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Quella mattina calda e soleggiata rispecchiava esattamente lo stato d'animo di Michela.

Aprì il mobiletto in cucina e prese i biscotti al cioccolato, si riempì una tazza di latte e caffè e andò a sedersi al tavolo.

Laila apparve poco dopo.

"Buon giorno, Michy!"

"Laila!" rispose lei, allegra.

"Siamo felici stamattina?" continuò Laila mentre andava verso il frigo.

"Si, felice, ma confusa!"

"Capisco!"

Continuarono la colazione in silenzio, quando Laila si decise a parlare di nuovo.

"So che Nico spesso ti fa incazzare, Michy, ma lui sta cercando di fare il suo meglio per farti felice"

"lo so, Laila, ma vivere sempre col fiato sul collo non è facile."

"Gliel'ho detto, di lasciarti un po' in pace, ma non mi ascolta"

"Lo so, è una testa di cazzo!"

"cosa pensi di fare con Gian?"

In quelle ore erano successe talmente tante cose, che Gian non le era venuto più in mente.

"In realtà, non ne ho idea."

"Dovresti essere sincera con lui."

"Lo farò!"

Laia le diede un bacio sulla testa, e andò in camera a prepararsi.

Il pensiero di parlare con Gian  faceva star male Michela, che maledisse il momento in cui aveva deciso di fare una colazione così abbondante.

Ma non poteva fargli vivere una relazione nella quale lei non poteva dare niente di più di ciò che era già successo.

Prese il cellulare dal comodino e lo chiamò.

Il cellulare suonò a vuoto, così gli inviò un messaggio.

Ho bisogno di parlarti, Gian. Quando vuoi chiamami.

Di sicuro parlargli era la scelta più giusta, ma aveva paura di guardarlo negli occhi, mentre gli avrebbe detto che tra loro non sarebbe mai potuto funzionare niente che una semplice amicizia.

Gian era molto bello, molto gentile, educato.

Era tutto ciò che una ragazza potesse mai desiderare. Ma al di là dell'attrazione fisica che aveva provato per lui, e a parte il fatto che parlare con Gian fosse interessante, Michy non provava per lui ciò che invece provava per Alex.

Alex era il suo tutto.

E Michy l'aveva sempre saputo.

Scappare da lui le era sembrata la decisione più ovvia quel giorno che non l'aveva trovato in studio ma, dopo la telefonata di qualche ora prima, Michy aveva visto crollare una ad una tutte le barriere che aveva faticosamente costruito per dimenticarlo.

Mentre si accendeva una sigaretta, Laila uscì di casa salutandola.

"Ehi tesoro, stasera io e Nico torniamo tardi. Se vuoi passiamo a prenderti al pub!"

"No, grazie Laila. Tra due ore il meccanico mi ridà il motorino di Nico, perciò torno a casa da sola, grazie."

"Ok, qualunque cosa chiamami!"

"Ok, grazie"

Michy si mise un maglioncino di cotone e si mise sul terrazzino.

Rilesse tutta d'un fiato la lettera che Alex le aveva fatto recapitare da Alice, e pensò quanto una cosa possa cambiare nel giro di poche ore.

Aveva faticato tanto per non dare risposte a quelle parole che lui le aveva scritto col cuore in mano, e ora era lì, con la tentazione di tornare da lui quel  giorno stesso.

Sentì in lontananza il cellulare squillare.

Michy sospirò, prima di rispondere

"Ehi bella!"

"Ciao Gian."

"Mi volevi parlare?" Dal tono di voce, Michy capiva che Gian non avesse intuito nulla di ciò che lei volesse dirgli.

"Si, Gian. Quando possiamo vederci?"

"Mah, anche subito se ti va!"

"Ok Gian, allora facciamo tra un'oretta in piazza! Ok?"

"Perfetto, Michy. Non vedo l'ora di vederti!"



Quella sera al pub c'era poca gente. Michy fece una decina di cocktail e il resto del tempo lo trascorse a guardare il cellulare in attesa di una chiamata da parte di Alex, e a tirare occhiate alla porta del locale ogni volta che entrava qualcuno, con l'ansia di vedere Gian.

Quella mattina, dopo che Michy le aveva spiegato i suoi sentimenti, Gian era parso un misto tra confuso, irritato, deluso. Ma aveva capito che non avrebbe potuto mai competere con un amore grande come quello che legava Michela ad Alex e decise di non insistere.

"Ehi Michy, ti sta squillando il telefono." le disse Maira, mentre finiva di fare i tre caffè che avevano appena ordinato.

Michy guardò l'orologio.

"Puoi andare, Michy. Non ti uccidiamo mica se esci un quarto d'ora prima!"

"Grazie Maira!" disse Michy, abbracciando la moglie del suo datore di lavoro.

Lasciò che Alex la richiamasse, mentre si dirigeva verso il motorino posteggiato appena fuori dal pub.

"Ciao stellina!" le disse Alex in modo dolce, appena lei rispose.

"Ciao Alex. Sono appena uscita dal lavoro!"

"E come è andata?"

"bene grazie, anche se sono un po' stanca!"

"Fossi li, ti potrei fare un massaggio rigenerante!"

"Ehi tesoro, sei un fisioterapista, e non puoi adescare ragazze col pretesto di usare il tuo lavoro!"

Alex rise.

"Hai ragione, allora se fossi lì con te, ti accompagnerei a letto. Va meglio, così?"

"Diciamo che stai correndo troppo" rispose Michy, non riuscendo a soffocare la risata che le uscì naturale.

"Se ti dicessi che verrei da te domani stesso, cosa mi risponderesti?"

Michy non sapeva cosa dire. Era tanto bello riniziare con Alex così, lentamente, come se stessero riconquistando la fiducia l'uno dell'altro come si fa con un fiore.

In modo delicato e continuo.

Allo stesso tempo sentiva il desiderio di Alex in ogni centimetro di pelle.

"Ti direi che domani devo lavorare tutto il giorno!"

"E se ti dicessi che verrei a prenderti quando finisci il turno?"

"Non ci crederei!"

Alex sorrise, e Michy, nonostante non lo vedesse, lo capì.

"Perchè hai quel sorriso da ebete sulla faccia?" gli chiese.

"Bè, non so come tu faccia a sapere che ho un sorrisino da ebete in questo momento, ma è vero. ce l'ho. Sono felice, Michy!"

"Anche io, Alex. Ci sentiamo domani. Buonanotte"

"A domani, stellina. Michy?"

"Si?"

"E' una promessa. A domani, è una promessa!"













Io sarò sempre quiWhere stories live. Discover now