mi saltano addosso e Brian, ridendo, si sposta per darli modo di abbracciarmi: Betty è felicissima e preoccupata allo stesso tempo, Mandy ha già le lacrime agli occhi e papà mi sussurra parole dolcissime.

"Come stai, piccolina? Cosa ti hanno fatto? Ti sei fatta male? Ti hanno fatto qualcosa? Come ti sei cacciata in questa storia? Mi devi dire tutto, signorina, ma prima voglio sapere se ti senti bene!" Inizia mia madre, piangendo.

Ho bisogno di te. [#1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora