30. Realtà o sogno?

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"Torna qui, non scappare!" Continuo a gridare, correndo e sprecando più fato di quanto se ne possa sprecare facendo una maratona: è più veloce di quanto pensassi.

"Brian...!" Lo chiamo con un filo di voce, scontrandomi con una signora sulla sessantina che mi guarda parecchio male. "M-mi scusi." Mormoro imbarazzata, e inizio ad avere il fiato corto. Per tutta risposta scuote la testa e mi dileguo, ritornando a correre.

Mi fermo, mi guardo intorno e non lo vedo più. L'ho perso. Con il fiatone poggio le mani sulle ginocchia e respiro affannosamente, cercando di calmarmi.

"Jack!" Un Freddie abbastanza stanco viene verso di me. "Ma che ti è successo?" Mi chiede, ansimando anche lui.

"Io...visto Brian...lui scappato." Sussurro, faticando ancora a respirare. Se mi sentirò male sarà colpa sua.

"Puoi ripetere? Mi sono fermato a 'visto'." Si gratta la nuca con la mano destra e sbuffa rumorosamente, come per liberarsi del fiatone. Se mi trovassi in una situazione diversa scoppierei a ridere per la scena di questo momento, ma non ora. Magari un giorno, pensandoci, riderò all'improvviso e Brian che sarà vicino a me mi guarderà, confuso.

Sempre se riusciremo ad essere ancora amici. Perché lo saremo, vero?

"Ho visto Brian." Cerco di spiegare quando riesco a dominare la mia voce e i miei respiri.

"E...?" Mi incita.

"Lui è scappato. Da me." Aggiungo l'ultima parola dopo un po' di tempo.

"Cosa?" Trattiene una risata, poi torna serio e mi guarda. "Perchè mai avrebbe dovuto?"

"Non lo so. Ed ora, per colpa di una signora con la quale mi sono scontrata, non lo sto trovando più. È sparito, materializzato nel nulla."

"Sarà da qualche parte, non allarmarti. Oppure è già scappato e non puoi fare nulla. Ma perchè hai corso? Il dottore ha detto che non puoi fare sforzi." Poggia le mani sui fianchi in gesto severo e scuote la testa.

"Al diavolo il dottore, la cosa importante è trovarlo."

"Ma ormai sarà scappato, non farne una tragedia. Poi quando lo rivedrai, gli parlerai. Sicura che fosse lui? Perché non ho visto nessuno." Chiede, poi mi guarda come se fossi diventata pazza.

Certo che era lui! Non sto diventando mica una smemorata impazzita, vero?

"Sì, Freddie. Te lo giuro." Mi porto una mano sul cuore.

Sospira e, dopo un minuto di silenzio, prende parola. "Jackie, torna a casa e vai a letto. Ti accompagno. Ma ti rendi conto? Ti sei messa a correre e il dottore te l'aveva sconsigliato, non sapendo nemmeno le strade! E se ti fossi persa? Menomale che ti ho inseguita io, con quella testa dura che hai, e po-"

"Ho capito, non farmi la ramanzina. Ti prego, o mi scoppia la testa." Lo blocco, liquidando il tutto con un gesto della mano.

"D'accordo, ma ora torniamo a casa. Devi stare a riposo, hai corso troppo."

"Ce la faccio, tranquillo. Dai, dove andiamo?" Domando, con un piccolo sorriso. Spero che, mentre camminiamo, lo incroci e mi spieghi perché prima è scappato da me in quel modo brusco.

"Dritto a casa, signorina." Dice in tono autoritario, prendendomi in braccio.

"No, sta fermo e lasciami!" Mi dimeno come una pazza, ma lui continua a tenermi e mi trasporta con sé come se fossi un pupazzo.

"Mi dispiace, ma tu non mi ascolti ed io devo ricorrere alle maniere forti. Ah, e non agitarti. Non devi fare sforzi, ricordi?" Mi fa l'occhiolino e vorrei dargli un pugno un faccia.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now