Capitolo 1

4.7K 113 4
                                    

"Credo che questo coso sia molto stretto." Commento distrattamente, cercando disperatamente di allargare il nodo di questa buffa cravatta rossa, che, oltre a farmi sembrare un clown, mi impedisce anche di respirare regolarmente.
"Dobbiamo indossarla per forza?" Proseguo, sperando in una risposta negativa, che però , mio malgrado, capisco quasi all'istante che non mi verrà mai data.

"Si, tesoro. E, fidati di me, farai meglio a farci l'abitudine." Mi risponde Hana, in un tono stranamente brusco, prima di tirarmi una sonora sberla sul sedere e allontanarsi velocemente, ridacchiando sotto i baffi per la mia espressione sconcertata.

Francamente, sto facendo ancora molta fatica ad abituarmi ai suoi modi di fare a dir poco bizzarri. Insomma, ho già avuto modo di appurare che qui a New York sono tutti un po' strani, ma il destino vuole che io sia addirittura capitata a lavorare con una ragazza che non ha la più pallida idea di cosa voglia dire tenere le mani al proprio posto, come una persona ben educata dovrebbe fare.

Ci sono un sacco di dettagli che la riguardo che mi fanno semplicemente andare fuori di testa. Hana ha sempre, infatti, questa strana abitudine di tirarmi un pugno sulla spalla, a volte abbastanza forte da lasciarmi qualche ematoma sulla mia pelle esageratamente chiara (non che ci voglia molto), quando scopriamo di aver qualcosa in comune. Oppure, sente il costante bisogno di circondarmi le spalle con un braccio quando è in procinto di raccontarmi qualcosa nel suo solito tono scherzoso. C'è davvero bisogno di tutto questo contatto fisico?

Con questo, non intendo dire che io sia più educata rispetto a lei. Anzi, sono fermamente convinta che ognuno abbia i propri difetti, e io non rappresento di certo un'eccezione. Ma Hana riesce davvero a farmi impazzire con queste sua particolarità. Io ci provo qualche volta a spiegarle che per me sia molto imbarazzante assistere a tutte queste "manifestazioni d'affetto", come lei le definisce, non essendo stata cresciuta in questo modo. Ma considerando che la sua risposta ha sempre qualcosa a che fare col ricordarmi che questo sia un comportamento piuttosto tipico per le persone "normali", direi che i miei tentativi si stiano rivelando vani.

"Aspettami, Hana! Non ho ancora finito." Cerco di attirarle l'attenzione, provando a darmi una mossa e stando ben attenta a non sbattere contro le pareti dell'angusto spogliatoio.
Una volta finito di legarmi il piccolo grembiule nero attorno alla vita, la raggiungo quasi di corsa e noto che ha già iniziato a sistemare il bancone del bar.

Ho sempre odiato starmene con le mani in mano mentre gli altri si stanno dando da fare intorno a me. Sento sempre il perenne bisogno di muovermi, spostarmi di qua e di là e avere un compito ben preciso da fare ogni giorno. E' così che sono stata cresciuta e, purtroppo o per fortuna, questo mio lato farà sempre parte di me. Perciò, mi affretto ad affiancare questa ragazza che si muove alla velocità di un razzo.

"Che facciamo? Oggi sto io alla cassa o mi occupo degli ordini? Guarda che posso fare entrambe le cose se me lo permetti ..." Proferisco freneticamente, guardandomi intorno nel tentativo di capire da dove sia meglio partire. Ma Hana, come risposta, posa le mani sulle mie spalle, fermandomi dal dire altro.
"Oh Santo Cielo,Whitney! Ti prego, calmati." Asserisce con un'aria divertita, per poi affrettarsi a proseguire. " È sempre la stessa storia, non è vero?"

Un sorriso compare sul suo bel viso e, come al solito, inizia a spiegarmi in tono pacato quello che c'è da fare di prima mattina .
"Va tutto bene. Ora tira giù le sedie dai tavoli mentre io apro il locale, okay? Come ogni santo giorno ." Ed io mi limito ad annuire, quasi rapita dal sguardo arguto. Hana ha davvero la capacità di monopolizzarti l'attenzione sia mettendo in mostra la sua indole espansiva, che grazie al sua bellezza tutt'altro che comune. Tutte le volte che la guardo non posso fare a meno di adorare la sua pelle molto scura, che le conferisce un'aria sana, a differenza della mia pelle quasi trasparente; i capelli ricci e neri che le arrivano fin sotto al seno, e, in fine, forse il suo tratto più spettacolare, i suoi occhi di un verde scuro, così bello e inteso da ricordare uno smeraldo grezzo.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoWhere stories live. Discover now