Sto per farlo un'altra volta, roulette russa

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Samantha dorme sul divano della villa nella quale Lauro l'ha ospitata e che, le ha spiegato, riesce ad affittare un mesetto all'anno, come svago per i ragazzi e bambini che "cura" e che lavorano per lui. 

Lauro la osserva dormire con una mano sulla pancia e l'altra abbandonata sul cuscino.
La guarda più volte ogni volta che le passa vicino, per poi fermarsi a fianco a lei quando è sicuro che la pasta in pentola possa cuocersi senza il suo aiuto.

Si accuccia vicino a lei, alzandole piano la maglietta e scoprendo meglio la pancia, ancora incredulo che, tra qualche mese, la vedrà crescere, spaventandosi di fronte a questa idea. Come farà a partorire? Non esistono soldi per farlo. O meglio, esistono, ma sicuramente non li spenderà per una cosa del genere che si può evitare tranquillamente.

Eppure Samantha non è così convinta di considerare l'idea dell'aborto. Ma che male c'è? Si chiede il biondo. Non è colpa sua se è incinta. Ok, le resterà il peso di aver ucciso un bambino, ma davvero fa più male questo dell'idea di crescere da zero un bambino in una situazione disperata come la loro?

Samantha non ragiona allo stesso modo, purtroppo. 

Lauro è troppo apatico per comprendere certe bontà verso i bambini o questo genere di cose che lui non subirà né farà mai.

Sbuffa, alzando la mano e poggiandola sulla pancia ancora piatta della ragazza, lontano dalla sua mano, senza stringere né premere, non vuole svegliarla. L'accarezza con il pollice delicatamente, perdendosi in quel gesto e in quel momento, spaventato quasi quanto lei di questo nuovo arrivo, come fosse lui il padre, come se lui c'entrasse.

Sobbalza, quando sente la mano di Samantha, appoggiarsi piano sulla sua, ha l'idea di ritrarla immediatamente, colto in fragrante in una situazione in cui non doveva neanche sognarsi di stare, ma la mano debole e stanca della ragazza, che gli circonda un dito, lo convince a non muoversi, lasciandole stringere la sua mano:

"Sto preparando la pasta. È in bianco. Non so cucinare altro"

Le dice, freddo, non lasciandole la mano:

"Va benissimo." Samantha si abbandona ad un dolce sorriso, facendolo accennare anche a Lauro. La ragazza torna seria quasi subito:

"Ormai è un mese e mezzo"

Sussurra, riferendosi al bambino e Lauro annuisce, sedendosi per terra a fianco al divano:

"Mi dispiace non riuscire a lavorare..."

"Stai facendo abbastanza e poi la tua amica e il ragazzo riescono a colmare ciò che non riesci a fare"

"Lo hai assunto Alex, quindi?"

"Sono stato obbligato a causa di questa tua gravidanza, sennò non l'avrei preso."

Sbuffa, buttando un occhio un occhio alla pentola per vedere se tutto funziona:

"È da un po' che non lo vedo questo Alex e neanche l'altro tuo amico idiota"

"Samuel?"

"Sì, come cazzo si chiama, quello lì"

Samantha accenna un sorriso:

"Lui è un po' incasinato tra ragazze e queste cose, mentre Alex non so, si sta allontanando da me, ma fa niente"

"Alex è importante per te..." Nota lui:

"Alex è fondamentale per me. È come Lisa, ma al maschile."

"Che ti ha detto del bambino?"

Samantha scrolla le spalle: "Non gliel'ho detto a nessuno dei due, non penso gli importerebbe"

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now