Penelope - Finale Alternativo

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Leggete l'angolo autrice.
Thanks.


Tufello.

Zona urbanistica 4I del Municipio Roma III.

Circa 14 mila abitanti.

Un posto di merda. Un buco di fogna dimenticato dai più ricchi. Uno dei posti peggiori di Roma Sud.

E Lauro lo sa bene.

Ma ha imparato a farci l'abitudine a lungo andare, perché, dopo averci vissuto per più di vent'anni, nulla lo spaventa poi così tanto.

Fa un cenno veloce all'autista, facendogli comprendere di fermarsi non appena ne ha l'occasione e, rimessa la giacca nera che si è portato, scende, prendendo con sé il suo trolley e respirando, dopo anni, l'aria fredda di quel posto. Non gli è mancato nulla di Tufello. Milano lo ha svegliato e portato in una dimensione paradisiaca, ben lontana da quella di quella città.

Si porta alle labbra una sigaretta elettronica, aspirando e iniziando a camminare, buttando fuori il fumo.

Il primo luogo dove deve andare è la sua amata casa, ricomprata coi soldi fatti, quella dove viveva con Federico che ora non è più lì, ma abita nella Roma amata che ha sempre sognato, fuori dalla galera, ma non dall'Italia, più vicino a lui, non solo al suo cuore.

Gira la chiave nella toppa, aprendo piano la porta come non fosse pronto e entra, abbandonando a terra il trolley e guardandosi attorno fiero.
Sono passati ormai sette anni da quando ha abbandonato quel posto per dedicarsi interamente alla musica eppure ancora lo vede come un posto nel quale nascondersi quando ha paura e sente l'ansia.

Spera di poter ricominciare a usarlo come tale ora che lo ha riacquistato.

Il suo telefono vibra nella tasca, segno di un messaggio in arrivo e, immediatamente lo afferra, trovando un messaggio da un suo amico:


È a casa se vuoi passare,
non resterà molto.

Questo è il suo indirizzo

📍 Posizione


Lauro sorride, salvando il messaggio dell'indirizzo nei preferiti e ringraziando in fretta il mittente, uscendo di casa senza attendere altro e iniziando a camminare verso il punto segnato dalla posizione. Ricorda ogni singola via, ogni singola casa, specchiandosi nelle vetrine si rivede ragazzo, giovane, pazzo e desideroso di denaro.

Anche ora lo è, ma ora i soldi li ha, in maniera onesta, facendo ciò che ama.

Si passa le mani tra loro, sentendo il rumore degli anelli quando questi si scontrano, anelli dorati, fatti apposta per le sue dita, costosi, richiesti, ma non rubati. Sono anni che non ruba, ma che compra, ottiene, guadagna.

Se la libertà esiste e ha un senso, lui le attribuisce questa vita, questa visione che lui ora.

Si distrae da questi pensieri quando arriva di fronte ad un condominio, che lui conosce bene, nel quale ci è stato spesso, e fa un lungo respiro: non è pronto.

Non si ferma però, sale i pochi gradini rovinati e non curati e arriva di fronte ai campanelli, quasi tremando a leggere il cognome che cerca.

Preme il campanello interessato e la porta scatta in automatico, lasciandolo senza parole: che qualcuno lo abbia visto?

Non si fa intimidire da questa cosa e spinge la porta, accompagnandola per chiuderla e iniziando a salire le scale, contando i passi che lo distanziano dalla sua meta.

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now