5. Gelosia?

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Mi sono distratta un po' ascoltando della buona musica: lei si che c'è sempre. Nei momenti peggiori soprattutto, io la ascolto e mi calmo. Non ti giudica.

Ti rilassa o ti fa scatenare, questa è la musica, e se non ci fosse non saprei dove sbattere la testa. Proprio quando sto ascoltando All of me di John Legend, una delle mie canzoni preferite, il cellulare mi annuncia che la batteria è scarica. Sbuffo e lo poggio sulla scrivania.

Come se non bastasse, sento anche delle voci provenienti dal piano di sotto, e delle scarpe battere sulle scale che portano nella mia camera. Mi avvicino con cautela, e sull'uscio della parta appare mia madre, con una strana espressione in volto.

"Se ti dico una cosa, prometti che non mi uccidi?" Mi domanda senza lasciarmi il tempo di chiederle cosa succede e soprattutto chi sono quelle voci che continuo a udire.

"Dipende." Ancora con l'aria confusa, nascondo comunque una risata. Da quando ha così paura di me?

"Uhm, è arrivata la famiglia di Brian e staranno con noi a pranzo e un po' il pomeriggio." Mi informa, mordendosi il labbro "Sai,volevamo stare tutti insieme come lo eravamo un tempo. Ti giuro che abbiamo deciso tutto prima che sapessi del tuo litigio con lui, o qualsiasi cosa sia stata." Tamburella le dita appoggiate sul muro in segno di nervosismo, e per poco non mi viene un infarto.

"Cosa?" Grido dopo aver realizzato il tutto, allarmata. Nascondo il mio viso tra le mani e comincio a imprecare in una lingua anche a me sconosciuta.

"Shh, non gridare. Sono giù." Bisbiglia, guadagnandosi un sospiro da parte mia. Non mi da il tempo di dire altro che scappa via, lasciandomi sola e con mille paranoie in testa.

"Oh, ma dai!" Parlo sotto voce, buttandomi ancora una volta sul letto. Faccio di tutto per dimenticarlo e me lo ritrovo sempre davanti?

"Jackie, scendi." Urla mia madre da sotto.

"Sto arrivando, sto arrivando." Borbotto scocciata e per niente sicura. Mi preparo nel migliore dei modi, poi scendo.

"Oh mio Dio, come ti sei fatta bella." Si complimenta la madre di Brian, Jennifer, facendomi girare su me stessa.

"Grazie." Sforzo un sorriso e guardo più lontano, cercando lo sguardo di qualcuno.

"Ciao, Jack." Mi saluta Tyler, il padre di Brian, con un sorriso caloroso.

"Ehi, Tyler." Ricambio la sua espressione, abbracciandolo.

"Sei cresciuta tantissimo." Continua a dirmi, mentre lo ringrazio, un po' a disagio. Dietro di loro, come per magia o come se li avessi evocati, spuntano Jerry e Brian. Jerry mi guarda a bocca aperta e viene verso di me. Ci abbracciamo.

"Sei uno schianto." mi sussurra all'orecchio e poi mi da un bacio nei capelli. Sorrido.

"Da quanto tempo." Affermo, ricordando un sacco di momenti, (e di litigate, soprattutto) passati con lui.

"Già." Mi scosto da lui e continuo a guardarmi intorno, mentre il resto delle persone si saluta.

"C'è anche Brian, non vi salutate? Eravate come due fratelli da piccoli, ricordi?" Si rivolge poi la madre di quest'ultimo alla mia.

Da quando è arrivato non l'ho guardato neanche per sbaglio, ma mi accorgo con la coda nell'occhio che mi sta fissando.

Stringiamo i pugni tutti e due, poi guardandoci e capendoci al volo -da piccoli ci capivamo anche con un solo sguardo-, parla lui, dicendo:

"Ci siamo già salutati stamattina a scuola."

"Okay, ma vi vedo un po' strani. Forse è una mia impressione." Ci sorride Jennifer, guardando prima me, poi lui.

Ho bisogno di te. [#1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora