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Erano passati tre giorni da quando Alex se n'era andato.


Il giorno dopo quella discussione, ce ne fu un'altra molto più pesante.

"Torna a casa con me, domani!" la pregò Alex quel pomeriggio.

"No, Alex. Mi dispiace ma ancora non me la sento!"

"E quanto dobbiamo aspettare, ancora?"

"Non so proprio cosa dirti!"

"Io penso che tu sappia cosa dirmi, invece, ma non lo vuoi dire!"

"Che palle Alex che sei, santo cielo! Che cazzo vuoi che faccia? Mollo tutto? Il mio Lavoro, mio fratello, tutto, per venire con te?"

"Io lo farei!" rispose Alex offeso.

"E allora fallo, dai! Vediamo se hai le palle per rinunciare a tutto per me!"

"Non posso Michela. Il lavoro che ho mi permette di vivere tranquillo, e non posso lasciarlo così!"

"Si certo! Tu non puoi, io invece devo, vero? Sempre secondo la tua mente malata!"

"Ma secondo te io mi diverto a farmi ogni settimana dieci ore di macchina per vederti? Eh? Pensi che mi piaccia andare avanti e indietro per il Paese? Cos'altro devo fare Michy, per farti capire che ne varrebbe la pena?"

"Non devi fare niente, Alex. Solo lasciarmi del tempo!"

"Del tempo? Del tempo? Cazzo, MIchy! Te ne sto lasciando per così, ma se dopo quasi tre mesi di relazione a distanza non ti sei ancora schiarita le idee io non so che cazzo farci, ok?"

"Non so cosa dirti. Se per te è così uno sforzo capirmi, puoi anche portare via i coglioni."

"Certo che porto via i coglioni! Sei davvero una cosa impossibile, e non intendo stare un minuto di più qui a parlare con te!"

Alex prese la borsa della palestra, ci infilò dentro il magione e i boxer puliti e si diresse verso la porta.

"Sappi che io non ti chiamo più. Non ho intenzione di correrti sempre dietro, Ok? Quando ti sarai schiarita le idee allora potrai chiamarmi, per dire a quale cazzo di conclusione sei arrivata."

"La conclusione a cui arriverò, dipenderà dalla tua decisione di uscire o no da quella porta" disse Michy col magone.

"Vaffanculo, Michy. Non è sempre colpa mia!"

E uscì, sbattendosi la porta alle spalle.

Michy pianse molto, quel giorno, e anche i giorni a seguire, ma non aveva alcuna intenzione di chiamarlo.

Aveva scelto lui di andare via, di prendere la borsa da palestra e salire su quella macchina per allontanarsi da lei.

Certo, lei non aveva fatto nulla per fermarlo, ma cosa pretendeva?

Non poteva chiederle di tornare a casa per ricominciare tutto da capo, non così presto.

Andavano d'accordo, è vero. Lui era molto dolce e premuroso, ma lei aveva paura che riavvicinandosi così tanto a lui, l'avrebbe portata a soffrire di nuovo.

Era quello che le disse la psicologa l'anno e mezzo dopo la morte dei suoi genitori.

"Hai paura di avvicinarti alle persone, ma devi capire, cara, che non tutte se ne andranno come hanno fatto tua mamma e tuo papà!"

Alex le aveva dato il modo per avvicinarsi a lui, per superare quella paura di perdere qualunque persona a cui si affezionasse, e ogni  volta che si era avvicinata ad Alex, l'aveva perso.

Io sarò sempre quiWhere stories live. Discover now