Strappalo ed incendiami

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Samantha è appoggiata al muro vicino all'uscita sul retro del bar dove lavora a fumare una sigaretta in completa calma e pace.

La sua vita si è stabilizzata.

Ha ricominciato a lavorare unicamente in modo legale e dalla droga - almeno dalla vendita - ci sta ben lontana.

È conscia che presto Lauro verrà rimandato a casa, Daniele l'ha avvisata della cosa, chiedendole come si comporterà. In modo assolutamente neutrale, ecco come. Neanche lo vedrà per quanto le riguarda.

Lauro non ha mai smesso di scriverle.

Nonostante ciò che si aspettava, Samuel, una volta a settimana, le lasciava una lettera nella cassetta della posta e lei sapeva esattamente da chi provenisse, perché nessuno scriveva più lettere, solo chi non poteva più usare il cellulare.

Non vi era nulla in quelle righe. A volte veri e propri insulti alla sua persona, altre volte minacce di suicidio per solitudine, e poi preghiere per un mondo migliore o neutre descrizioni di ciò che accadeva.

Assomigliavano alle lettere di un pazzo e Samantha le conserva come un premio personale.

Tiene in una mano la sigaretta e l'accendino e nell'altra l'ultima lettera che le è arrivata pochi giorni prima. La riguarda per l'ennesima volta e rilegge le ultime righe.

Non voglio uscire, non voglio la libertà.
Voglio morirci tra le catene.
Voglio che mi stringano la gola perché è quello che merito.

L x

E fa male leggere quelle parole, perché sì, Lauro ha ragione, merita il dolore, ma sapere che lui ne è consapevole è strano, è negativo, non sa come stia mentalmente dopo quei mesi di prigione e sa che quando uscirà, in mano, non avrà nulla.
Daniele le ha spiegato anche quello, Federico non pagava l'affitto - non essendo più interessato a quell'appartamento - e quindi glielo hanno tolto. Non ha più soldi da parte, se non pochi spiccioli, non ha più un lavoro (se così poteva definirsi) che lo aiuti. Non ha speranze di andare avanti.

Ha solo due album che non sa come finiranno.

È solo, ma solo realmente, senza famiglia, fidanzata o veri amici. Ha amici, certo, ma al primo posto ci sono loro, mica lui. Lauro lo sa.

A scuoterla dai suoi pensieri ci pensa il telefono che le vibra in tasca e che lei afferra, infilandosi l'accendino al suo posto e la sigaretta tra le labbra, mantenendo una mano libera, rispondendo a Daniele:

"Oi?"

Chiede interrogativa, è raro che Daniele la chiami, ma è ancora più raro che lo faccia in quelle ore in cui, tecnicamente, entrambi lavorano e al telefono nemmeno ci pensano:

"Sam, per fortuna hai risposto."

"Hai bisogno?"

"Cazzo, sì! Ti prego ascoltami. Lauro ha bisogno di un posto in cui stare, non riusciamo a far fronte ai debiti, lui è l'unico senza casa ora. Sarà una cosa per poco, gli serve aiuto."

Ecco, appunto.

Samantha alza gli occhi al cielo e sbuffa fuori dalle labbra il fumo, appoggiandosi meglio al muro:

"Daniele. Non posso ospitarlo. Non ho un letto per lui. C'è Lisa in casa, non posso sfrattarla."

"Dormirà sul divano, sarà una cosa da pochi giorni, poi troveremo un'altra soluzione, ti prego Sam."

"Dan. Non posso."

Cerca di imporsi, guardando l'orologio che ha al polso, pochi minuti e deve riprendere o rischia di venire cacciata:

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora