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"Quindi? Figlio di puttana! Hai conosciuto qualche bella americanina?" chiese Nico ridendo, dall'altra parte dell'Oceano.

"Ma te sei scemo, Nico. Sai che non ho alcuna voglia di fare nuove amicizie!"

"Io ti voglio bene, Alex, come se ne vuole a un fratello, e ne voglio tanto anche a Michy, ma devi smetterla di star male, cazzo!"

"Lo so, Nico, ma non so cosa fare."

"Non ci puoi fare niente. O decidi di tornare qui, mollare tutto e tornare da lei, ok. Ma al primo litigio glielo rinfacceresti e mi toccherebbe spezzarti le gambe. E dato che è giusto che tu stia lì, devi viverti questi due anni nel migliore dei modi. Sennò avrai si fatto un cazzo di master, ma tornerai depresso e alcolizzato!"

"E te pensi che scoparmi qualche americanina possa farmi più felice?"

"No, penso che possa farti più felice capire che lei è qui, ok, ma le vostre vite stanno andando avanti, e dovete farlo anche voi."

"E' difficile, sai?!" disse Alex, accendendosi una sigaretta. Se avesse avuto quella faccia da culo davanti, e non dietro uno schermo del pc, l'avrebbe preso a schiaffi.

"Lo so, ma lei lo sta facendo!"

"Non me lo ricordare!"

Alex vide che Nico si girò un attimo e poi guardò di nuovo lo schermo.

"Devo andare, fratello."

"Dille che mi manca tanto, Nico!"

"No, mi dispiace. Non lo farò!"

E prima di chiudere la conversazione, Nico vide che Alex gli stava facendo il dito medio.

"Ciao tesoro!" disse a Michy che era appena entrata in casa.

"C'è Laila in bagno?" chiese Michy, mettendo i-pod e cuffie sul mobiletto dell'entrata.

"No, è dai suoi genitori. Come è andata la corsa?"

"Bene, anche se in realtà ora devo immediatamente togliermi ste cazzo di scarpe!"

"Bè, però prima apri le finestre!"

Michy rise. "Sei un cretino!"

"Me l'hai detto miliardi di volte, in questa vita!" esclamò Nico. Michy lo raggiunse e gli diede un bacino sulla guancia, prima di andare in camera a spogliarsi.

"Cosa farai questo weekend?" chiese Nico, mentre Michy si stava asciugando i capelli col phon. Fare la doccia era una terapia, per Michy. Sentire il profumo del docciaschiuma sulla pelle e i capelli fruttosi era un vero toccasana per lei.

"Niente, lavoro sabato sera, poi domenica uscirò con Gian e gli altri."

"Viene la zia!"

Michy spense il phon e guardò Nico.

"Ti prego Nico! NO!"

"Mi spiace, ma sai come è lei. Non ti lascia neanche modo di ribattere!"

"Uno aspetta il weekend per rilassarsi un po' e arriva quella pazza del cazzo a stressarci l'anima."

"Non dire così. Lo sai che ci vuole bene, e se non ci fosse stata lei...!"

"Se non ci fosse stata lei, il giudice avrebbe  trovato per me un'altra soluzione!"

Nico la abbracciò, ma Michy era troppo nervosa per contraccambiare.

"Due minuti ed esco, ci sentiamo stasera. Come torni dal lavoro?"

"Mi passano a prendere Manu e Gian!"

"Ma com'è che hai sempre intorno Gian?" chiese Nico, dandole un buffetto scherzoso sulla guancia.

"Nico, togliti dai coglioni!" rispose lei, senza neppure guardarlo.


Prima di uscire per andare al pub, Michy si sentìva agitata, triste, nervosa. L'unica soluzione in quel gran casino di sentimenti era tirare fuori il cellulare.

COME VA LA IN AMERICA

La risposta arrivò immediata. Sembrava che Alex vivesse col cellulare in mano.

DICIAMO CHE LE GIORNATE SONO MOLTO LUNGHE.

QUI NON VA MEGLIO. SABATO VIENE MIA ZIA

UHHH. CHE ALLEGRIA.

NON LA SOPPORTO.

LO SO.

MI MANCHI.

VEDO CHE NON MI HAI ANCORA DIMENTICATO.

NONOSTANTE GLI SFORZI, NON TANTO.

MI MANCHI ANCHE TU.


Il turno al lavoro quella sera fu massacrante. C'era un sacco di gente, Maira era malata, e la sostituta non era molto in gamba. Michy non vedeva l'ora di uscire da quel cazzo di pub. Quando vide entrare Gian e Manu sorrise. Finalmente due volti amici.

"Tesoro, ci dai due birre?" disse Manu. Michy gli voleva molto bene. Era uno dei suoi migliori amici e con lui trascorreva molto tempo, ultimamente.

"Non vedevo l'ora arrivaste!" disse Michy, andando verso il frigo. Quando tornò con le due birre stappate, incrociò lo sguardo di Gian.

"Certo, tutti aspettano il momento di vederci!" ribattè Manu, prendendo la bottiglia dal bancone.

"No, non vedevo l'ora di vedervi perchè avrebbe significato che il mio turno sarebbe finalmente finito!" rise lei.

"Che stronza!" esclamò Manu.

Gian rise nel vedere la faccia quasi impettita di Michy, quando Manu la insultò. Era molto bella, Michy, ma le aveva detto chiaro e tondo che i sentimenti che provava per lui non erano altro che di profonda stima e amicizia.

Alzò la birra verso Manu e guardando Michy esclamò "Ai turni che finiscono!"

Michy sorrise di nuovo. Alzò il bicchiere di coca e rum che si era preparata qualche minuto prima e continuò "E alle vite che continuano!"

E Michy cercava davvero con tutte le sue forze di continuare ad andare avanti, anche senza di Alex. Non poteva fossilizzare il pensiero su di lui, non poteva continuare a fare una vita in attesa di un suo ritorno. Era determinata ad andare avanti, e anche se a volte aveva qualche cedimento, stava facendo ogni tentativo per non deragliare su quel binario troppo pericolante.

Ci era stata già sotto troppe volte, con Alex. Non aveva mai pianto per nessuno come aveva fatto per lui. Escluse, naturalmente, le lacrime per i suoi genitori.

Non aveva provato l'amore totalizzante, quello che ti prende, ti coinvolge a tal punto da non pensare ad altro, prima di conoscere lui. E non aveva mai sperimentato cosa volesse significare soffrire d'amore tanto da voler quasi scomparire, prima di conoscere Alex.

Ma non poteva trascorrere i giorni in modo apatico. Doveva vivere nel migliore dei modi la vita che le era stata concessa e, dato che il destino le aveva dato una seconda possibilità, doveva viverla con tutta sè stessa.

Ma ogni tanto cedeva, e scriveva ad Alex. Gli scriveva perchè, nonostante tutto, aveva bisogno di sentirlo vicino, e ogni volta la gioia di quel contatto con lui lasciava spazio al pentimento. Non doveva sentirlo più. I loro messaggi finivano sempre con mi manchi, vieni qui, ti amo.

Per il suo bene e quello di Alex doveva cessare ogni contatto. Ma era difficile. E Michy lo sapeva.





Io sarò sempre quiWhere stories live. Discover now