22. No, Mike.

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La fastidiosa musichetta della sveglia continua a suonare e le tiro un pugno così forte da farla cadere a terra. E ora? Spero non si sia rotta. Mi alzo e controllo: niente di grave.

Peccato.

La rimetto sul comodino, visto che l'avevo buttata a terra con la mia terribile forza. Mi cambio velocemente, preparo lo zaino e mi precipito a scuola. Arrivo in perfetta puntualità e aspetto la mia migliore amica Betty, che arriva subito dopo abbracciandomi e facendomi sobbalzare come ogni giorno.

"Betty!" La saluto, con un grande sorriso.

"Jack. Come stai?" Mi domanda, e leggo la curiosità nei suoi occhi.

"Sto bene." La blocco. Intanto ci passa davanti Brian che mi fa un cenno con il capo. Lo saluto anche io allo stesso modo e la mia migliore amica mi guarda, più confusa di prima.

"Cosa c'è?" Le chiedo con aria innocente.

"Vedo che siete di nuovo amici. Jack, lo sai che ti farà di nuovo soffrire." Mi avverte, guardandomi male.

"Siamo solo amici, ieri siamo andati a cena da loro, dopo essere tornata dalla palestra..." Le spiego gesticolando.

"...E avete chiarito." Continua al mio posto. Annuisco, confermando il tutto.

"In un certo senso." Dico poi, schiarendomi la voce diventata un po' calante e, dopo qualche minuto, la mia peggior nemica suona e noi entriamo. Odio le campanelle.

La odio e la adoro: diventa la mia peggior nemica quando suona e dobbiamo entrare; la mia migliore amica quando usciamo. È come se dicesse: 'esci, scappa via. Hai sopportato cinque, strazianti ore di lezione!'

Ma ora dice: 'Entra, avanti. Dovrai solo sopportare cinque, strazianti ore di lezione!', e immagino che faccia una risata maligna, come quella dei cartoni. Okay, sono troppo fantasiosa.

Prima di entrare vedo Mike davanti alla porta. Ma ancora lui? Perchè tutto a me?

"Bambolina." Mi chiama, mentre tutti sono entrati.

"Ancora tu? Vattene." Lo richiama Betty, assumendo una smorfia arrabbiata.

Lui ride e si avvicina a me, toccandomi una guancia.

"Siamo a tre segugi o guardie. Chi altro c'è?" Si diverte lui, con un sorriso strafottente.

"Sta' fermo, o ti ritrovi con la testa staccata dal corpo. Hai capito?" Ringhio, digrignando i denti.

"Non mi fai paura." Inarca le sopracciglia, incrociando le braccia al petto.

"Invece dovresti averne. Chi è quella persona che ieri ti ha steso? Non credo fossi tu. No, no." Scuoto la testa con finta incredulità.

"Non crederti potente solo perché mi hai battuto ad uno stupido sport." Mi liquida con un gesto della mano.

"Quindi sei cintura nera tanto per? Lo immaginavo." Ironizzo con un sorriso beffardo. Per tutta risposta mi sbatte contro un muro, bloccandomi i polsi e stringendoli.

"Non farmi arrabbiare più di quanto lo sia già. Ieri mi sono fatto sconfiggere apposta." Spiega, e mi trattengo dallo scoppiare a ridergli in faccia. Non gli credo, non gli credo per niente.

"Certo, come no." Continuo, sfidandolo.

"Basta, Mike!" Urla Betty.

"Tu zitta e torna in classe con gli altri." Grida lui, stringendo la presa ancora di più. Mi mordo il labbro per non urlare dal dolore e quindi dargliela vinta, chiudendo gli occhi.

"Va', Betty." Gli faccio eco. Lei annuisce facendo una strana smorfia, poi si dirige in classe.

"Lasciami." Sibilo a denti stretti e cercando di strattonarlo, ma sembra molto più forte di me. E se lo avesse fatto davvero apposta, ieri?

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now