Capitolo 31

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"Passerai questi cinque giorni ad evitarmi?" Mi sento chiedere vicino all'orecchio, per poi essere stretta in un abbraccio da dietro. La mia determinazione sembra stia iniziando a dissolversi nel nulla, e ci vuole uno sforzo immane per riuscire ad afferrarla e cucirmela addosso nuovamente. Tuttavia, mentre mi lascio abbracciare in silenzio e inebriare dal suo profumo mischiato all'odore di tabacco, non posso fare a meno di lasciarmi sfuggire un "Zitto!", che fa ridacchiare Justin sommessamente.

"Cosa ne pensi?" Prosegue, sciogliendo l'abbraccio giusto il tempo necessario per allargare le braccia e indicare l'enorme suite.
"È bellissima." Ammetto, ammirando i toni di beige in cui è dipinta e che le conferiscono un'aria ancora più spaziosa di quanto non lo sia già. "E odio il fatto che tu abbia pagato tutto questo da solo."
"Ti ho già detto di non pensarci." Mi suggerisce, allontanandosi all'improvviso.
"Non funziona così il mondo, Justin." Ribatto, ridacchiando per l'assurdità della sua richiesta.
"Ti ricordi quando ti ho accennato qualcosa sul fatto che, in venti anni di vita, non ho mai passato tanto tempo con i miei? Ecco, solitamente si scusano per la loro assenza riempiendomi il conto in banca." Confessa ostentando un'aria divertita. "Molte volte preferisco non usare i soldi per orgoglio, ma ora è per una buona causa."
"E quale sarebbe questa buona causa?" Lo interrogo, cercando di non soffermarmi troppo sul argomento "rapporto coi genitori". A lui non piace parlarne e io odio vedere quella espressione un po' straziata che ha quando si sente in difficoltà e non ha la più pallida idea di come tirarsi fuori da una situazione scomoda. Perciò, preferisco tenere a bada la curiosità e proseguire su una strada meno tortuosa.

"Noi due che passiamo qualche giorno insieme prima che io sia costretto a starti lontano per ben tre settimane." Asserisce, camminando a passo sostenuto nella direzione dell'enorme letto a baldacchino. "È un bene per la mia salute mentale."
"Te l'ho già detto che sei incredibilmente melodrammatico?" Lo derido bonariamente, stentando a credere che durante la sua assenza sentirà la mia mancanza fino ad essere assalito dalla disperazione. Adora semplicemente essere il Re del melodramma, e questo suo lato è alquanto esilarante.

"Credo di essere finito in paradiso!" Escalama, lasciandosi cadere a peso morto sul letto, a giudicare dai suoi apprezzamenti, incredibilmente morbido.
Rilasciando un lungo sospiro di sollievo, Justin si porta le mani dietro alla testa e chiude gli occhi per qualche attimo come se cercasse di godersi a pieno questa sensazione di libertà. Nel fare ciò, la sua maglietta nera si alza e lascia intravedere i suoi addominali a "v", che è la parte del corpo maschile che Hana descrive sempre come "la cosa più sexy del mondo". Dovrei seriamente smettere di ripensare ai suoi discorsi insensati, per evitare che io inizi a vagheggiare come, di fatto, sto facendo adesso. Quella ragazza ha un'influenza negativa sulla mia mente malleabile. Altrimenti non riesco a spiegarmi come improvvisamente il pensiero di incollare le mie mani sul corpo di Justin sia diventato un chiodo fisso.

'Hana, diamine, esci dalla mia testa!' Mi ripeto mentalmente, distogliendo lo sguardo dalla figura di Justin.

Nel disperato intento di pensare a qualcosa che non faccia cambiare l'atmosfera tra di noi, mi avvicino alle grandi finestre che occupano quasi interamente una parete e che, trovandoci al quarto piano del Grand Bohemian Hotel, offrono una vista mozzafiato di Orlando durante una delle ore più agitate della giornata, quella del pranzo.

E non posso fare a meno di sorridere mentre lancio uno sguardo alla strada trafficata e ai marciapiedi brulicanti di gente, delimitati da edifici imponenti, mentre ringrazio mentalmente Justin per aver assecondato i miei desideri. Bastano letteralmente un paio di secondi per innamorarmi di questa città, esattamente com'è successo con New York.

Per una ragazzina amish che è cresciuta in una cittadella della Pennsylvania, circondata da nient'altro che natura incontaminata, direi che io stia sviluppando un'attrazione morbosa per queste città piene di giganti in cemento con architetture e design incredibilmente complessi. Ma non ne sono affatto sorpresa, considerandolo che, nonostante io abbia sempre adorato immergermi nella natura, ho sempre sentito di non appartenere a quei luoghi caratterizzati da una quiete quasi tombale.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoWhere stories live. Discover now