Ed io sono proprio come te

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"Come so che sei davvero tu
e non una bella menzogna?
Noi due corpi e solo un'ombra.
Il mio respiro che si accorcia.
Ora so che sei davvero tu
e qualcosa resterà"

"Untitled", Marracash

Julia è seduta sul letto, vestita leggera con una camicia da notte semi trasparente che non nasconde praticamente nulla.
Ha le gambe al petto, stanca e annoiata, concentrata sul suono dell'acqua che scorre a lavare Lauro, chiuso in bagno da un paio di minuti.

Il suo sguardo cade, curioso, sul telefono del fidanzato, abbandonato a se stesso. Si morde le labbra, interrogativa sul da farsi. Si allunga verso questo, assicurandosi che il biondo si stia continuando a lavare.

Clicca sul tasto centrale, sorridendo vedendo una foto di loro due assieme come blocca schermo, nessuna in cui si baciano o sono in atteggiamenti dolci - e lei ne ha fatte con il suo -, ma semplicemente una dove sono di fronte allo specchio di casa di lei, freddi e fermi come statue, nonostante lei tenti di stringerlo, fallendo.

Scuote la testa, provando a sbloccarlo, fallendo e abbandonandolo di fretta quando sente la porta aprirsi:

"Hai visto il mio telefono?"

Domanda Lauro, apparendo alla porta, chiuso in un accappatoio bianco, con gli occhi stanchi e i capelli grondanti d'acqua:

"Sì..."

Trema lei, indicandolo, non capendo se l'abbia vista curiosare sul suo telefono o meno. Lauro segue lo sguardo di lei, prendendo il cellulare e ringraziandola, appoggiandosi all'armadio, aspettando di asciugarsi un minimo, e scrivendo vari messaggi.

Julia non fa altro che guardarlo e lui, sentendosi osservato, alza lo sguardo:

"Che vuoi?"

Lei abbassa subito gli occhi, scuotendo la testa, facendogli comprendere che non ha bisogno di nulla, fingendo, sentendo Lauro sospirare e appoggiare il telefono su un mobile, asciugandosi meglio i capelli, per evitare che gocciolino, e avvicinandosi al letto:

"Oh, non ti offendere."

Le accarezza il viso, guardandola negli occhi e sorridendole, muovendo il viso per scrutarla al meglio.
Lei sorride, afferrandogli la guancia e baciandolo con trasporto, facendolo sistemare meglio sul letto e sciogliendogli il nodo dell'accappatoio, spostandoglielo, lasciandogli le spalle nude, mentre lui non sembra per niente concentrato sul volerla spogliare, lasciandola a disagio.

Così ci pensa lei, sbottonandosi la camicia e trascinando sopra questa le mani di Lauro, invitandolo a procedere con lo sguardo:

"Ma che hai?"

Domanda lei, vedendolo lento, bloccato, quasi problematico:

"Sono stanco, scusa."

"Non è vero." Si lamenta lei: "Tutte bugie!" Alza la voce: "Sono giorni che sei distaccato da me, ma che hai?"

"Nulla. Sono stanco, cerca di capirmi!"

Sbotta lui, mentre lei scuote la testa, infastidita, indietreggiando e squadrandolo, mentre lui si alza, andando a rivestirsi senza dire niente e ritrovandola sotto le coperte, tirate sul viso fino a quasi coprirlo tutto:

"Resti per stanotte?"

Sussurra lei, tentando di non sentire il rumore delle scarpe che inizialmente Lauro voleva mettere, per poi venire calciate via:

"Penso."

Dice, non convinto, sdraiandosi, mentre lei si gira, facendosi spazio e appoggiandosi sul suo petto, sentendo le sue mani fare deboli carezze tra i suoi capelli:

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now