Avere il meglio tra le mani e non capire niente

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PREMESSA:

In questo capitolo verrà introdotto un personaggio REALE, realmente esistito e raccontato da Achille Lauro nel suo libro "Sono io Amleto". Voglio solo precisare che in nessun modo voglio ridicolizzare questa persona, denigrarla o screditarla. Immagino quanto sia stata importante per Lauro e la ringrazio per esserci stata. Io me la sono immaginata così.


Gli occhi di Lauro si aprono a fatica, guardando la stanza attorno e alzandosi sui gomiti con difficoltà, stupendosi quando trova Edoardo seduto poco vicino a lui, che non lo guarda, con gli occhi bassi, assente.
Scena simile con altri suoi amici e, soprattutto, con Daniele che altro non fa che andare avanti e indietro, bloccandosi non appena lo vede:

"Ah. Sei ancora vivo?"

Lo commenta, facendo voltare tutti verso di lui, facendolo sentire a disagio:

"Che cosa...? Che è successo?"

"Dovremmo chiederlo noi a te." Lo ammonisce Daniele: "Fai schifo. Sapevo fossi un mostro, ma non fino a questo punto. Cristo Santo."

Gli vomita addosso quelle parole, mentre Lauro non comprende, scuotendo piano la testa:

"Che cosa ho fatto?"

Daniele è esterrefatto, lo guarda per poi allontanarsi, portandosi le mani sul viso e soffocando lì un nervoso: "Porco Dio!" Urlato senza pietà e trattenuto dalle mani.
Lauro non capisce, non ricorda, ha un vuoto di memoria e ha paura ad essere consapevole di aver dimenticato qualcosa di così importante:

"Ti prego, dimmi che ho fatto. Daniele, per favore. Non mi ricordo, dimmelo!"

Si guarda attorno, sentendo troppo silenzio in quel palazzone dove di solito si lavora, notando molti assenti, ma percependo un'assenza in particolare:

"Dov'è?"

Domanda, mentre Daniele ritorna con lo sguardo su di lui:

"Chi?"

"Samantha..." Sussurra spaventato, sentendo troppo silenzio per i suoi gusti, rabbrividendo a tutto ciò. Lei non c'è. Non è lì con lui, con loro. Ne è consapevole.

"Sai dov'è? Vuoi realmente saperlo?" Lo critica Daniele, stringendo le mani in due pugni: "È sotto i ferri a causa tua. Tua e di quella merda di droga che ti inietti in quel cazzo di cervello spento che hai. Sei un coglione. Un pazzo. Un demente. Non sei normale."

Lauro non capisce, non realizza, scuote la testa, alzandosi piano:

"Sotto i ferri? Ma che stai dicendo? Che cosa le ho fatto?"

"Ah vorrei saperlo proprio da te, se solo te lo ricordassi, ma no..." Lo deride freddamente ironico Daniele: "Logicamente lo speed ti ha logorato completamente il cervello. Speed non tuo, neanche controllato, pronto per una vendita sbagliata, ma che tu hai assunto per chissà quale assurdo motivo.
Vuoi sapere cosa le hai fatto?"

Gli domanda retorico, riprendendo a parlare subito, senza consentirgli risposte:

"L'hai picchiata, picchiata di brutto, l'hai martoriata completamente, non ha più una pancia umana a causa tua. E forse...Forse non è neanche la cosa peggiore..."

Scuote la testa, mentre, piano piano, Lauro realizza, sentendo un groppo in gola, comprendendo dove vuole arrivare: "Non dirmelo..." Cerca di bloccarlo, allo stremo:

"E invece te lo dico, lo devi sapere eccome." Daniele lo guarda negli occhi, avvicinandosi a lui: "I tuoi pugni, i tuoi cazzo di pugni dati senza pietà, non solo le lasceranno nei segni incancellabili, ma le hanno portato via la cosa più importante."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now