Più di una vita voglio sia un museo

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"Perché non sei venuta? Ti rendi conto che sei mancata ad una cosa del genere?"

Alza la voce Samuel, puntando un dito verso Samantha, seduta al tavolo della sua cucina, mentre Lauro è intento a disegnare su un foglio. La ragazza lo degna di uno sguardo annoiato, ritornando poi sul telefono:

"Samantha, Cristo, era il funerale della tua fottuta migliore amica! C'eravamo tutti, tutti. Mancavi solo te. Ho aspettato fino all'ultimo che entrassi in quella chiesa. Per lei lo avresti fatto, ne ero convinto, e invece no, tu non sei mai arrivata."

Continua a sgridarla, mentre lei si morde le labbra, cercando di evitare di rispondere, gesto di nervosismo che a Lauro non sfugge, avvicinandosi poco a lei e accarezzandole una coscia, senza farsi vedere dal ragazzo:

"Sei proprio una pessima amica." Le sputa in faccia Samuel: "Non so che ti abbia fatto Lisa, ma nulla era così grave da mancare al suo... Al suo funerale."

Samantha alza lo sguardo verso il ragazzo, che nota trattenersi dal piangere.

No, Samuel non è mai stato un ragazzo emotivo e lei lo sa bene, fin troppo, non lo era prima, figurarsi ora. Il ragazzo tira su con il naso e respira a fondo, prima di alzare lo sguardo verso Samantha:

"Ero solo senza di te."

"Alex..."

"Alex non c'era. C'ero solo io. Samantha ero da solo."

Lauro non attende altro, fa capire a Samantha di alzarsi e andare da lui, lasciando forzatamente da parte la gelosia che sa lo assalirà. La ragazza comprende, abbandonando il telefono e mettendosi di fronte a Samuel. Non dice nulla. Tutte e due tacciono.

Ma Samantha allarga le braccia, prendendo il corpo di Samuel tra queste e abbracciandolo forte e lo stesso fa lui, circondandole le spalle, evitando volutamente lo sguardo di Lauro. La stringe forte:

"Non piangerò, lo sai, ma tu fingi lo stia facendo."

Samantha annuisce a quel sussurro. Ha afferrato in pieno il concetto. Quello è il modo di sfogarsi di Samuel: stringerla fino a sentire male. E lei lo lascia fare:

"So che avevi un motivo per non esserci, ma io non volevo sentirmi solo un'altra volta, un'ennesima volta. Pensavo saresti venuta per sentirci soli insieme. Non per rimanere soli in posti distanti."

"Mi dispiace, ma non ero pronta a dirle addio, non lo sono tutt'ora. Ti prometto che prima o poi andiamo a trovarla, ma ora, davvero, non è periodo, perdonami."

Samuel annuisce:

"Lo capisco. Non ti preoccupare. Solo, non lasciarmi da solo. Ho paura... Lo sai."

A fare un cenno stavolta è Samantha che si allontana da lui, vedendo uno skateboard spuntare alle sue spalle:

"Ti lascio andare, immagino avessi altri piani."

"Sì, ho bisogno di staccare la mente, vado a farmi un paio di giri in skate, tornerò stasera con le idee spero più chiare. Sono passato per sapere come stessi e per, beh, parlarti di questa cosa."

"Si va avanti, Sam, non puoi fare altro."

Il ragazzo scrolla le spalle per poi riservarle un breve sorriso e salutarla, accarezzandole i capelli e baciandole la guancia, facendo un veloce cenno a Lauro che ricambia alzando la mano, per poi uscire di casa:

"Non sapevo avesse le chiavi di casa, ti fidi a tal punto?"

"Devo, ora che mancano sia Lisa che Alex è rimasto l'unico occhio vigile su di me."

Di Nuovo Maggio | Achille LauroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora