54. Nuove promesse & segreti.

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"Chiudi gli occhi." Li copro e Brian poggia le mani sulle mie.

"Ma perché?" Continua a domandare.

"È una sorpresa, quindi sta' zitto un po'. Sembri me." Mi prendo in giro da sola e lui ridacchia mentre saliamo lentamente le scale per arrivare nella mia camera.

"Se faccio un passo falso, io cado sopra di te e rotoliamo per le scale, quindi, se succede qualcosa, non dare la colpa a me." Continua a dire.

"Brian..." Lo avverto.

"Cosa?"

"Taci!" Alzo la voce trattenendo una risata e lui porta in alto le mani in segno di resa.

Segue gli ordini che gli ho dato per il resto del tragitto e poi entriamo nella mia camera, dove il regalo per lui è poggiato in bella vista sul letto.

"Sei pronto?" Sussurro. "Siamo arrivati. E puoi parlare." Aggiungo, ridendo.

"Okay, puoi togliere le mani." Dice dopo aver sospirato.

Faccio come mi dice e si guarda intorno per poi posare il suo sguardo sul letto.

"No..." Si copre la bocca per lo stupore.

Riesco a percepire il suo entusiasmo e per la prima volta dopo tanto tempo mi sento felice e fiera di me per aver azzeccato almeno qualcosa.

"Tu...tu sei completamente pazza!" Si gira verso di me e mi abbraccia, stringendomi forte.

"Okay, sono contenta che ti piaccia, ma così soffoco." Dico con voce strozzata e si allontana subito.

"Scusa, ma non ci posso ancora credere. Una chitarra, una vera chitarra." Si prende un minuto di tempo e riflette, quando sembra aver trovato le parole giuste, dice: "Ma hai speso soldi inutili, sai perché?" Parla piano, guardandomi negli occhi. Vado nel panico.

In poche parole mi sta dicendo che non serve a niente, questa chitarra?

"Perché?" Chiedo, guardandolo storto.

"Non so suonarla, Jack, e lo sai." Si giustifica e gli sorrido.

"Questo è un regalo dei miei genitori. Ascoltami: ti abbiamo iscritto in una scuola di musica e i miei ti hanno pagato i primi cinque mesi. Purtroppo non potevano fare di più perché, visto che mio padre ora non lavora, i soldi non li stiamo guadagnando così tanto, a parte qualcosa che porto a casa dopo aver lavorato al bar."

Infatti è grazie a quello che ho potuto guadagnare da lì e dai miei risparmi che l'ho comprata.

E anche grazie a Mike, ma questo non glielo dirò mai. Quando questa mattina sono andata a dargli un po' titubante i soldi, non li ha accettati.

Ho cercato di convincerlo a prenderli, sono stata più di un'ora, ma non gli ha voluti e alla fine ci ho rinunciato.

Forse sta cambiando per davvero. O forse è un'altra delle sue tattiche.

"Oh, ciccia. Non dovevi proprio." Mi abbraccia ancora -questa volta molto piano- e gli dico che questo non è niente in confronto a tutto ciò che lui ha fatto per me.
"Ma sei seria? Vuoi che ti elenchi tutto quello che tu hai fatto per me? Ho centinaia di cose da dirti, se vuoi domani ti scrivo su un foglio tutto, e sai che ne sono capace." Mi intima, facendomi ridere.

"Perché non la apri, magari? Così vedi cosa c'è, hai visto solo la custodia." Gli ricordo, cambiando discorso.

"Hai ragione. Comunque, mi sono innamorato già dalla custodia, figurati di quello che ci sarà dentro." Si scosta da me e va verso il letto, la apre e tira fuori piano la chitarra.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now