Capitolo 11- Justin

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Improvvisamente sto iniziando a capire perché, col tempo, ho iniziato a preferire le avventure passeggere  piuttosto che classiche relazioni che richiedono un sacco di appuntamenti. Mi sto rendendo conto di essere semplicemente incapace di reggere il nervosismo che precede il momento in cui, finalmente, si scopre se le scelte fatte per impressionare la persona che ti mette lo stomaco in subbuglio stiano per dare i loro frutti o sei in procinto di apparire come un semplice coglione.

Sono sempre stato convinto che fosse fondamentale escogitarsi qualcosa che potesse rendere i momenti passati insieme speciali, come qualcosa che ti fa provare delle sensazioni mai provate fino ad allora. Un po' come durante il primo appuntamento della tua vita, quando sei ancora un ragazzino e ti sudano le mani solo a guardarla sorridere.

Ma io non sono più un ragazzino ed è già un po' che nessuna ragazza riesce a rendermi teso con la sua semplice presenza.  Però ecco, l'idea di base resta sempre la stessa: si tende a cercare di puntare sempre più in alto, col semplice intento di stupire. Ma, nel caso di Whitney, le istruzioni sono state piuttosto chiare: la chiave è restare sul semplice. Il che vuol dire che, ormai spogliato dalle mie convinzioni, mi sono ritrovato, per l'intero pomeriggio, a cercare di capire come poter evitare che questa uscita diventi un grande flop.

E poi, solo quando la rassegnazione mi ha colpito in pieno viso, sono riuscito a capire cosa potrebbe fare al caso di qualcuno che apprezza più i piccoli dettagli che i grandi gesti dettati da un enorme bisogno di stupire ad ogni costo. Ma ora che stiamo oltrepassando la soglia di una Bakery un po' più insolita, sto mettendo in dubbio letteralmente ogni cosa. E se il motivo fosse il fatto che Whitney sia già riuscita ad intrufolarsi sotto la mia pelle, non mi resterebbe che pregare ogni divinità disposta ad ascoltarmi di farla uscire al più presto da lì, perché questo stato di incertezza mi sta uccidendo.

"Qua c'è lo zampino di Hana." Proferisce, guardandosi intorno con l'espressione di un bambino che è stato appena portato in una fabbrica di caramelle. E istintivamente rilascio un lungo sospiro di sollievo quando noto il modo in cui spalanca gli occhi alla vista dei cupcakes che vengono decorati sul momento. Qualcosa mi diceva che le sarebbe piaciuto questo posto, e, pur non volendo ammettere con me stesso di essere già intrappolato in quello stato in cui mi viene spontaneo sorridere perché lei stessa sta sorridendo, devo dire di essere contento di aver ascoltato il mio istinto.

"Ma questo è il paradiso dei Cupcakes!" Esclama, per poi scoppiare a ridere imbarazzata. "Si, ne sono più convinta che mai, deve essere stata Hana a dirti che ho un debole per i Cupcakes.  Quella traditrice!"
"Mi ha solo dato qualche input, non mi ha rivelato le tue debolezze." Difendo la sua amica che ho appena scoperto si chiami Hana. Dopodiché, mettendole un braccio intorno alle spalle, la guido verso un tavolo più vicino ai banconi dove alcune pasticcere continuano a realizzare sul momento decorazioni su decorazioni per i cupcakes dai gusti più disparati. E per qualche istante, notando il modo in cui Whitney le osserva all'opera, temo davvero di aver appena perso completamente la sua attenzione. Ma, fortunatamente, dopo qualche secondo, il suo sguardo estasiato ritorna a posarsi su di me.

"Quindi, è evidente che tu e Hana avete architettato qualcosa insieme." Ipotizza, togliendosi il foulard con movimenti lenti. "E ora capisco perché oggi, per tutto il turno, si è comportata come se stesse cercando di custodire i segreti dell'umanità."
"Mi assumo tutte le responsabilità, sono stato io a chiederle una mano." Ribatto in un tono che dovrebbe risultare solenne, per poi ridacchiare di fronte al suo lato ironico che sta venendo a galla.

Dopodiché, mi avvicino ulteriormente a lei per aiutarla a levarsi il cappotto. Chiaramente è solo uno stratagemma per poterle stare talmente vicino da sentire persino il suo profumo che, per la cronaca, sa di fragola. E non so perché mi ritrovo a pensare che non potrebbe davvero avere una fragranza più adatta di questa. Forse ha qualcosa a che fare col fatto che, anche solo lanciandole uno sguardo sbrigativo, ti da subito l'idea di un essere estremamente delicato, dall'apparenza un po' eterea. E' mai possibile che improvvisamente siano questi i miei gusti?

Il cielo nei tuoi occhi d'ebanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora