51. Andrà tutto bene.

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"Vorrei iscrivermi anche io." Dice Brian al padre di Mike, vedendo suo figlio sorridere e scuotere la testa appena ci guarda.

"Eh?" Chiedo, non credendo a ciò che dice.

"Certo, avete qui i soldi? In questo modo vi iscrivete, pagherete ed inizierete martedì prossimo." Acconsente, ignorando la mia esclamazione di sorpresa.

"Sì, ho più del dovuto. Tu, Jack?" Il ragazzo che ho di fianco mi guarda negli occhi come per incitarmi a parlare. Gli lancio un'occhiataccia.

"Sì, anche io." Rispondo senza osservarlo, ancora scioccata per la sua affermazione.

"Okay." Ci iscriviamo, paghiamo e dopo aver salutato l'allenatore, usciamo.

"Perché hai voluto iscriverti anche tu? Hai sempre odiato questo tipo di sport." Gli faccio una volta fuori. Brian mi prende la mano e guarda davanti a sé, poi abbozza un sorriso.

"Si può cambiare, a volte." Mi spiega, guadagnandosi uno sguardo infuocato da parte mia perché so che non è questo, il motivo della sua improvvisa voglia di fare sport. "Okay, okay: non è per questo." Ammette con la mano libera in aria. "Voglio solo proteggerti da quel tipo. Hai visto che faccia ha fatto quando ci ha visti? Ti ha mangiato con gli occhi." Stringe i pugni.

"Non iniziare, ti prego." Sbuffo roteando gli occhi.

"Io comincio eccome! Se c'è lui nei dintorni sono due le cose da fare: o cambi palestra, o vengo con te. E poi, scusa, non sei contenta della mia compagnia? Non mi vuoi?" Posa finalmente il suo sguardo sul mio ed io scuoto la testa, annoiata.

"Non è questo il punto, Brian. è che dovresti fidarti di me, ogni tanto." Gli rispondo acida, mentre guardo la strada davanti a me.

"Ma io di te mi fido, è di lui che non mi fido." Ribatte.

Sospiro. "Ma a te piace la kick boxing?" Gli faccio d'un tratto, guardandolo negli occhi.

"Sì, e poi è un modo per sfogarmi e per passare più tempo con te."

Sorrido e scuoto ancora il capo, rassegnata. Credo sia per stare con me e per proteggermi da Mike, non per sfogarsi, perché: "È qui che ti sbagli. La kick boxing non si basa sulla forza, ma sulla velocità." E questo lui non lo sa.

Pensa ad una risposta, poi dice: "Okay, mi allenerò sulla velocità. Qual è il problema, Jackie?"

"E me lo chiedi anche? Il problema è che sei troppo protettivo. Potrei stare benissimo da sola, mi saprei difendere se lui si avvicinasse a me!"

"Lo sapevo." Dice, scuotendo la testa e lasciandomi la mano.

"Cosa, Brian, cosa!?" Chiedo, fermandomi davanti a lui.

"Che non mi vuoi. Non vuoi che stia in palestra con te."

Come si fa a parlare con lui? Perché deve sempre dire stupidaggini?

"Io non sto dicendo che non ti voglio. La cosa che mi fa arrabbiare è che tu avevi promesso di non essere più così protettivo con me e che ti saresti fidato. E tu cosa fai? Nessuna delle due cose. Non ti fidi di me. E stiamo litigando, ancora!" Sbuffo mettendo le mani sulla faccia, coprendo il viso.

Quando lo libero lo vedo guardarmi in modo confuso, poi scoppiamo a ridere insieme. "Dovresti fare quella faccia ogni volta che litighiamo, e ti giuro che non ci lasceremo mai più!" Mi abbraccia forte e dondoliamo sui talloni.

Squilla il telefono e, con il sorriso ancora stampato in faccia, rispondo a mia madre."Jack, tesoro mio." La sento singhiozzare e mi muore in faccia il sorriso.

Ho bisogno di te. [#1]Where stories live. Discover now