Capitolo 35- Clarice

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Per la seconda volta nel giro di due ore, mi ritrovo a girare furiosamente il cucchiaino nella tazza di caffè, senza però avere la benché minima intenzione di berlo. Non sono una malata di caffeina, ho semplicemente bisogno di una scusa per potermene stare qui e fissare Whitney di sottecchi mentre Jessica la sta attirando nella sua trappola con un'eleganza innata.

"Sta arrivando." Mi sussurra quest'ultima, indicando Whitney con uno sfacciatissimo cenno della testa mentre è intenta ad avviarsi verso il tavolo dietro per prendere le ordinazioni.
"Penso sia abbastanza carina." Cambia discorso all'improvviso Jess, annunciando l'inizio del gioco con un occhiolino altrettanto sfacciato. "Ma sicuramente non è all'altezza di Justin. E scommetto che lui stia pensando la stessa cosa, a giudicare dal fatto che non sia disposto a farsela bastare."
"Jess, chiudi la bocca." La ammonisco cercando di trattenere una risata. Whitney non accenna a voltarsi nella sua direzione, ma capisco che il discorso di Jessica le sia arrivato forte e chiaro per il modo in cui raddrizza la schiena. Improvvisamente è diventata rigida come un blocco di ghiaccio.
"Ma andiamo,Clarice! Possiamo, per una dannata volta, essere delle brave ragazze e raccontare a questa povera anima la verità? Mi fa pena." Prosegue Jessica in un tono esageratamente melodrammatico, che lascia trasparire parecchia ironia, e nella mia testa inizio ad applaudire di fronte alle sue evidenti doti da attrice. Forse persino io farei fatica a mettere su un tale teatrino, privo di una qualsiasi verità.
"Ma se stiamo parlando di Justin la solidarietà femminile passa in secondo piano." Le rispondo nel preciso istante in cui Whitney ci passa accanto, rifugiandosi velocemente dietro il bancone. Nonostante la faccia da patetica santarellina che di ritrova, fa comunque fatica a nascondere l'astio che prova nei miei confronti. Ma naturalmente sono contenta che sia così. Se provasse della simpatia, significherebbe che c'è qualcosa di sbagliato in me. Essere amica di un essere talmente insignificante non fa parte dei miei piani.

"Lei e la sua amica ci stanno guardando." Mi informa Jessica, chinandosi leggermente sopra io tavolo. "Facciamola incuriosire ulteriormente ridacchiando e sussurrando, nel mentre che le lanciamo qualche sguardo."
"Seriamente? Questo è un trucchetto degno del periodo dell'asilo!" La prendo in giro, decidendomi finalmente a bere una lunga sorsata di caffè.
"È un classico che funziona sempre." Si difende, convincendomi ad assecondarla.

E, contro ogni aspettativa, bastano circa una ventina di minuti per arrivare a notare con i miei stessi occhi che è valsa la pena di confidare in Jess. Whitney oramai ha smesso di far finta di non aver quasi notato la nostra presenza e ogni volta che ci sente ridere, puntualmente, ci lancia uno sguardo a metà tra l'essere confuso e curioso. Sembra quasi in procinto di farsi avanti e pretendere di avere una spiegazione. Ma, anche se ammetto che sarebbe letteralmente la cosa più divertente del mondo, so che saremo sempre noi a doverci prendere la briga di convincerla ad avvicinarsi.

"Sto per farle segno di avvicinarsi." Mi informa Jess. "Mostrati contrariata."
"Sono pronta." Acconsento, rilasciando una breve risata prima di cercare di assumere un'espressione più seria. E dopo di questo, Jessica inizia a sventolare la mano in aria finché attira l'attenzione di Whitney che afferra immediatamente l'opportunità e abbandona la sua amica per avvicinarsi a noi.
"Se pensi che io abbia la più piccola intenzione di dire qualcosa contro Justin, scordatelo." Asserisco rivolgendomi alla mia amica, senza degnare Whitney di uno sguardo.
"Sei insopportabile." Mi apostrofa Jessica, per poi voltarsi nuovamente nella direzione di Whitney e continuare a voce bassa. "Siediti."
"Preferisco restare in piedi." Si rifiuta la contadinella, inarcando un sopracciglio. "Come posso aiutarvi?"
"No, tesoro, tu non puoi aiutarci. Siamo noi che aiuteremo te." Le risponde Jessica senza mezzi termini per poi aggiungere nuovamente un ancora più deciso : "Siediti."

Dopo qualche istante di esitazione e dopo aver lanciato un veloce sguardo alla sua amica, che ci sta osservando da dietro il bancone, Whitney fa come le è stato detto e si siede accanto a Jessica. Sulla faccia ha impressa un'espressione neutra, anche se il suo continuo portarsi i capelli dietro l'orecchio tradisce il suo nervosismo.
Tuttavia, mio malgrado, devo ammettere con me stessa di essere impressionata per la sua evoluzione. Solo qualche settimana fa sarebbe arrossita fino alla punta dei capelli e ora riesce persino a nascondere discretamente l'imbarazzo.

"Ma dovrà restare un segreto, altrimenti mi avrai sulla coscienza." Prosegue Jessica, abbassando la voce. "La qui presente Clarice non ha intenzione di tradire il suo miglior amico."
"E continuerò a non volerlo fare." Ribadisco, sbandierando un finto disappunto. "Senza offesa, Whitney, ma non mi importa niente di te e non ti dirò niente di quello che potrebbe compromettere la tranquillità di Justin."
"Cosa ha a che fare Justin con questa storia?" Mi chiede evidentemente in preda ad una crisi di curiosità. È caduta nella trappola come un topolino affamato, perennemente in cerca di un pezzetto di formaggio.
"Te lo racconterò io, ma devi promettermi di tenere la bocca chiusa." Si affretta ad intromettersi Jessica. "Clarice, passami il tuo telefono."
"E perché tu dovresti essere disposta a mettermi al corrente su questa cosa contro la volontà di Clarice?" Ribatte Whitney e prego che Jessica abbia una risposta intelligente in serbo.
"Perché sarà divertente vedere la tua reazione." Ammette, beccandosi uno sguardo contrariato da parte mia.
Inizialmente temo proprio che dopo una tale replica Whitney possa decidere di girare i tacchi e spazzare via tutti i miei tentativi di toglierla dai piedi, ma, contro ogni aspettativa, Whitney la invita a proseguire con un cenno della testa.
Quella razza di diavolo vestito di Prada ha capito molto prima di me che se avesse sbandierato un motivo troppo lacrimevole, Whitney non ci avrebbe minimamente creduto.

"Prima di farti sentire qualcosa, ti faccio un breve riassunto." Prosegue Jessica, abbassando la voce ulteriormente. "Allora, vediamo...il tuo cosiddetto ragazzo continua a sbattersi tutte le sgualrdinelle del college mentre gioca a fare fidanzatino perdutamente innamorato. Il che per me risulta alquanto divertente, ma immagino che per te non sia lo stesso. Ora ascolta questo attentamente."

Ci vuole tutto l'autocontrollo del mondo per non scoppiare a ridere do fronte al lampo di sconforto che attraversa gli occhi della gatta morta. È veloce come la luce e quasi impossibile da intercettare, ma io ho la fortuna di coglierlo in tempo e sapere che, qualunque dovesse essere la sua reazione, in realtà ciò che sentirà le farà parecchio male.

D'altra parte, mi rendo conto che non sia disposta a mostrare la sua delusione davanti a me che non mi sono mai presa la briga di rivolgerle una parola gentile. Perciò non sono affatto sorpresa quando pochi secondi dopo essersi portata il telefono all'orecchio, se ne esce con un "Basta così." detto a denti stretti, per poi scattare in piedi e sparire in uno stanzino sotto lo sguardo preoccupato della sua amica.

"Ma non è nemmeno arrivata alla metà della registrazione e non ci ha nemmeno chiesto alcuna spiegazione." Asserisce Jessica sottovoce, mettendo su un piccolo broncio. "I dettagli più piccanti devono ancora arrivare."
"Non importa cosa abbia sentito e cosa no, l'importante è che si faccia da parte." Rispondo, appoggiando pigramente la schiena allo schienale imbottito.
"E che non faccia la spia con Justin." Prosegue la mia amica, facendomi l'occhiolino. "Quello sarebbe davvero un disastro."
"Non è la prima volta che ci metto lo zampino, eppure non ha mai spiaccicato nemmeno una parola al riguardo." La informo, ripassando mentalmente la prima conversazione avuta con lei, naturalmente, alle spalle di Justin. " E in più, non abbiamo fatto altro che riferirle una storia che ci è stata raccontata. Nessuno sa la verità."
"Giusto!" Concorda, sorridendo maliziosamente. "Però, devo dire che la sua reazione mi ha delusa. Mi sarei aspettata ad un dramma, o qualcosa del genere."
"No, Jess, credimi. Ci è andata di lusso!" Controbatto, guardando nella direzione in cui è sparita. "Il suo silenzio è una vittoria. Probabilmente si prenderà del tempo per rimuginarci e capire, per grazia divina, di non essere abbastanza per Justin."
"Tu, invece, lo sei?" Mi provoca Jessica, inarcando un ciglio.
"Sempre." Ribatto senza alcuna esitazione, rilasciando una risata fragorosa.

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoWhere stories live. Discover now