Capitolo 20

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Nel preciso istante in cui scendo dal taxi, un'ondata di gelo mi attraversa le ossa, facendomi pentire per non aver avuto il buon senso di vestirmi più pesantemente. Ma, d'altra parte, se mi fossi presentata alla sfilata con addosso un semplice paio di jeans e un maglioncino, probabilmente Hana sarebbe scesa dalla passerella per farmi una ramanzina. Conoscendola, ne sarebbe perfettamente capace. Quindi, in un impeto di coraggio, ho deciso di indossare uno dei suoi vestiti e cercare, per una volta, di stare al passo con qualsiasi altra ragazza newyorkese.

Inutile dire che ho passato tutta la serata a tirare l'orlo del vestito argentato che, ogni qualvolta sembrava mi stessi rilassando, iniziava a salire, mostrando fin troppa pelle. Naturalmente avrei dovuto considerare che Hana ha un fisico molto più asciutto del mio, perciò su di me e sulle mie curve un po' più pronunciate sarebbe risultato decisamente più stretto.
Non ho avuto la prontezza di formulare questo pensiero prima di abbandonare il nostro appartamentino, ma, se non altro, Hana si è esaltata come una bambina di fronte ad una montagna di caramelle nel vedermi indossare uno dei suoi vestiti preferiti.

"Whitney, continua a camminare senza guardare alla tua sinistra." Mi ordina quest'ultima di punto in bianco, afferrandomi per il polso mentre inizia a camminare ad una velocità per me inaccettabile, considerando la mia incapacità di camminare sui tacchi dignitosamente.
"Perché?" Chiedo, cercando di starle dietro. "E potresti, per favore, rallentare il passo? Questi tacchi stanno uccidendo i miei poveri piedi."
"Okay, ma devi promettermi una cosa." Asserisce, fermandosi tutto d'un colpo.
"Sentiamo." Ribatto, guardandola con una certa dose di scetticismo.
"Ho passato una serata incredibile e sono ancora euforica, perciò devi promettermi che non ti comporterai da gallina innamorata con quel cretino." Asserisce Hana con convinzione, aumentando notevolmente il mio scetticismo. E per qualche secondo faccio davvero fatica a capire cos'è che la stia portando a mettermi in guardia, ma quando mi intima di lanciare uno sguardo nella direzione dell'entrata dell'edificio in cui si trova la nostra piccola tana, a circa una ventina di metri da dove siamo rimaste impallate, nel bel mezzo del marciapiede, scorgo all'istante Justin appoggiato al cofano della sua macchina mentre è impegnato a fumare una sigaretta e a fissare un punto davanti a sé.

"Ora noi due gli passeremo accanto e tu non lo degnerai nemmeno di uno sguardo, okay?" Prosegue imperterrita, riprendendo a trascinarmi in quella direzione.
"Non posso, non sarebbe molto educato da parte mia." Piagnucolo, beccandomi un rumorosissimo ed esasperatissimo sospiro da parte sua.
"Okay, facciamo che ti lascio parlare con lui per cinque minuti, mentre io vado in casa. Se, una volta finiti i cinque minuti, non muovi le tue belle chiappe e mi raggiungi, mi affaccerò dalla finestra e lo insulterò." Minaccia, puntandomi contro un dito.
"Sei malvagia." La apostrofo, sapendo che intende mettere in pratica ogni singola parola.
"I tuoi cinque minuti iniziano esattamente ora." Asserisce ancora, ignorando accuratamente le mie lamentele, per poi liberarmi dalla sua presa e andarsene con la velocità di un razzo. E, nel fare ciò, attira l'attenzione di Justin ,che fino ad allora era assorto nei suoi pensieri, e che, in seguito, dopo aver seguito con gli occhi l'avanzata della mia amica, posa lo sguardo su di me mentre io mi accingo ad avvicinarmi a lui con passi incerti (un po' perché non ho la più pallida idea di cosa ci faccia qui, e un po' perché ho paura che questi trampoli mi possano giocare un brutto scherzo da un momento all'altro).

Nel vedermi arrivare, butta velocemente la sigaretta in terra per poi spegnerla con la suola della scarpa, senza mai smettere di fissarmi intensamente. Al che io, segretamente, un po' me ne pento per aver interrotto il suo momento dedicato ad un vizio che, in realtà, non ho mai capito. Mi sono sempre chiesta cosa ci trovassero di bello le persone nel rovinare i propri polmoni, ma, diamine, sicuramente c'è un che di sexy nel veder Justin fumare.
Ed è strano che io formuli un pensiero del genere. Così strano che persino io ne sono davvero sorpresa.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora