34. Rapita.

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"Sta' giù, sta' giù!" Continua a sussurrare Brian. La sua voce trema per la paura ed in questo momento voglio solo andare da quell'uomo e tempestarlo di pugni.

Siamo nascosti dietro un muretto e qualche volta Brian sbircia, alzando piano la testa. Dice che l'uomo guarda dalla nostra direzione e fa un sorrisetto.

"Se solo sapessi dove mi ha piantato quel dannato microchip!" Continua a ripetere.

"Ma mi spieghi come hai fatto a non accorgerti dove e quando te l'ha messo!?" Chiedo arrabbiata.

"Non lo so, è un miracolo anche se so che me l'ha piantato! Gli ho sentiti parlare in privato, ho fatto attenzione se facevano qualche movimento brusco ma non ho visto nulla. Devono avermi addormentato o qualcosa del genere." Mi spiega.

"E se te l'ha messo nelle scarpe?" Azzardo a dire.

"Può essere!" Si rianima, guardandole. Ne prende una, la rigira tra le mani, la toglie e ci trova una cosa strana. "Eccolo!" Esulta, poi lo prende, lo butta per terra e ci passa sopra i piedi.

"Ed ora?" Gli domando, spaventata e felice allo stesso tempo.

"Ora scappa, mi sembra logico." Pronuncia queste parole come se fosse la cosa più normale del mondo, mentre si rimette la scarpa.

"E lasciarti qui solo? Sei impazzito?" Lo rimprovero.

"Jackie, ti prego. Va via, Nasconditi da qualche parte. Me la saprò cavare." Mi rassicura, incitandomi con le mani a scendere da questo edificio e scappare via.

"No. Io resto con te, dovesse cadere il mondo." Sussurro in tono deciso. Lui sospira ed alza piano la testa per controllare cosa succede giù.

"Non c'è, non c'è!" Continua a dire, allarmato.

"Non c'è chi?"

"Mr. Brown. Non c'è!" Ripete con le mani tra i capelli.

"Mr. Brown?" Gli faccio eco sempre più confusa, mentre Brian si alza in piedi.

"Argh! L'uomo che stava lì sotto prima!" Mi ricorda indicando la strada, dove ora c'è solo l'auto.

"Okay, cerchiamo di stare calmi." Gli dico. "Ora dobbiamo restare solo qui e-" Non finisco la frase che la porta si apre di scatto, seguita da un tonfo. Entra un signore sulla quarantina con gli occhiali da sole, un giubbotto di pelle che lascia scoperta la grossa pancia e un po' di barba.

"Ma guarda chi abbiamo qui!" Comincia a dire. "La smemorata...E il bastardo! Una bella coppia, i miei complimenti." Imita un applauso con le mani e, quando ha finito, fulmina Brian con lo sguardo.

"Non permetterti di parlargli così." Mi altero avvicinandomi, ma lui fa un passo in avanti ed io indietreggio, impaurita.

"Cosa credi di fare? Vuoi altri guai?" Mi bisbiglia Brian dietro di me.

"No, ma mi sta sul cazzo." Mi meraviglio io stessa per la mia volgarità e mi tappo la bocca mentre lui mi lancia una gomitata al fianco per intimarmi di smetterla.

"Caro, mi dispice tanto." Riprende a parlare il nostro nemico, senza lasciarci finire il discorso. "Non volevo arrivare a questo, davvero, ma non mi dai altra scelta. Ricordati che ti avevo avvisato." Passo lo sguardo dal mio amico al vecchio che sogghingna.

"Mr. Brown, possiamo parlarne." Lo blocca il ragazzo dietro di me e quello, stranamente, annuisce.

"Certo, da soli possiamo ragionarci benissimo. Prendetela!" Ordina diventando improvvisamente serio. Due uomini sbucano dietro di lui e vengono verso di me. Uno strano flash mi torna in mente.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now