51. La cura

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La cura- Franco Battiato


Quella mattina Alex si svegliò con uno strano senso di inquietudine. Decise di non fare neppure colazione ed andare direttamente in ospedale insieme a Laila.

Il viaggio fu tra i più tremendi. .

Non aveva detto nulla a Nico, e neppure a Laila. Si portava quel senso di malessere dentro, come se qualcosa di importante dovesse capitare.

Appena Laila posteggiò L'auto, Alex uscì e a passi veloci si diresse verso l'ingresso principale dell'ospedale.

"Ehi! Non riesco a starti dietro, Alex!" brontolò Laila, una decina di passi dietro di lui.

Alex non la sentì e chiamò l'ascensore, dando il tempo a Laila di raggiungerlo.

Appena arrivarono al piano, trovarono un giovane infermiere alle macchinette del caffè.

Appena li vide, li fermò.

"Scusate, non potete entrare dalla ragazza finché  il caposala non parlerà con un familiare!"

Alex sentì che stava per crollare. Cosa stava succedendo? Michy non poteva fargli uno scherzo così. Non in quel modo.

"Io sono il fidanzato, e lei una delle sue migliori amiche!" urlò Alex, sentendo di perdere il controllo.

"Lo so, mi dispiace, ma non possiamo dire niente a nessuno, se non ai parenti stretti!"

"Che cazzo di regole! Il fratello l'avete almeno avvisato?"

"Non lo so, ci pensava la mia collega!"

Il telefono di Laila iniziò a squillare appena l'infermiere entrò nel reparto.

"Ehi Laila, siete li?"

"Si Nico. Ma non ci fanno entrare!"

"Lo so. Mi han chiamato, vogliono parlare con me. Due minuti e sono li!"

"Non correre Nico!"

Alex e Laila scesero nell'atrio principale e aspettarono Nico che arrivò, concitato, subito dopo. Corse su e si chiuse la porta del reparto dietro le spalle, lasciando Laila e Alex li, inermi e terrorizzati.

Alex iniziò a piangere e Laila lo abbracciò.

"Ti prego Alex!"

"Io ti giuro che non ce la posso fare!"

"Lo so, tesoro!"

Nico rimase dentro per oltre un'ora. E per oltre un'ora i pensieri più drammatici fecero capolino nella mente di Alex. Continuava a camminare avanti e indietro, non riusciva a stare fermo, mentre Laila era seduta su una di quelle panchine gelide, tipiche degli ospedalli, e lo guardava senza parlare.

Ad un certo punto Nico li raggiunse.

"Raga, è sveglia!" urlò Nico con tutta la voce che aveva in corpo!

"Come è sveglia?" disse Laila, mentre Alex si appoggiava al muro, senza forze.

"Si, si è svegliata stanotte. L'hanno tenuta un po' sotto osservazione, prima di chiamarmi! Ragazzi l'ho vista! Mio Dio! Non ci posso credere!!"

Alex lo guardò. "L'hai vista?"

"Si due minuti! Il caposala mi ha detto che i prossimi giorni è meglio evitare il via vai di persone di questo periodo, per non affaticarla troppo, ma pian pianino dovrebbe ristabilizzarsi del tutto!"

"Nico!!! Mio Dio giura che è vero!" esclamò Laila, sfogando tutta la tensione di quelle settimane orribilmente tristi e spaventose.

"L'ho sempre saputo che mia sorella era una testa di cazzo!" disse Nico, abbracciando forte la sua fidanzata.

Io sarò sempre quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora