Dentro a un vuoto, fuori è vuoto

604 37 4
                                    


Samuel apre la porta di casa, dopo essersi alzato per obbligo dal letto, passandosi la manica della felpa su un occhio, tentando di svegliarsi, alzando un sopracciglio quando vede Samantha:

"Ciao tesoro." Scherza lui: "Cosa ti porta qua alle..." E guarda l'orologio, tentando di comprendere l'orario: "...Due di pomeriggio?"

"Sei un coglione!"

"Sì, me lo dice anche mia madre quando vede come sono ridotto." Sbuffa lui, alzando gli occhi al cielo: "Perché mi dici così? Vuoi entrare? Ti preparo un caffè dai."

"Che cosa appoggi Lauro nelle sue decisioni? Da quando sei amico di Lauro?"

Gli sbraita contro, entrando in casa e, cercando di non fare caso al casino, sedendosi sul divano e passandosi le mani sugli occhi, distraendosi solo con il gatto del ragazzo che cerca le carezze di lei:

"Ah, per quello sei qua."

Finge di non comprendere, guardandosi attorno, per poi afferrare un paio di pantaloni della tuta e mettendoseli, cercando di darsi un aspetto decente, osservandosi allo specchio:

"È stato soddisfacente però, sia per me che per lui."

"Voi avete picchiato il mio ragazzo!"

Samuel annuisce, quasi vantandosene: "Merda, devo lavarmi i capelli." Commenta poi, passandosi le mani in questi, scuotendo la testa:

"Ma mi stai ascoltando?"

"Sam, Cristo. Ti abbiamo solo fatto un favore." Risponde freddamente, girandosi verso di lei: "Non meriti di soffrire per uno così. Di buono ha solo i soldi, del padre tra l'altro."

"Lui non m..."

"Non provarci." La interrompe, alzando una mano verso di lei: "Non provare a dirmi che non ti ha mai fatto soffrire né fatto altro, perché non ci credo, non ho bisogno di vedere il tuo corpo per sapere che ti ferisce, sai che con me non riesci ad avere segreti. Non ho bisogno che mi ringrazi, voglio solo che gli stai lontano."

Samantha scuote la testa, infastidita, tentando di concentrarsi sul gatto di Samuel, per non insultarlo. Entrambi vengono distratti da dei passi e da Alex che appare dall'altra stanza:

"Io starei dormendo. Tieni le tue stronzate fuori da queste mura."

Urla, verso Samuel, per poi bloccarsi vedendo Samantha:

"Hey." Le fa un cenno, ricambiato timidamente: "Non sapevo fossi qua." Commenta seriamente, mentre lei stringe le labbra: "In ogni caso... Abbassate la voce, sono tornato tardi e sto cercando di riposarmi."

"Se smettessi di andare in giro ogni notte." Commenta infastidito Samuel: "Forse potrei dormire anche io qualche ora in più."

"Fatti di qualche droga come tuo solito e dormi, smettendo di rompermi i coglioni, che dici?"

Samantha è stranita da quel dialogo tra i due. Non che ci sia mai stato buon sangue tra loro, ma nemmeno una cosa del genere. Piuttosto che litigare neanche si parlavano e ora non fanno altro che urlare:

"Andiamo a fare colazione da qualche parte." Decide Samuel: "Almeno il signorino può riposare."

Schernisce Alex che non attende, rispondendo a tono:

"Mettiti una siringa in gola e ammazzati."

Risponde, tornando in camera, mentre Samuel le fa cenno di uscire, così che possano continuare a parlare:

"Ma che è successo tra voi due?"

"Siamo mai stati amici?" Domanda retorico Samuel, accendendosi una canna, guardandola di risposta: "Continuiamo a litigare e basta."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroWhere stories live. Discover now