43. Io non ti lascio. Ricordi?

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//Leggete il capitolo mentre ascoltate questa canzone! Mi dileguo... ah, e buona letturaa😘//

Ieri sera siamo rimasti lì fino all'una: siamo saliti sulla barca e l'abbiamo vista dall'interno. Ho provato una sensazione bellissima. Non potevo desiderare di meglio. È piccolina e l'adoro così com'è.

È già tanto che me l'abbiano comprata, i soldi non potevano bastare per una più grande, ma va benissimo così, e non finirò mai con il ringraziare Brian e i miei amici per avermi fatto un regalo così bello. E poi le cose troppo grandi non mi piacciono.

È stato un giorno da non dimenticare mai, da scrivere. Il mio primo compleanno con Brian. Ancora non ci credo. Come non ci credo che mi abbia regalato una barca. Una barca! Con il mio nome sopra!

Lo amo. Per sempre. Non avrei mai pensato di riuscire a dire questa parola a qualcuno, un giorno. A qualcuno che conosco da tutta la vita, poi.

Spero davvero che la nostra storia continui così e che non ci siano altri litigi, se non quelli quotidiani, quelli banali. Fin ora di litigi grossi non ne abbiamo avuto, e va benissimo così. Non nascondo che quelli stupidi invece sono all'ordine del giorno, ma alla fine facciamo così perché ci teniamo.

Sono così fortunata ad avere un ragazzo così al mio fianco, uno come lui che mi protegge e mi aiuta sempre. È bello sapere che qualcuno ci tiene davvero a te, che torna indietro se si accorge che ti è passato avanti, che ti protegge e che ti vuole bene nonostante tutto. Mi fa sentire qualcuno, e io mi sono sempre sentita nessuno.

"Mi stai ascoltando?"

"Mh? Cosa?" Rispondo risvegliandomi dai miei pensieri. Non mi accorgo neanche che mi sto rigirando la matita tra i denti e che sto guardando fisso in un punto. Scuoto la testa e torno a guardare Brian che a sua volta mi osserva ridacchiando.

"Ti sei incantata?" Mi chiede, mostrando i suoi denti perfetti.

Sorrido. "Sì. Stavi dicendo?" Lo esorto a parlare.

"Stavo dicendo: oggi c'è una festa a casa di Rachel, una mia amica." Spiega come se fosse una cosa normale.

"Ti ha invitato?" Cerco di nascondere il nervosismo ma non ci riesco. Se ne accorge e ride compiaciuto.

"Sì, e ha detto che posso accompagnare chi voglio."

"Capisco, quindi vuole che tu ci sia..." Mi metto a pensare a voce alta.

"Già, ma siccome ha detto che posso portare chi voglio, ci andiamo insieme?"

"Come fai a conoscere questa Rachel?" Domando in tono accusatorio e incrociando le braccia al petto, ignorando la sua richiesta.

"È stata la mia prima amica da quando mi sono trasferito qui a New York."

"Amica? Hai avuto qualche relazione con lei?" Chiedo spaventata.

"Io..."

"Dimmelo. Non mi ingelosisco." Prometto.

Non mi ingelosisco, le spacco solo la faccia se la vedo per strada o alla festa. Non è gelosia questa, vero?

"Va bene. Diciamo che sì, più o meno sì..." Dice imbarazzato.

"O-Okay." Questa volta credo di riuscire a dominare la gelosia, tanto è acqua passata ormai. Lui sta con me, non con lei.

"Finito l'interrogatorio?" Chiede poi in tono serio, guardandomi negli occhi.

"Sì." Sbuffo.

"Quindi, ci andiamo o no?" Ripete, impaziente.

Ho bisogno di te. [#1]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora