Non so amarmi. So rovinarmi.

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Risvegliarsi con un corpo addosso non è nulla di nuovo per Lauro. Nulla che rovini il suo risveglio, in realtà. È abituato a svegliarsi, a cacciare la ragazza in questione, a girarsi sull'altro lato e riprendere sonno, se gli è possibile, oppure alzarsi subito e riprendere a lavorare.

Svegliarsi alle cinque di mattina, beh, quello capita molto più di rado.

Non è una persona che dorme molte, Lauro, ma alle cinque di mattina, in media, lui è sveglio e producente, già al lavoro per i carichi, non è orario di dormire o di svegliarsi.
Ed è proprio quello che gli fa aggrottare le sopracciglia leggendo l'ora sulla sveglia digitale, che gli fa domandare per quale assurdo motivo lui sia ancora a letto.

Sposta le braccia, facendo forza coi gomiti per alzarsi, ma sente un mugugno femminile che lo fa sobbalzare e girare di colpo verso il rumore, sbarrando gli occhi, trovando Samantha a pochi centimetri da lui.

La squadra, non comprendendo perché lei sia lì, a dormire vicino a lui.

Alza la mano, pronto a scuoterla per svegliarla, ma si rende conto che forse non è esattamente l'idea più intelligente che gli sia mai venuta. Così l'abbassa, appoggiandosi al cuscino e guardandola.

Attorno a sé non c'è altro che silenzio e tutto sembra così irreale, tutto così contenuto in quelle quattro mura. Lauro prova una pace che lo disturba, che gli fa tremare le mani dal nervoso, odia il silenzio e quell'atmosfera.

Si alza sui gomiti, guardando meglio Samantha, spostandole i capelli dal collo e dalla scollatura del vestito, mentre ricordi confusi gli ritornano in mente.
Ci è andato a letto. Ne è sicuro, convinto. E i segni rossi sul corpo di lei non fanno altro che confermarglielo: sono suoi e di chi altro sennò?

Sbuffa, affondando nuovamente il viso nel cuscino, sentendo la ragazza muoversi e girarsi nel sonno verso di lui, senza svegliarsi, mentre lui si allontana di scatto, abituato, quasi spaventato dalla presenza di lei.

Si alza piano, riuscendo a non svegliarla, obbligandosi a lasciarla lì, perché non può passare la mattina così.
Apre la porta della stanza, trovando diverse persone addormentate sui divani o alcuni persino per terra.

È osceno quel salotto, c'è vomito in giro e un odore nauseante, bottiglie di alcolici lasciate da varie parti e erba e pastiglie abbandonate sui tavoli.
Lauro, pur abituato a quell'odore, trattiene il più possibile il respiro e la nausea che gli sta venendo, ma il suo sguardo si concentra su una figura esterna alla casa, sul terrazzo, intenta a fumare: è un amico di Samantha.

Apre la porta finestra, facendolo girare verso di lui, per nulla spaventato:

"Buongiorno"

Dice, semplicemente, il ragazzo tornando a dare le spalle a Lauro e ritornando a fumare:

"Che cazzo fai qua?"

Gli domanda scazzato Lauro, domandandosi perché sia rimasto solo lui, sicuro che la ragazza abbia più amici e non sia venuta solo con questo ragazzo:

"Aspetto che Samantha si svegli così che possa riportarla a casa"

"L'avrei riportata a casa io" Gli risponde, infastidito, specialmente dal fatto che il ragazzo neanche lo guardi in viso:

"Non serve, sono qua apposta." Sottolinea nuovamente lui, spegnendo la sigaretta nel posacenere e allungando le gambe sul muretto di fronte a lui:

"Vai a svegliarla e levatevi entrambi dal cazzo allora"

Asserisce il biondo, indicando la sua stanza lasciata socchiusa e rientrando, ignorando i corpi addormentati in tutta la sala e entrando in bagno, dandosi una sciacquata al viso, per svegliarsi un minimo.
Una volta tornato, dopo una decina di minuti, in salotto si ritrova davanti a sé Samantha, sveglia, a guardarlo con uno sguardo un po' stanco e ancora spaesato.
Il suo sguardo cade subito sulle gambe nude di lei, prive delle calze che lui, ricorda, la sera prima ha strappato senza alcun ritegno.

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora