23. Se solo la favola di Pinocchio fosse vera!

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Mi sveglio di soprassalto e guardo l'orologio: sei del mattino. Strano che oggi mi sia svegliata senza la musichetta fastidiosa di quella stupida sveglia.

Come ogni mattina mi tocca andare a scuola e quindi mi vesto, mi trucco e preparo lo zaino, poi arrivo in perfetto anticipo.

Attraverso la strada per arrivare al cancello quando una moto mi si para davanti, facendomi fermare di botto.

Sto per imprecare e dirne di tutti i colori, a quel pazzo, quando si toglie il casco e mi rilasso, anche se sono ancora nervosa.

"Mi volevi tipo investire o cosa?" Sbotto arrabbiata a Brian che, aggiustando per bene il casco sul manico della moto, ridacchia.

"Volevo farti spaventare un po' a prima mattina." Spiega, facendomi l'occhiolino.

"Non sei divertente. Seriamente, potevi investirmi. Sei proprio pazzo." Ripeto, puntandogli il dito contro.

"Vuoi salire?" Mi chiede ignorando tutto ciò che ho detto prima.

"Vuoi di nuovo farmi marinare la scuola?" Gli lancio un'occhiataccia e sto per andarmene, quando la sua voce mi blocca.

"Prima di entrare, un piccolo giretto con la moto in un secondo e poi torniamo, tanto è ancora presto."

"E va bene." Acconsento. Salgo e mi porge il casco. "Ma dove?" Gli domando, incuriosita.

"Allo zoo!" Scherza con finto entusiasmo. "Dove vuoi che ti porti, Jackie? Attorno alla scuola, mi sembra ovvio!" Mi dice poi con aria annoiata.

"Spiritosi oggi, eh?" Ride e parte con la moto. Facciamo due giri intorno alla scuola e poi ci fermiamo.

"Visto? Che ci voleva?" Mi fa notare togliendosi il casco, seguito a ruota da me.

"Voglio avere una moto anche io." Sbuffo quando gli porgo il mio che conserva accuratamente sotto il sedile, mentre gli studenti iniziano ad entrare nel padiglione.

"Vuoi guidare tu?" Mi domanda, facendosi spazio per tentare di farmi salire di nuovo con lui sul mezzo di trasporto.

"No, sono meno dieci e sta per suonare la campanella, non ne vale la pena." Scuoto la testa e restiamo un po' di tempo in silenzio.

"Ora che mi ricordo", dice ad un tratto, risvegloandosi. "quella piccola scommessa che facemmo qualche settimana fa..." Lascia intendere senza continuare la frase, con un ghigno stampato in volto.

"Hai perso quella di quando dovevi pulire." Gli ricordo, incrociando le braccia al petto.

"E tu quella di quando dovevi bere tre bicchieri di vodka." Mi fa notare, ripetendo il mio stesso gesto e inarcando le sopracciglia, in segno di sfida.

"No! Ho vinto perchè poi quel ragazzo da cui mi avevi salvata me ne ha offerto un altro." Spiego gesticolando, con un sorriso vittorioso sul volto.

"Non era vodka." Ridacchia, grattandosi con un dito la parte sinistra del capo.

"E cos'era?" Chiedo, e ho paura di una possibile risposta.

"Era whisky, o almeno credo. Però non era vodka, questo è sicuro." Ci pensa sù con la testa rivolta verso il cielo.

"È pur sempre un alcolico, e noi avevamo scommesso su quello!" Gli faccio notare.

"No," mi corregge, "noi avevamo scommesso solo con la vodka, non ho detto altri tipi di alcolici."

Sbuffo. "Perché il whisky e non la vodka? Mi ha ubriacata di più, vero, ma se fosse quest'ultima avrei vinto la scommessa." Parlo più a me stessa che a lui, che mi ascolta in silenzio.

Ho bisogno di te. [#1]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora