Lei prega che la chiami e che le spari in bocca

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Samantha si agita, liberandosi dalla presa di Lauro che, sconvolto, la lascia andare, rendendosene conto troppo tardi. La ragazza corre, attraversa la stanza e si accuccia a terra:

"Lis?"

Appoggia una mano sulla schiena dell'amica, riversa a terra. Samantha ha il respiro pesante e gli occhi sbarrati, muove il corpo di Lisa, ma questo non da segni di volersi muovere.
Lauro è spaesato, osserva la scena, portando gli occhi da Samantha agli uomini che le guardano senza emozioni.

È inaspettato.

Non pensava accadesse tutto così in fretta, non pensava che i suoi amici - se così può chiamarli - fossero seri, non pensava sparassero davvero a qualcuno.

È duro ammetterlo: ma ringrazia che abbiano sparato a Lisa e non a Samantha, perdere quest'ultima sarebbe stato troppo anche per una persona forte come lui.

Sente Samantha urlare e tutto sembra fermarsi. Non piange minimamente la ragazza, non ha ancora realizzato la realtà dei fatti, ossia che Lisa è morta, di fronte a lei, ad una velocità che nessuno dei due riesce a percepire e a realizzare.

Lauro lancia uno sguardo a tutti, elettrico, cattivo, severo, facendoli rabbrividire sul posto e allontanare, lasciandoli abbandonare le armi a terra dalla paura.
Il corpo di Samantha freme, trema, alza piano la testa e si guarda attorno.

Lauro comprende al volo ciò che lei vuole fare e scatta per afferrare le pistole e allontanarle dalla ragazza, ma non è abbastanza veloce e si immobilizza quando Samantha ne afferra una, rialzandosi e mettendosi vicino al corpo deceduto dell'amica, con le spalle al muro e l'arma puntata su gli altri.

Samantha stringe, tremante, la pistola, alzandola verso il gruppo di ragazzi che ha davanti, muovendola da destra fino a sinistra e viceversa.

Ha le pupille dilatate e gli occhi sgranati, la bocca semi aperta e, ogni tanto, affonda i denti nelle labbra, fino al sangue:

"Molla quella cazzo di pistola!"

Le urla un ragazzo, che non sa distinguere bene, non sa chi sia, riconosce la voce, ma la sua mente non elabora un'identità. L'unica cosa sicura è che l'arma lei non l'abbandona, ma, al contrario, la stringe maggiormente:

"Abbassala! Non fare puttanate!"

Le grida un altro, facendola tremare maggiormente. Lei stringe gli occhi, iniziando a puntare più persone:

"Basta urlare! L'agitate e basta."

Dice, a tono umano, Lauro, accompagnando il tutto con movimenti delle braccia e guardandola, alzando le mani e mostrandogliele, facendole capire che non ha cattive intenzioni, e si avvicina piano a lei che lo fissa puntandogli l'arma contro:

"Stai fermo!" Lo guarda negli occhi: "Stai fermo o ti sparo, te lo giuro, ti sparo!"

"Stai calma... Sono qua. Ok?"

Continua a proseguire, cercando di calmarla a parole, già conoscendo quel genere di carattere e quell'ansia. Sa cosa vuol dire vedere un amico morire davanti ai propri occhi e conosce quella luce negli occhi di Samantha.

L'aveva anche lui.

Sa perfettamente come si sente, non ha paura di quelle mani tremanti, l'importante è non agitarla ulteriormente, non sparerà. Non bisogna fare scatti violenti o movimenti veloci. Lei non ha pienamente il controllo delle azioni, è in uno stato alterato, e lui deve mantenere al massimo la calma, metterla a suo agio:

"Resta... Resta dove sei!"

Cerca di imporsi, prendendo la mira, ma l'arma continua a muoversi nella sua presa, incapace di stare ferma:

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora