44. Un amico a quattro zampe.

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Sento qualcosa leccarmi la faccia. Ma che cos'è? Apro gli occhi di scatto e sopra di me vedo un cagnolino con la lingua che penzola dalla bocca e che scodinsola la coda. Appena incontro il suo sguardo mi spavento e cerco di mettemi a sedere, lanciando un gridolino di sorpresa.

Ma da dove è spuntato? E, soprattutto, dove mi trovo? Mi guardo intorno e vicino a me c'è Brian che sta dormendo. Siamo tutti e due nello stesso letto, nella sua camera.

Sarà suo, il cagnolino? Perchè non mi ha detto niente? Intanto, quest'ultimo abbaia e continua a scodinsolare la coda. "Shh, o lo sveglierai." Sussurro, sapendo che non può capirmi. Invece sembra aver compreso e si allontana, salta giù dal letto ed esce fuori dalla stanza correndo ed abbaiando.

O sto sognando, o sono ancora mezza ubriaca. A proposito di mezza ubriaca...cosa è successo, ieri sera? Cerco di pensare ma non ricordo niente: ho solo un mal di testa tremendo e mi sento tutta scombussolata.

Ricordo solo della nostra lite. Avevamo litigato, perché ora sono con lui? Cosa sarà successo? Scuoto la testa e, mentre sto per distendermi ancora sul letto, entra ancora una volta il cagnolino, abbaiando come un forsennato.

Grido per lo spavento e, sentendo questo trambusto, Brian si sveglia di scatto e mi guarda. "Che? Cosa? Che è successo?" Chiede, stropicciandosi gli occhi.

È così sexy.

Mi mordo il labbro nel vederlo così perfettamente dolce. Mi fissa aspettando una mia risposta, così scuoto la testa e ritorno sul pianeta Terra.

"È quel cagnolino lì." Sussurro puntando in direzione del cucciolo che assume un'aria innocente.

"Oh, è per colpa di Rocky se hai gridato?" Accarezza quest'ultimo -che è andato dalla sua direzione- senza guardarmi.

"Rocky? È questo il nome che hai dato al tuo cane?" Ridacchio.

"Non ti piace?" Finalmente mi fissa e fa finta di essere imbronciato.

"Per niente. Comunque, quando pensavi di dirmelo che l'avevi preso?" Chiedo con le braccia conserte.

"Te l'avrei detto ieri, ma poi..." Lascia la frase in sospeso per lasciar intendere e continua ad accarezzare Rocky.

"A proposito di ieri, che è successo?"

"Ti sei ubriacata fino a stare male e ti ho portata qui contro la tua volontà, poi ho avvisato tua madre e tuo padre che eri da me per tranquillizarli." Spiega.

"Oh. Grazie." È tutto quello che riesco a dire. Lui abbassa lo sguardo, come fa ogni volta quando non sa cosa dire. Ha preso questa abitudine da me, credo. Segue un silenzio imbarazzante per tutti e due. A rompere il ghiaccio è lui o sono io, non lo so, visto che diciamo nello stesso tempo:

"Senti, mi dispiace."

Sorridiamo. "Di cosa devi dispiacerti?" Chiedo. Non dovrei essere io quella che si dovrebbe scusare per ciò che gli avevo detto ieri?

"Ieri sera, Rachel ha fatto la scema con me e io non ho obiettato, cioè, sì, le ho detto di smetterla, ma lei non mi ascoltava e sono restato lì. Tu, giustamente, ti sei arrabbiata e hai fatto una scenata. Mi dispiace, più o meno."

Beh, è già molto che si sia scusato.

"A me dispiace -non più o meno-, per quello che è successo ieri sera...io ti amo, Brian, e ieri non dovevo dire tutte quelle sciocchezze lì. Non avrei dovuto neanche sfiorare il fatto che tu mi voglia per poi abbandonarmi, non sei quel tipo. Scusami, sono solo un disastro. Sbaglio tutto, rovino tutto e faccio stare male tutti. Perdona-" non finisco di parlare che poggia delicatamente le sue labbra sulle mie.

Ho bisogno di te. [#1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora