40. Ci sono sempre per te.

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Brian sbianca. "Sta' tranquilla, okay? Si risolverà tutto. Tu...tu rispondi a tono." Balbetta, guardando il mio cellulare.

"Non posso, è un numero sconosciuto!" Sbotto, in preda al panico.

"Okay, uhm...lascia stare. Qualsiasi cosa succeda chiamami, hai capito?" Mi avverte. "Anzi, sali in macchina che ti porto a casa io." Mi propone, facendomi strada.

Non dico niente e faccio come dice. Ho paura, e anche tanta.

Insomma, chi può essere così malato di mente da fare degli scherzi del genere?

"Ehi, non spaventarti." Mi sussurra una volta seduti, passandomi una mano sulla coscia e accarezzandola per farmi tranquillizzare. Chiudo gli occhi, poi mi copro con il volto con le mani.

"Secondo te chi può essere stato?" Sussurro, aprendo una fessura con le dita.

"Jerry?" Si azzarda a dire, e gli lancio un'occhiataccia.

"No, è troppo scontato, e poi non sarebbe mai capace di farmi una cosa simile!" Libero il viso, poi guardo la strada che passa velocemente davanti a noi.

"Intanto, quando arrivo a casa, lo prendo e lo metto sotto tortura fino a quando-"

"Brian, cosa mi avevi promesso?" Gli ricordo, girandomi verso di lui.

Sbuffa. "Va bene, ma scoprirò chi è. Cercherò un investigatore o altro per scoprire la fonte. Tu devi stare tranquilla, okay?" Abbozza un sorriso.

"Addirittura un investigatore?" Scuoto la testa e metto le mani sulla testa, sorridendo.

"Sì, e non scherzo. Tu non ci pensare, va bene? Ci sono io con te, non dimenticartelo mai." Dice. Siamo arrivati ed usciamo dalla macchina. D'istinto lo abbraccio.

"Non devi preoccuparti." Mi conforta, accarezzandomi i capelli.

"Va bene. Grazie di tutto." Gli sorrido e gli do un bacio. Lui ricambia, poi mi ripete che se succede qualcosa o se arriva un altro messaggio, lo devo chiamare.

È così dolce.

Entro in casa e sento i miei borbottare in cucina. "Ciao." Saluto.

"Uhm...ciao." Mia madre sembra essere colta nella scena del delitto.

"Cosa succede?" Chiedo insospettita.

"Dobbiamo parlare." Mi ordina in tono serio, mentre mio padre annuisce.

"Mamma, mi preoccupi." Prendo una sedia di fronte a loro, la sposto, mi ci siedo sopra e poi l'avvicino al tavolo.

"No, non c'è niente di cui preoccuparsi." stringe la mano di mio padre, facendomi spaventare ancora di più. "È che oggi stavo guardando le vecchie foto e, mentre le guardavo, mi sono venuti in mente ricordi davvero brutti e belli nello stesso tempo. Come quello di...tuo fratello." L'ultima parola la dice con voce strozzata e quasi non cado dalla sedia per lo stupore.

Cosa? Ho un fratello?

Rimango di sasso. Perché non me l'hanno mai detto? Perchè mi hanno tenuto sempre all'oscuro di tutto?

"P-perchè?", Balbetto, "Perche me l'avete nascosto per tutto questo tempo?"

"Noi volevamo dirtelo, ma non abbiamo mai trovato il momento giusto. E crediamo che oggi potesse essere il giorno adatto, visto che sei già grande..."

No, non è per niente il giorno adatto! Ho avuto fin troppi problemi con quei messaggi anonimi, ora scopro anche che ho un fratello!

"Ma è vivo?"

Ho bisogno di te. [#1]Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ